La luce oltre l’ombra
Posted on April 11th, 2004 at 12:00 PM | Tags: Salvezza
Rinascere non è solo un privilegio: è una scelta # La Pasqua è sempre stata per me qualcosa di diverso rispetto a ciò che si racconta. Non sono mai stata una persona profondamente religiosa, ma oggi, mentre osservo un raggio di sole che filtra tra le tende della mia cucina, penso a quante volte nella vita ho avuto bisogno di credere nella risurrezione. Non quella di Cristo, forse, ma nella mia, nella nostra capacità di rialzarci dalle ceneri. L’odore del caffè appena fatto si mescola a quello delle arance sul tavolo. Lo respiro profondamente, come se quel profumo potesse purificarmi, portarmi via. È un aroma dolce e pungente, un promemoria della primavera che avanza fuori, nonostante le nubi grigie. Mi fermo un momento. Osservo il cielo attraverso la finestra. Un passero salta su un ramo spoglio, cantando come se il mondo non avesse mai conosciuto il dolore. È un’immagine semplice, ma mi spezza. Penso a quante volte ho cercato di cantare, anche con il cuore spezzato. Perché è questo che facciamo, vero? Cantiamo anche quando non abbiamo voce. Ricordo una Pasqua di tanti anni fa, ero bambina e correvo nel giardino di mia nonna. L’aria profumava di erba bagnata, e...
L’eco di un cuore vuoto
Posted on April 7th, 2004 at 3:30 AM | Tags: Poesia
Show me the meaning of being lonely Is this the feeling I need to walk with? Tell me why I can't be there where you are There's something missing in my heart Cammino a piedi scalzi sul pavimento freddo. Ogni passo risuona come un tamburo in un tempio deserto. Fuori piove, una pioggia sottile, quasi timida, che disegna rivoli trasparenti sulle finestre. Dentro di me, invece, tutto è un boato. Ho il cuore che batte fuori tempo, come una canzone che nessuno ha mai finito di scrivere. Mi siedo accanto al giradischi. Lo accendo. Le prime note si diffondono, morbide, mentre una voce familiare canta: «Show me the meaning of being lonely...» Le parole si insinuano sotto la pelle, scivolano nelle vene. Mi lascio andare, chiudo gli occhi. Non è solo musica. È una domanda che non trova risposta. Il profumo del caffè riempie la stanza, intenso e amaro, un contrappunto all’umidità dell’aria. È come se cercasse di scaldarmi, ma fallisse miseramente. Lo sorseggio piano, ogni goccia un piccolo conforto temporaneo. Alzo lo sguardo e osservo la pioggia. Le gocce sul vetro sembrano lacrime, e per un attimo mi chiedo se anche loro abbiano qualcosa da raccontare. Perché la solitudine...
Petali che ballano, colori che urlano
Posted on April 4th, 2004 at 3:00 AM | Tags: Memoria
In ogni stagione c'è un risveglio, ma è la primavera che grida più forte # Mi sveglio con una luce accecante che filtra attraverso le tende. Milano non si limita a svegliarsi: esplode. Apro la finestra, e un'aria frizzante, profumata di glicine e promesse, mi colpisce in pieno viso. Sembra un abbraccio, ma di quelli che ti scuotono, non ti accarezzano. Le strade, appena sotto di me, sono già vive. I colori dei fiori si scontrano con il grigio del cemento, e vincono. Mi preparo un caffè, ma il profumo del caffè è quasi sopraffatto da quello dell'aria che entra prepotente. Non c'è modo di ignorarlo: la primavera è qui, e pretende di essere notata. Prendo la mia borsa, infilando dentro un libro. Esco. Cammino tra marciapiedi affollati di persone e petali. Li vedo scivolare nell'aria come piccoli danzatori, indifferenti alla gravità , come se sapessero di avere il controllo della scena. Milano è un teatro, e oggi la primavera è il regista. Arrivo in un parco, il mio preferito. Ogni anno, in questo periodo, sembra una tela dipinta a mano. I colori non sono semplicemente vivi: urlano. Mi siedo su una panchina. La fontana al centro getta l'acqua con la...
