← Torna al blog

Nella tasca del tempo

Questa mattina, il cielo aveva il colore del sale sciolto nell’acqua.
Ho aperto le finestre sul terrazzo e il vento di mare ha piegato la tenda come un segreto che si svela a metà.
Era silenzioso, tranne per il suono delle barche lontane e la voce di papà che, da dentro, parlava al telefono con parole troppo grandi per le nostre vacanze.
Ho deciso di fare ordine nella giacca che usavo quando avevo dieci anni.
Era nella cassapanca, dove finiscono i ricordi in letargo.
Nella tasca sinistra ho trovato una conchiglia. Liscia, piatta, con una spirale quasi perfetta.

Mi è tornato in mente quel pomeriggio sulla spiaggia di Lavagna, quando avevo raccolto “solo le cose bianche”.
Mia madre si era arrabbiata perché le avevo nascosto che avevo messo i piedi in acqua.
Io volevo solo capire se il mare sente il freddo.
La spirale della conchiglia mi ha fatto pensare a Fibonacci.
All’idea che esista una bellezza ordinata persino nelle cose abbandonate.

Ho tenuto la conchiglia in tasca tutto il giorno, anche quando siamo andati a comprare il pane.
Ho osservato le rughe della panettiera e mi sono chiesta quante vite avrà ascoltato dietro quel bancone.
Papà ha comprato due focacce al formaggio “per dopo”, e non ha detto quando sarebbe “dopo”.
Credo che gli adulti vivano in un tempo elastico.

Nel pomeriggio ho scritto una lettera alla me del futuro.
L’ho nascosta sotto il vaso del rosmarino.
Diceva: “Ricordati di quando ti sembrava di poter ascoltare il mare solo con una conchiglia.”

Stasera, prima di dormire, ho riaperto quella tasca.
La conchiglia era ancora lì.
Il passato, a volte, è una tasca cucita male che continua a restituirti le cose che credevi perse.

Remember me,
Eclipse

Leave a Reply to XxFunkySoulxX Cancel reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

40 Responses

  1. non so xk ma ogni volta che leggo i tuoi post mi viene voglia di buttare via il diario e cominciarne uno nuovo.

  2. “Il passato, a volte, è una tasca cucita male”… questa frase mi si è infilata addosso come un maglione vecchio. È bellissima, un po’ fa male.

  3. Spiegami come fai a parlare di Fibonacci e della panettiera nello stesso post senza sembrare matta. È un talento raro.

    1. Forse perché la matematica e la focaccia hanno in comune l’impasto: ci vuole pazienza, e un po’ di fame.

  4. Anche io ho una lettera alla me del futuro. È nascosta nel secondo cassetto, dietro le calze con i gatti.

  5. La conchiglia io l’avrei persa in 5 minuti, altro che tasca. Brava tu che riesci a tenere strette le cose.

  6. io sono andata proprio a Lavagna quest’estate. C’era un signore che urlava “angurie fresche!” alle 9 di mattina.

  7. le parole di tuo papà sembrano ombre lunghe. mi ha fatto pensare alla voce di mio padre quando parla piano, ma decide le cose per tutti.

  8. “solo le cose bianche” mi ha fatto venire in mente quando io cercavo solo sassolini a forma di cuore… ma non ne trovavo mai.