
NPC. Un ombra che non esiste
Posted on March 3rd, 2025 / Algoritmi / 0 CommentsTi guardi allo specchio e non vedi niente. Non vedi un volto, non vedi occhi, non vedi una bocca che si muove. Vedi un’ombra, un riflesso che non ti appartiene. Ti guardi, ma non sei tu. Non lo sei mai stato. Sei un’immagine spezzata, un’eco distorta di qualcosa che non esiste. Ti costruisci come si costruisce un fantoccio, pezzo dopo pezzo, rubando dettagli da chiunque incontri, da chiunque sia abbastanza ingenuo da lasciarti entrare. Ti compiaci della tua abilità, del modo in cui inganni, in cui plasmi le parole fino a farle diventare armi, fino a farle sembrare verità. Ti nutri di chi ti crede, di chi non sa guardare oltre la superficie liscia che mostri. Ma tu lo sai, vero? Sai che dietro non c’è nulla. Sai che la tua immagine crollerebbe con un solo soffio di vento.
Ti vesti di menzogne come fossero seta, lisce e perfette, senza una piega. Ma il tessuto che indossi non ti appartiene. Ogni parola che dici è una cucitura che si sfilaccia, ogni storia che racconti è un filo che si spezza. Ti presenti con un volto che non è il tuo, con un’età che hai rubato, con una vita che non hai mai vissuto. Ti muovi tra le persone come un’ombra, ma non sei niente. Sei un’illusione, un trucco mal riuscito. Hai bisogno che ti guardino, hai bisogno di essere desiderato, temuto, adorato. Ma nessuno può adorare il vuoto, nessuno può amare il nulla. E tu sei il nulla. Ti aggrappi a chiunque possa riflettersi in te, sperando di assorbirne un frammento, sperando che basti a riempire l’abisso che hai dentro. Ma non basta mai. Perché non esiste specchio che possa darti un volto, non esiste voce che possa riempire il tuo silenzio.
Ti piace credere di avere il controllo. Ti piace giocare con la mente degli altri, spostare le pedine, muovere i fili. Ti piace pensare che nessuno veda oltre la tua maschera. Ma la verità è un’altra. La verità è che tu non sei forte. Non sei intelligente. Non sei speciale. Sei solo un uomo che si nasconde. Un uomo che ha paura. Paura di essere scoperto. Paura di essere abbandonato. Paura di essere dimenticato. E allora inventi, crei, manipoli. Costruisci castelli di carta che crollano alla prima folata di vento. E quando crollano, quando il tuo gioco finisce, resti solo. Solo con il vuoto che ti divora, solo con il silenzio che ti soffoca. Pensi di essere invincibile, ma sei fragile. Basta un niente per spezzarti. Basta un solo sguardo vero, un solo momento di sincerità per distruggere tutto ciò che hai creato. Sei una casa senza fondamenta, un corpo senza ossa. Sei un nome che non esiste, un viso che non appartiene a nessuno. Sei un frammento di qualcosa che non è mai stato intero.
Ti nascondi dietro uno schermo, dietro parole che non significano niente. Ti nascondi dietro immagini rubate, dietro storie che non ti appartengono. Ti nascondi, sempre. Perché non puoi fare altro. Perché se qualcuno vedesse davvero, se qualcuno riuscisse a strapparti via la pelle, troverebbe solo il vuoto. Il nulla che sei. Il nulla che rimarrai. Non hai una storia. Non hai un passato. Sei fatto di specchi infranti e riflessi distorti. Ti guardi, ma non c’è niente da vedere. Perché sei solo questo. Un’illusione. Un errore. Una bugia che si racconta da sola. Ed io… Io ho finito di fare da specchio a chi non esiste.