Il Respiro del Silenzio Tecnologico
Posted on April 3rd, 2004 at 1:23 PM | Tags: Algoritmi
Oggi è il grande giorno # Oggi, la macchina mi parla. Non con le parole, non con le frasi fatte che leggo nelle guide, ma con il suo respiro stanco. Il mio iMac blu, il primo della sua specie, non è più il giovanotto brillante che un tempo splendeva sulla mia scrivania. No, ora è una carcassa che ha visto troppo, che ha memorizzato troppi sogni, troppi dati, troppi fallimenti. La sua lentezza è la sua confessione silenziosa, la sua sofferenza, eppure c'è qualcosa di profondo e misterioso in questo suo sussurro. La finestra è aperta e il vento entra, ma non porta freschezza. Porta solo un'aria calda che mescola odori di polvere, di vecchi libri e di caffè ormai freddo. Il mio iMac sembra riconoscerlo, sembra sentire lo stesso respiro in questa stanza vuota. Lo guardo con attenzione: il vetro del monitor è segnato da impronte che non riuscirò mai a pulire del tutto. Ogni angolo è un riflesso di ciò che è stato. Ogni segno sulla sua superficie mi parla di ieri. E io, che non sono mai stata brava a dimenticare, lo sento come un peso. Ogni click è un atto di liberazione. Un atto di ribellione...
Squarcio…
Posted on March 27th, 2004 at 1:37 AM | Tags: Estetica
La casa è buia, illuminata solo dalla luce gialla e intermittente di un lampione fuori dalla finestra. Mi siedo sul divano, stringendo tra le mani una tazza di tè che si raffredda troppo in fretta. Il vapore si alza lento, sfiorandomi il viso. Ha l’odore dolce dell’arancia e del miele, un profumo che di solito conforta, ma stasera sembra estraneo, quasi invasivo. Mi guardo intorno: libri sparsi sul tavolo, un maglione lasciato sulla sedia, e quel biglietto {quel dannato biglietto} con la tua calligrafia precisa e nervosa. Non lo tocco. Non ancora. Quando sei entrato nella mia vita, non c’erano filtri. Parlavi di sogni e di cicatrici, di quel peso che ti portavi dentro come un macigno. Io ascoltavo, annuivo, ma non ti ho mai aperto del tutto il mio mondo. Mi sono nascosta dietro una maschera, dietro la scusa di un’indipendenza che, in realtà , era solo paura. E ora eccoci qui, nella distanza che ho creato con le mie stesse mani. Stasera ti sei seduto accanto a me, con quell’aria severa che indossi quando non vuoi farti ferire. «Alice, io non ce la faccio più.» Le parole sono uscite come un colpo secco, lasciando dietro di sé un silenzio...
Gelato, bugie e silenzi
Posted on March 20th, 2004 at 2:51 PM | Tags: Esperienze
Ci sono verità che pesano più delle bugie, e silenzi che fanno più rumore di qualsiasi parola # La giornata era iniziata con un'aria strana, come se qualcosa stesse per succedere, anche se non sapevo cosa. T. ed io ci eravamo organizzati per un pomeriggio di spensieratezza, o almeno così credevo. A Nervi, lungo il lungomare, la brezza salmastra sembrava danzare intorno a noi, mischiandosi all'aroma dolce delle cialde appena sfornate di una gelateria lì accanto. Eravamo in fila, io con un piede mezzo fuori dal negozio, osservavo il mare increspato e il cielo che si faceva più scuro, come se volesse custodire un segreto. T. mi guardava con quell’intensità che a volte mi faceva sentire a disagio, come se potesse leggermi dentro. Quando finalmente ci siamo seduti con i nostri gelati, il mio un mix improbabile di cioccolato e limone, il suo pistacchio e fragola, lui ha abbassato la voce. «Alice, tu... sei gelosa di me e di lei?». Per un attimo, ho sentito il mondo fermarsi. Il rumore delle onde, il chiacchiericcio intorno, tutto si è dissolto. E in quella pausa silenziosa, ho sentito il mio cuore reagire. Era una domanda semplice, ma in quel momento mi sembrava...
Svelamenti Amorosi
Posted on March 17th, 2004 at 2:02 PM | Tags: Esperienze
Sono in cucina, il rumore del coltello sul tagliere scandisce i miei pensieri. Il profumo di cipolla e aglio si mescola all’aroma dolce del basilico, creando un contrasto pungente e familiare. Questa routine dovrebbe calmarmi, eppure ogni movimento sembra amplificare quel vuoto che mi porto dentro da giorni. Due settimane. Non passa giorno senza che quelle parole mi tormentino. «T. ha una ragazza.» Lo ha detto come fosse nulla, come se il mondo non si fosse capovolto. Da allora, tutto è cambiato. Io sono cambiata. Mi fermo. Il coltello resta sospeso a mezz’aria mentre osservo le foglie verdi e brillanti del basilico. Ogni dettaglio è vivido, quasi crudele nella sua semplicità . È la primavera, penso, eppure dentro di me non c’è traccia di rinascita. Mi siedo al tavolo con la schiena rigida, come se il peso del mio silenzio potesse spezzarmi. Cerco di respirare a fondo, ma l’aria sembra densa. Ogni volta che penso a T., un nodo mi stringe la gola. L’ho visto ieri con lei: rideva, e quella risata, una volta mia, ora appartiene a qualcun altro. Può un’amicizia sopravvivere a una verità che non eri pronta ad affrontare? La luce fioca della lampada illumina appena la stanza,...
