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Primi passi digitali

Da oggi apro questo spazio.
Un diario digitale, in rete, qualcosa di ancora nuovo e un po’ fragile, come un vetro sottile.
Qui ci sarà tutto quello che non dico ad alta voce.
I pensieri, i dettagli che mi sfuggono durante il giorno, le osservazioni inutili ma necessarie.

Sono un po’ nervosa. Tra giorni comincia la scuola, il liceo. Un ambiente nuovo, con regole tutte sue.
Ho scelto questa piattaforma perché è semplice. Niente orpelli, solo righe da riempire. Ho sempre avuto bisogno di ordine. Di schemi, di tempi certi. Ogni giorno alle 17:15 bevo il tè con due biscotti quadrati. Ritualità. Ma dentro questa routine c’è una parte che non si lascia ingabbiare. Quella parte che vede il mondo come una sinfonia di dettagli invisibili.

Per esempio, il modo in cui la luce del lampione si spacca sulle foglie fuori dalla finestra, creando disegni che nessuno nota. Oppure il rumore del gesso quando la prof scrive “limite” alla lavagna: uno scricchiolio che sembra urlare un segreto. Ho deciso di scrivere per fermare tutto questo. Per dare peso a ciò che passa inosservato.

Mi chiedo se questo diario digitale diventerà una mappa per orientarmi in questo nuovo ecosistema che si chiama “liceo”. Sarà un modo per non perdermi, o forse solo per ritrovarmi.

THE END.
Remember me,
Eclipse

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38 Responses

  1. Ogni parola scelta con cura, un equilibrio perfetto tra profondità e grazia. Questo testo è come un vestito sartoriale, tagliato addosso all’anima di chi legge.

    1. Bellama, la precisione è il mio modo di non tradire me stessa. La bellezza non è mai casuale, ma scelta. Grazie di aver indossato con me questa verità.

  2. Mi hai fatto venire i brividi con l’idea del liceo come ecosistema. Anche io ho paura. Mi sento una formica nel posto sbagliato.

  3. il vetro sottile si rompe se uno ci guarda troppo forte. ho imparato a guardare di lato. il tuo blog è uno specchio obliquo.

  4. Le “osservazioni inutili ma necessarie” sono la miglior definizione della mia mente che abbia mai letto. Brava, davvero.

  5. Mi ha colpito la frase sui biscotti. Io ogni sera mangio un Tuc prima di dormire. Non è poetico, ma è la mia regola. Questo diario… è come entrare in una testa ordinata e un po’ magica.

    1. Maximiliano, ogni rito è una forma d’identità. I Tuc sono la tua bussola, i miei biscotti lo sono per me. Grazie per essere entrato con rispetto.

    1. Giò, grazie per la sincerità. Per ora questo spazio è tutto ciò che posso dare. Ma sono contenta di averti colpito.

  6. Anche io ho sempre avuto bisogno di routine. Ma la tua routine ha poesia. La mia è solo ansia vestita bene. Forse anche scrivere potrebbe aiutare.

  7. Scusa ma… tè alle 17:15 ogni giorno? Sei seria? 😀 Sembra un film inglese. Però mi hai fatto sorridere. In senso buono.

  8. Non so perché ma il modo in cui hai descritto la luce sulle foglie mi ha fatto piangere. Forse è colpa mia. O merito tuo.

  9. “Scricchiolio che urla un segreto”. Questa frase mi ha trafitto. Ho sempre avuto paura del gesso, ma ora mi sembra quasi importante.

  10. Scrivi come se fossi più grande. Ma si sente che hai un cuore da ragazzina, e questo mi piace. Davvero bello tutto.

    1. enzo, forse per te è così. Ma per chi vive le cose a fondo, ogni inizio ha il peso di un terremoto. Grazie lo stesso.

  11. Quel pezzo sul lampione è quasi musicale. Anche io vedo cose che sembrano parlare ma nessuno le ascolta. Forse siamo più simili di quanto pensavo.