Sogni, risate, progetti impossibili
Posted on January 15th, 2001 at 7:00 PM | Tags: Celebrazioni | 0 CommentsLa notte ci ha avvolto in un abbraccio caldo,
e in quella piccola stanza ho capito che non importa dove andremo,
ma chi saremo insieme. #
Siamo lì, nel salotto della mia casa. È l’inizio del nuovo anno, e la serata è ancora giovane. Le luci soffuse delle lampade creano una danza di ombre sulle pareti, come se il tempo stesso si fermasse, diventando improvvisamente più vicino. E noi, seduti su cuscini sparsi sul pavimento, ci sentiamo protagonisti di un mondo che sembra esserci, solo per noi. Come se non ci fosse nulla di più importante al mondo che stare lì, a fare progetti folli, a ridere insieme. “Ragazzi, è il momento di sognare ad alta voce!” annuncio, lanciando il guanto della sfida. C’è qualcosa di speciale nel momento che precede l’azione, quando tutto è possibile, quando non ci sono limiti, solo quella sensazione di essere ancora giovani e senza paura.
M. solleva la mano con la solennità di un generale. “Ho un’idea che farà storia”, dice. Poi, con un sorriso di quelli che promettono guai, annuncia: “Voglio costruire una nave pirata e solcare i mari, alla ricerca di tesori perduti!” Scoppio in una risata incontrollabile, come se il mondo intero fosse diventato più leggero. Ma poi, mentre gli altri si uniscono alla risata, il pensiero arriva chiaro e netto: quale tesoro ci aspetta davvero, alla fine?
“Ma M., dove pensi di trovare il legno per costruire una nave? E soprattutto, dove pensi di navigare?” osservo, ma lo faccio con un sorriso di complicità. La mia voce è quella di chi conosce la follia, ma la abbraccia, la lascia entrare. Lui, però, non si scompone. “Dettagli!” risponde con un gesto indifferente. “Possiamo sempre rubare un po’ di legname dal parco vicino. Non c’è niente di impossibile!”
Le risate continuano, ma una domanda serpeggia dentro di me. In fondo, a che serve essere “realisti”? La realtà è solo un’altra faccia della prigione che ci costringiamo a vivere. Ma non posso esprimere questo ad alta voce, perché in fondo sono complice. In fondo, anch’io amo i sogni impossibili. Poi, S. prende la parola. “Basta con le piramidi di legno, basta con i sogni che non si realizzeranno mai. Ho una proposta più concreta!” dice, con un tono quasi filosofico. “Organizziamo una maratona di film, e restiamo svegli tutta la notte a guardare ciò che amiamo. Popcorn, dolci, risate. Nessun limite”.
La sua proposta è semplice, ma mi colpisce come se fosse una rivelazione. Così vicina alla verità, così lontana dalla necessità di conquista. Perché non fermarci lì? Perché non godere dei piccoli piaceri della vita? “Perfetto!” rispondo con entusiasmo. “Perché alla fine, cos’altro ci resta se non le risate e i momenti che condividiamo con chi amiamo?”
Mentre la serata scivola via tra sogni, risate e progetti che non vedranno mai la luce, mi rendo conto che forse la nave pirata non esiste, e che il vero tesoro che cerchiamo è il tempo che passiamo insieme. La vera avventura non è costruire una nave impossibile, ma vivere un’epoca di sogni, complicità e attimi che non torneranno mai più.
La notte è ormai avanzata, e noi siamo lì, in quella stanza che sembra racchiudere l’intero universo. Mi guardo intorno. La vera domanda non è cosa faremo l’anno prossimo, ma quanto saremo capaci di vivere il presente. E quando finirà questo momento, cosa rimarrà davvero?
In fondo, cosa rimarrà di questa sera? Cosa resterà di noi?
Background Music: “I Gotta Feeling” by The Black Eyed Peas
Remember me,
Eclipse