Ferite invisibili, abbracci universali
Posted on March 11th, 2004 at 9:00 PM | Tags: Esperienze
A volte il mondo crolla senza preavviso. E tutto ciò che resta è un'eco sorda # Siedo davanti alla televisione, il volume basso ma sufficiente a colpirmi come un sussurro gridato. Il telegiornale annuncia bombe. Madrid trema. Non è la prima volta che la violenza si insinua tra le pieghe di una giornata normale, eppure ogni volta è come una lama che taglia l’aria. Il profumo del caffè che ho lasciato raffreddare sul tavolo si mescola all’aroma del legno della mia cucina, come se cercasse di ricordarmi che il mondo continua, anche quando tutto sembra fermarsi. Ma fuori dalla finestra, Milano è in silenzio, e quel silenzio pesa più del rumore che esplode nei notiziari. Le immagini scorrono veloci: stazioni distrutte, bagagli abbandonati, volti congelati nella paura. Mi sembra di essere lì, tra quei frammenti di vite spezzate, a respirare un’aria che sa di polvere e ferro. Madrid non è mai stata così lontana, né così vicina. Mi alzo, incapace di restare ferma. Cammino per casa senza meta, come se muovermi potesse alleviare il peso di ciò che ho appena visto. Ogni passo rimbomba nel pavimento, un’eco vuota che si perde tra le pareti. Penso a loro. A chi aspettava...
.Donne.
Posted on March 8th, 2004 at 7:00 PM | Tags: Celebrazioni
Che tipo di futuro stiamo costruendo per le generazioni che verranno? Saranno ancora costrette a lottare per diritti che dovrebbero essere scontati? Passeggiando per le strade di questa città che mi appartiene e che mi respinge, vedo un uomo fermarsi davanti a me. Un ragazzo, giovane come me, eppure c'è qualcosa che lo fa sembrare più adulto, come se avesse compreso, nel suo piccolo, che le parole non sono mai abbastanza. Mi sorride e, con una delicatezza che mi sorprende, mi porge un rametto di mimose. I fiori, gialli e carichi di vita, appaiono quasi fuori posto tra il cemento grigio e il traffico che sembra non fermarsi mai. La sensazione di quel gesto mi prende alla gola. Non è solo il fiore, ma il suo significato. La mimosa, come ogni simbolo, diventa il portavoce di una memoria che non deve essere dimenticata. È l'8 marzo. La festa della donna. Ma cosa significa davvero? Qual è il peso che questa data ha per chi, come me, ogni giorno combatte una battaglia in silenzio, tra le mura della propria casa, nei luoghi di lavoro, nell'intimità delle proprie riflessioni? La mimosa è il ricordo di chi ha lottato per un posto nel...
Memorie di una liberazione
Posted on January 27th, 2004 at 12:39 AM | Tags: Memoria
Ci sono giorni che non smettono mai di gridare, anche quando il tempo tenta di soffocarli # Per quelle persone, quel giorno è stato tutto. Un varco tra la fine e l'inizio. Un filo sottile tra l'incubo e la vita. Il vento pungente tagliava l'aria gelida, eppure non sentivano il freddo. Erano troppo occupati a cercare la luce che, da troppo tempo, si era nascosta nell'oscurità . Vedo il sole che si affaccia timido sopra il confine di un mondo ormai distorto. Dentro di me scorre un desiderio strano, irrequieto. È come se quel piccolo raggio fosse l'ultimo battito di un cuore dimenticato. Un piccolo miracolo che non credevo più possibile. Ma loro, lì, dovevano essere già abituati al buio. Abituati alla paura che cresce dentro come una malattia, che ti morde fin dentro le ossa, senza pietà . « Arbeit macht frei », scrivono le lettere arrugginite sul cancello. Una bugia eterna, forse l'ultima, che si strappa via con un urlo muto. La promessa di un lavoro che ti avrebbe liberato, ma che, alla fine, ti ha ridotto ad un corpo senza anima, senza sogni. Eppure, oggi, in quella stessa aria densa, in quel fango che sembrava l'unica cosa che potesse...