Natale. Ho fatto colazione con cioccolata calda e pandolce genovese.
Papà ha messo la musica jazz in sottofondo, come ogni anno.
Poi siamo andati alla Messa delle 11 in centro. La chiesa era piena. L’omelia parlava di rinascita. Io pensavo al ciclo dell’acqua: nulla finisce davvero.
Nel pomeriggio abbiamo aperto i regali. Il mio: un libro di astronomia e un paio di guanti blu.
Abbiamo camminato fino a Maddalena. I gabbiani sembravano più pesanti del solito, quasi fermi nell’aria.
A cena ho preparato la pasta col pesto genovese.
Sento la distanza da Milano, ma anche la leggerezza del disincanto.
Buon Natale
THE END.
Remember me,
Eclipse
“leggerezza del disincanto” mi ha fatto venire un piccolo groppo in gola. è quando smetti di aspettare miracoli ma ti godi il sale nell’aria, vero?
Esattamente quello. Come se i miracoli ci fossero, ma non gridassero più.
io a Natale mi sento sempre come se stessi aspettando qualcosa che non arriva… tu invece lo racconti come se fosse già tutto lì.
Forse perché non aspetto più niente, e allora mi accorgo di quello che c’è. Ma capisco cosa intendi, molto.
Io ai gabbiani non ci penso mai, ma adesso sì. Li vedo in slow motion nella mia testa. Come in certe sigle giapponesi.
Anche a me sembravano disegnati. Forse è il cielo che rallenta quando siamo più presenti.
tu riesci a far sembrare il Natale una cosa fragile e bellissima. io lo odio, ma oggi mi è sembrato più leggero. grazie.
Fragile è la parola giusta. Grazie per averla trovata al posto mio.
in che libro di astronomia? perché voglio leggerlo anch’io.
Si chiama “L’universo e il nulla” di Barrow. È difficile, ma apre porte invisibili.
penso che leggere il tuo blog sia la cosa più simile a una serie vera che ho. ogni post è un episodio bello e triste.
Che bello. Lo prendo come un regalo, anche se non era sotto l’albero.
il mio natale è stato una pizza surgelata e i miei che litigano. leggere questo post mi ha fatto respirare un po’.
Mi dispiace per la tua sera. Spero che il respiro resti, almeno un po’. Grazie per averlo detto.
mi sa che ti amo, Eclipse. anche se non so chi sei.
Non serve sapere tutto. A volte basta sentire qualcosa e lasciarlo lì, al suo posto.
leggo il tuo blog da ottobre ma questo post mi ha fatto venire i brividi. come se fossi lì con voi a sentire il jazz e i passi verso boccadasse.
Mi fa piacere che ti sia arrivato qualcosa di vero. È quello che cerco di fare, anche quando non so bene come.
anche io ho fatto colazione col pandolce!!! però senza jazz, da noi c’era solo mio fratello che russava 😅
Ahahah, in effetti il jazz era una scelta insolita… ma ci stava bene, stranamente.
“Nulla finisce davvero”… mi è rimasta questa frase. Mi fa pensare che anche se una cosa cambia, c’è sempre qualcosa che resta uguale. Anche se noi non lo vediamo.
È esattamente quello che intendevo. Come se tutto si trasformasse senza scomparire mai. Grazie per averlo sentito.
anch’io sono andato a messa ma mi sono annoiato a morte. pensavo ai giochi per la playstation, non al ciclo dell’acqua 😅
Capita. Io ci penso solo quando qualcosa mi scivola dentro senza che me ne accorga.
“i gabbiani sembravano più pesanti”… questa immagine è tipo un cortometraggio. grazie per averla lasciata qui.
Grazie a te per averla raccolta. Ogni tanto le immagini hanno più memoria di noi.
Ma come fai a essere così? Non è ironico, giuro. È che sembra che tu venga da un’altra frequenza.
Forse è solo che mi fermo troppo su certe cose. Ma grazie… mi ha fatto sorridere.
i gabbiani non sono mai stati così. hai cambiato la fisica del natale, Eclipse.
Forse l’ho solo osservata da un altro asse cartesiano. 🙂
Il regalo dei guanti blu mi ha fatto tenerezza. C’è qualcosa di magico nei regali semplici, secondo me.
Sì, anche secondo me. Soprattutto quando sembrano scelti con attenzione.
pesto genovese + jazz = combo natalizia che non mi aspettavo 😂
Effettivamente… un esperimento riuscito. O almeno strano quanto basta.
hai scritto THE END ma spero non sia la fine vera… sarebbe un peccato, Eclipse.
Non è la fine. Solo una pausa. Le cose importanti tornano, proprio come le stagioni.
io invece ho ricevuto una sciarpa che pizzica e un diario con i delfini. però almeno la torta era buona.
A volte basta una torta buona per salvare la giornata. I delfini forse salveranno gennaio 😉
sono passato da qui per caso e mi sono fermato. non so perché. ma ora mi dispiace andarmene.
Resta quanto vuoi. Anche solo in silenzio. Il blog è aperto.