Memorie di un Fuoco Perduto

Memorie di un Fuoco Perduto

Posted on June 26th, 2002 at 3:11 PM | Tags: | 0 Comments

Un filo di fumo nell’aria, il ricordo di un fuoco che non c’è più #

Il parco era il nostro regno. Piccole mani, grandi sogni. Correvamo, saltavamo, esploravamo. Ogni angolo, ogni sentiero, ogni cespuglio aveva il suo mistero. C’era una scintilla che ardeva nei nostri occhi, un fuoco che non avrebbe mai dovuto spegnersi. Ma ora, guardando indietro, mi chiedo: cosa resta?

Eravamo più di bambini; eravamo esploratori, pionieri di un mondo che sembrava solo nostro. Ogni rifugio costruito con mani inesperte, ogni segno lasciato nel terreno, raccontava una storia. Non avevamo paura di nulla. Non avevamo bisogno di nulla. Il nostro fuoco era la nostra forza, la nostra vittoria sulla natura selvaggia, quella natura che ci ignorava, ma che noi sentivamo come la vera sfida.

Il brevetto di fuochista, di cacciatrice, sembravano titoli che ci elevavano al di sopra di tutto. Farfalle, insetti, tracce nel bosco. Eravamo giovani, ma quella nostra spavalderia era la cosa più vera che avevamo. Non c’era nulla che non potessimo conquistare.

Poi sono cresciuta. Il branco si è dissolto come fumo nell’aria, lasciando solo il ricordo di un tempo che non tornerà più. La vita, quella vera, ha bussato alla porta. Ho dovuto abbandonare il parco, lasciare i giochi, le avventure. Tutto è diventato più complicato, meno puro. Eppure, ogni volta che rivedo i miei compagni, ogni volta che mi trovo a pensare a quei giorni, c’è una parte di me che si chiede se ho fatto la scelta giusta.

Non rimpiango niente, ma mi manca qualcosa. Forse è la spontaneità, la certezza che ogni passo fosse una scoperta. O forse è la forza di credere che tutto fosse possibile, che il mondo intero fosse alla nostra portata.

Gli anni sono passati, ma quella sensazione di essere parte di qualcosa di più grande, come quando guardavamo il cielo con il telescopio e cercavamo le stelle, non l’ho mai dimenticata. È come se una parte di me fosse rimasta lì, nel parco, nei rifugi costruiti con sabbia e rami. E mi chiedo: che ne è stato di quella fiamma? È sopravvissuta dentro di me, o è stata inghiottita dal tempo?

E ora, quando guardo le nuove generazioni che giocano nello stesso parco, mi chiedo: avranno mai la stessa scintilla? O anche loro perderanno il fuoco, come tutti? La domanda resta sospesa, come il fumo che svanisce nell’aria.

Cosa rimarrà, alla fine, di tutto questo? Quella luce, quella forza che ci ha spinto, era solo un sogno o qualcosa di vero, destinato a non morire mai?

Io Vagabondo – Nomadi


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