Il Lato Oscuro della Libertà

Il Lato Oscuro della Libertà

Posted on April 19th, 2002 at 1:43 AM | Tags: | 0 Comments

Ogni venerdì sera mi ripeto la stessa domanda: che film guardiamo? Non è una questione banale, no. Affittare un film ha sempre un qualcosa di speciale, di magico. Lo so, sembra strano. «Perché non lo scarichi online?» mi chiedono. Eppure, proprio lì sta la bellezza. Non c’è nulla di più reale che scegliere un film da uno scaffale polveroso in una videoteca, mentre il profumo di carta e plastica ti avvolge. La copertina di quel DVD, con il suo colore sbiadito, è il richiamo di un’altra vita. È un invito a fermarsi nel caos del mondo e vivere una storia, non una connessione interrotta da pubblicità o buffering.

Il mio piccolo rito del venerdì non è solo una questione di scelta del film. È la scoperta. Ogni titolo è un enigma, ogni copertura è un fascino che ti spinge a curiosare. In un mondo dove tutto sembra cliccato, concreto è l’attimo in cui prendi il film dalla cassetta. Eppure, oggi, quel gesto è un atto di resistenza. La cultura è qualcosa che si tocca, che si sente sulla pelle. Non è solo un’immagine che compare su uno schermo. È un oggetto, è un percorso.
Mi ricordo quando andavo a prendere i film con mia madre. Mi chiedo se ancora esiste la stessa magia. È così che creiamo legami, nel condividere questi istanti. Si parlava, si facevano previsioni sul film, e il viaggio verso casa diventava quasi una parte del film stesso.

Arrivare a casa e prepararci per la visione era parte della cerimonia. Un rituale di attesa che nessun download veloce può restituire. Perché non è solo guardare un film. È preparare il cuore a essere preso, è lasciarsi avvolgere da una storia senza paura di interruzioni. Senza il rischio che tutto venga messo in pausa da un maledetto buffer.

Ogni sera, il film è la promessa di un’esperienza intatta. Il suono chiaro, l’immagine nitida. La realtà non deve essere filtrata da pixel e attese infinite. Il film che prende vita, il pop-corn che scoppia, l’odore della plastica della videocassetta che scivola nel lettore. È qualcosa di reale, di fisico. Eppure, oggi, sembriamo dimenticarlo. Preferiamo la velocità, l’immediatezza. Ma chi ci resta? Dove sono i legami veri, le emozioni piene, quelle che non si possono scaricare?

Il progresso è lì davanti, a portata di clic. Ma a quale costo? Ogni volta che scegliamo l’istantaneo, qualcosa svanisce. Ci stiamo abituando a un mondo troppo facile, senza l’incertezza, senza la fatica della ricerca. Dove andremo, se non c’è più niente da scoprire? Dove ci porta questa corsa a velocizzare tutto?

Mi fermo. Non so dove sia la risposta. Ma questo vuoto è più che un’indecisione. È una mancanza. Un segno di un futuro che abbiamo creato per noi, ma che forse non volevamo davvero.

Tu dove stai andando? Hai ancora un posto dove fermarti?

Piano sonata No.14 in C-Sharp Minor, Op,27 No.2 -” Moonlight” – Classical Helios Station


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