Libera di correre, ancora
Posted on February 23rd, 2001 at 3:00 PM | Tags: Resilienza | 0 CommentsIl suono del campanello, squillante e inaspettato, mi sveglia da un sogno che non ha nulla a che vedere con la realtà che mi attende. Mentre tanti scivolano verso la libertà, io vado a correre, non per passione, ma per obbligo. Eppure, in questo tragitto, c’è qualcosa che mi sta cambiando.
Entrare in palestra è come entrare in un altro mondo. Una palestra polverosa, dove l’aria sa di fatica e sudore. La stessa aria che diventa più pesante ogni volta che il mio allenatore mi guarda, pronto a dispensare ordini con un sorriso tra il disperato e il motivante. Le sue parole suonano dure, ma sono quelle che mi fanno andare avanti. Non c’è spazio per la malinconia, non c’è spazio per fermarsi. Ogni passo che compio è una battaglia. Ogni peso che sollevo è un’eco di un futuro che mi spaventa.
Corsa a ostacoli, salto in alto, lancio del peso. Ogni esercizio è una sfida contro me stessa. Perché mi trovo qui? Cosa sto cercando? È la domanda che mi faccio ogni volta che il mio corpo grida. La risposta non arriva mai. Ma non mi fermo. Forse non è mai stato il mio scopo quello di vincere, ma di trovare il mio limite, di spingerlo più in là. Non sono qui per essere la migliore, ma per non essere meno di me stessa.
Il resto del mondo? Lì fuori, sembra vivere una realtà che non mi appartiene. Libertà? Per me è solo un’altra parola che suona vuota, come un canto lontano. Il tempo libero dei miei coetanei è un altro pianeta, uno di cui non capisco la gravità. Mentre loro corrono a perder tempo, io corro a farmi cambiare. Non è un sacrificio. È una necessità.
Eppure, c’è qualcosa che mi sfugge. Non è solo fatica. Non è solo dolore. Ogni ostacolo che supero, ogni respiro affannato, è un piccolo passo verso qualcosa che non vedo ancora. Forse è la consapevolezza che l’atletica non è solo corpo, ma anche mente. Non è solo la capacità di spingersi oltre, ma la forza di resistere. Forse è questo che mi cambia: la forza di rimanere quando il mondo ti dice di cedere.
E quando guardo indietro, forse un giorno, mi accorgerò che ogni ora passata qui è diventata la pietra miliare della mia crescita. Forse sarà il mio stesso sudore a farmi capire chi sono. Ma è ancora troppo presto. E la strada è lunga.
La domanda rimane sospesa nell’aria: Cosa significa veramente essere liberi? E, se alla fine della corsa non c’è mai un traguardo, dove trovo il senso di tutto questo?
Background musicale: “Fly Away” di Lenny Kravitz