Il Destino Oscuro d’America
Posted on January 20th, 2001 at 10:00 PM | Tags: Rivoluzione | 0 CommentsOggi l’America si solleva, ma non so se per applaudire o per nascondere i propri timori. #
Oggi, 7 gennaio, un uomo prende il suo posto nella storia. George W. Bush è il nuovo presidente degli Stati Uniti, e tutto sembra dire che stiamo per entrare in un’era di cambiamenti. In questo momento, nella Casa Bianca, l’aria è carica di aspettative, come un pallone gonfiato pronto a esplodere. Il suo discorso è sicuro, ma io lo ascolto con il cuore in subbuglio. Parla di unità, di opportunità, di un futuro che sembra promettere la fine delle divisioni. Ma cosa significa davvero questa “unità”? La divisione che ci ha scossi per mesi, tra destra e sinistra, sembra non essere solo una questione di partiti, ma di popoli, di valori, di cuori.
Io lo guardo, ma non posso fare a meno di sentire che c’è qualcosa di profondamente distorto in questo entusiasmo collettivo. Perché la speranza, per quanto bella, non riesce a cancellare il buio che si nasconde dietro le parole di questo nuovo presidente. Le sue promesse suonano vuote, come la risata di un uomo che sa che il gioco è appena cominciato e le regole cambieranno in fretta. Bush non è il salvatore che sperano alcuni, non è nemmeno il diavolo che temono altri. È semplicemente un uomo. Ma sarà in grado di affrontare davvero le sfide che si stagliano all’orizzonte?
Quando le bandiere si abbassano, quando le luci della cerimonia iniziano a spegnersi, le domande restano. Come cambierà questo paese? Perché, dietro a ogni sorriso di soddisfazione, si nasconde l’incertezza di un futuro che non possiamo controllare. Le promesse di giustizia e libertà non cancellano il timore che la politica resti, come sempre, un palcoscenico per chi sa giocare con il potere.
Gli Stati Uniti sono una nazione fatta di sogni e di contraddizioni. Hanno combattuto per la libertà, ma oggi chi governa sa che il potere è un gioco complesso, fatto di alleanze, compromessi, e spinte invisibili che ci sfuggono. Eppure, quando ascolto Bush, mi viene in mente una domanda. Chi sarà davvero il presidente degli Stati Uniti? Quello che abbiamo visto oggi, o quello che vedremo domani?
In me c’è un dubbio che non si spegne. Ho vissuto abbastanza a lungo per sapere che ogni promessa ha il suo prezzo, e ogni cambiamento porta con sé un sacrificio che non sempre vediamo arrivare. Ogni volta che il potere cambia mano, qualcosa dentro di noi si spezza. Non sappiamo mai in anticipo se sarà la speranza a prevalere, o la paura.
Quindi, cosa accadrà davvero all’America? Il destino di una nazione è scritto dalle sue scelte, ma quelle scelte, come sempre, non sono mai tanto chiare quanto ci vogliono far credere. È il silenzio che segue le parole, che ci dice la verità. E mentre il paese si prepara a un nuovo capitolo, non posso fare a meno di chiedermi: quale futuro stiamo davvero scegliendo?
Background: U.S. Presidential Anthem: Hail to the Chief