Nuove sfide, vecchi ricordi
Posted on January 8th, 2001 at 1:30 PM | Tags: Memoria | 0 CommentsLa campanella suona con un suono tagliente, come una promessa non detta #
Ogni anno che ricomincia è come un libro da scrivere, eppure, ogni pagina sembra un ritorno. I corridoi della scuola sono affollati, ma è il silenzio interiore che mi accompagna più di tutto. Il suono delle voci che si sovrappongono, gli sguardi che si intrecciano, sono il riflesso di una realtà che, nonostante cambi, sembra sempre uguale.
È un anno nuovo, eppure, la solitudine è la stessa. Un passo dopo l’altro, mi avvicino alla classe. I volti degli amici sembrano familiari, eppure ogni volta c’è una distanza che non riesco a colmare. Le vacanze sono finite, ma ciò che rimane è una sensazione di incompletezza che non riesco a scacciare. Le chiacchiere dei compagni si intrecciano con i ricordi del passato, ma qualcosa è cambiato dentro di me. Non sono più la stessa.
Ogni risata, ogni parola, suona come una promessa di normalità. Ma cosa significa essere normali? La scuola, i libri, i banchi, tutto sembra avvolto da una patina di ritualità. Le giornate passano come se il tempo non fosse mai davvero nostro. Si vive per compiti, per interrogazioni, per aspettative. Ma io non voglio vivere così. Non voglio che il tempo mi scivoli via senza averlo vissuto.
I volti dei professori sono in qualche modo rassicuranti, eppure ogni lezione, ogni parola che si snoda davanti a me, è solo un’altra battaglia. Una lotta per imparare, per adattarsi, per essere come gli altri vogliono che tu sia. Non voglio essere come loro. Voglio essere me stessa, ma non so se questo è sufficiente in un mondo che chiede sempre di più.
La malinconia dei giorni che passano, la nostalgia di quello che non c’è più, la sensazione che il futuro sia un’incognita che non riesco a decifrare. Ma questa è la vita, no? Un susseguirsi di attimi che si perdono. Eppure, ogni tanto, un’idea di libertà mi sfiora. Forse, vivere non significa seguire le regole. Forse significa osare di più, di quanto mi è stato insegnato.
Non sono pronta per tutto ciò che mi aspetta, ma sono pronta a combattere. La battaglia che mi aspetta è quella per diventare una persona che non si accontenta. Una persona che non si fa fermare dalle paure, dalle aspettative altrui. La scuola, la vita, il mondo – sono solo sfide da affrontare con coraggio. E mentre il suono della campanella si fa sempre più lontano, mi rendo conto che la mia lotta è appena iniziata.
Ogni passo, ogni movimento, è una dichiarazione di guerra. Non contro gli altri, ma contro me stessa. Contro tutto ciò che mi è stato imposto come destino. Perché il mio destino è nelle mie mani.
Ma cosa succede quando il futuro ti spaventa? Quando non hai le risposte, solo domande che ti assillano, e nessuna certezza? Forse è proprio in quei momenti che impariamo chi siamo davvero. Non quando tutto va bene, ma quando siamo soli, a fronteggiare le nostre paure.
Cosa accadrà, allora, quando ci troveremo faccia a faccia con il nostro destino? Saremo pronti a lottare, o cederemo alla paura?
La vita è una domanda che non ha risposta, eppure, è proprio nella domanda che trovo la mia forza.
Siamo pronti ad affrontare davvero ciò che ci attende?
Remember me,
Eclipse