Esame o Battaglia?
Posted on June 20th, 2003 at 9:33 PM | Tags: Memoria | 0 CommentsSotto il peso del sapere, il cuore cerca pace #
Oggi, posso finalmente respirare. Dopo il trambusto, i nervi, l’ansia che ha consumato le mie ultime settimane, guardo il foglio bianco che ho di fronte, e per un attimo non capisco cosa ci stia facendo. Non è più solo un esame. È la somma di tutto ciò che ho studiato, ciò che ho imparato, i sacrifici, le notti in bianco. Ma è anche qualcosa di più. Un rito di passaggio, un cammino che ho percorso per arrivare fin qui.
Quando ho iniziato il liceo scientifico, pensavo di essere preparata. Ma l’esame di quinta è diverso. Non solo perché è l’ultimo, ma perché si gioca su tutto: ogni pensiero, ogni dubbio che mi ha attraversata durante gli anni, ogni istante di fatica è lì, racchiuso in quella cartella. Fisica, matematica, biologia… Materie che ho studiato con passione, ma che oggi sembrano quasi nemiche. Il loro peso mi ha schiacciato, ma mi ha anche forgiato.
Ho affrontato l’esame come una maratona, un test di resistenza, non solo mentale, ma anche fisica. Il corpo che si fa sentire mentre la mente galoppa. I calcoli di matematica erano freddi, distanti, ma quando la professoressa mi ha chiesto di spiegare l’energia potenziale, mi sono ritrovata a parlare di leggi che non sono solo leggi fisiche, ma leggi di vita. Come la gravità, che ci tiene ancorati alla terra, ci sono forze invisibili che mi legano al mio passato. Le formule, la logica, la necessità di precisione… il bisogno di ordine in un mondo che mi sembra sempre più caotico.
Fisica. L’esame che mi ha messo di fronte alla relatività, dove il tempo non è mai davvero uguale per tutti. Siamo spaventati dal tempo che passa, ma io sono stanca di temerlo. Ho cercato di dargli una forma, una misura, credo di esserci riuscita. L’unica verità che so è che mi scivola tra le dita. Come sabbia.
Incertezza. Eppure, qualcosa è cambiato in me. Ho sentito una forza che non pensavo di possedere. L’esame non è solo un atto accademico. È uno specchio. Uno di quelli che, quando guardi troppo a lungo, ti fa dubitare di chi sei. Ti spinge a chiederti: chi sono davvero, quando la sala è silenziosa e la tua mente è in guerra con te stessa?
Ogni parola che ho scritto, ogni risposta che ho dato, era una dichiarazione di esistenza. E forse, è quello che volevamo tutti, in fondo. Non solo risposte giuste, ma anche il nostro posto nel mondo.
Sono riuscita a rispondere. Ho vinto, almeno oggi. Ma cosa rimarrà davvero di questo esame? Un voto, un giudizio. E poi? E poi si va avanti, senza che nulla cambi davvero. Cos’è che definisce il nostro valore? Il voto, il giudizio, o la lotta interiore che affrontiamo ogni giorno per non arrenderci?
Quando i risultati arriveranno, cosa vedrò in quel foglio che mi dirà se sono stata all’altezza delle aspettative? Un numero, una lettera. E basta? O forse c’è qualcosa che nessuno ci insegna a misurare: la forza di una persona che continua a camminare, nonostante tutto. Cosa accadrà dopo? Cosa succederà quando i libri si chiuderanno, quando la battaglia sarà finita? E sarà davvero finita?
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