Sguardi, Silenzi, Connessioni Perdute
Posted on July 24th, 2003 at 11:09 PM | Tags: Rivelazioni | 20 CommentsTra luci soffuse e sguardi furtivi, il silenzio racconta la mia storia #
Sono appena tornata. Un altro passo fuori dal conosciuto, un altro passo verso il nulla che so di dover affrontare, ma che rimando continuamente. Una notte che sfida la monotonia, che mi scuote dalle abitudini, che mi strappa dal grigiore quotidiano. Il locale è buio, le luci soffuse a malapena illuminano i volti che si muovono freneticamente, senza mai fermarsi. La musica rimbomba nelle vene, il fumo si mescola con l’aria, il profumo di disinibizione sembra risuonare più forte di tutto il resto. Ma non è lì che mi trovo. No, io mi trovo nel silenzio. In quel silenzio che cresce tra un respiro e l’altro, che urla più forte di mille parole.
C’è qualcosa in quella serata che mi sorprende. Eppure, non è il rumore o la folla che mi avvolge. È quel momento di leggerezza, quel fremito che fa scattare la risata. Ridi, ridi, come se il mondo fosse un gioco, come se stessimo cercando di nascondere qualcosa. Non mi piace ridere senza motivo. Eppure, in quel momento, la risata è diversa. Ogni parola, ogni aggettivo che voliamo con le dita sugli altri è un gesto improvviso, un’istantanea della nostra fragilità. Un’istantanea di quello che siamo e di come ci vediamo. Perché ci facciamo guardare come se fossimo sempre in vetrina?
Un ragazzo carino al bar. Uno di quelli che fanno battere il cuore per un attimo. Quello che sembra appartenere ad un altro mondo, che sparisce e lascia solo l’eco di un ricordo sfocato. Eppure, non è quello che mi interessa. Non è la bellezza effimera dei suoi occhi, ma la tensione che si crea, il gioco. I nostri sguardi che si sfiorano, piccole scintille, rapidi come un respiro affannato. Ogni attimo è una connessione che non deve essere spiegata. Non servono parole, il nostro silenzio è già tutto. È intrigante, il modo in cui le nostre anime si toccano senza mai farlo.
Ma poi c’è il barista. Sempre dietro al banco, con il sorriso stanco, la battuta pronta. Mi sorride distrattamente, ma io lo vedo. Lo vedo mentre il mondo si svuota, mentre la musica si spegne e io rimango lì. Mi piace essere invisibile, un’ombra tra la folla. Mi piace non appartenere a nulla, mi piace non dover scegliere. Mi piace l’essere seduta e guardare gli altri con il mio drink in mano. La pista da ballo è lontana, è fuori dal mio mondo, eppure, c’è una parte di me che ne è completamente affascinata. Ma non posso. Non voglio essere intrappolata nel caos.
La serata finisce. Gli altri si disperdono. Il barista mi guarda perplesso, non sa cosa chiedermi, non sa cosa voglio davvero. E io lo sfido. Gli chiedo di inventare qualcosa, di creare un drink che solo noi capiremo. Perché ho bisogno di questo gioco? Perché devo restare fuori dalle regole? Mi sento inadeguata in questo mondo che corre, mi sento fuori posto, in un posto dove non voglio adattarmi. Non voglio fare parte di qualcosa che non mi rappresenta. Cos’è che mi spinge a cercare sempre il silenzio, il rifugio in un angolo di questa vita frenetica?
Ricordami. Ricordami mentre ti scatenavi, mentre ti perdevi nella folla e io stavo lì, lontana, con il mio angolo, il mio drink, il mio respiro silenzioso. Cosa rimane di una notte come questa? Forse è tutto più superficiale di quanto pensiamo, forse siamo tutti solo illusioni, senza mai incontrarci davvero. Se ogni sorriso, ogni parola scivola via come il ghiaccio nel bicchiere, cosa rimane? Siamo davvero connessi o ci raccontiamo storie per non ammettere che ci sfuggiamo, che siamo sempre soli?
E alla fine, nel silenzio, io resto lì. La notte si spegne. Il mondo continua a correre. Ma io sono immobile. Come se il mio cuore avesse smesso di battere per un attimo.
«Non siamo mai soli. Ma lo siamo sempre.»
• remember me
• Eclipse •
La notte ha sempre un sapore diverso, vero? Come se il buio ci obbligasse a confrontarci con le nostre paure più nascoste. Ma è anche lì, nel buio, che troviamo il coraggio di affrontare ciò che non vogliamo vedere. Mi hai colpita con queste parole… <3
Il buio nasconde, ma è anche un rifugio, non è vero? A volte è più facile confrontarsi con le nostre paure quando nessuno può vederci. È lì che, forse, troviamo un po’ di luce.
Eh sì, ogni tanto ci vuole un po’ di quel buio per scoprire chi siamo davvero! Ma non mi viene da dirti che sei un po’ troppo drammatica? Troppo silenzio fa male, ci vuole anche un po’ di casino ogni tanto. Lo dico io, che di solito preferisco il rumore! xD
Hai ragione, ogni tanto serve il rumore per svegliarsi un po’. Ma il silenzio è anche necessario per capire cosa c’è dietro il caos. Troppo silenzio, però, può davvero mettere a dura prova.
Non sono sicura di aver capito tutto, ma… c’è sempre qualcosa di magico nel silenzio, no? Come se dentro ci fosse tutto un mondo che aspetta di essere visto. E quei sguardi furtivi, chissà, sono solo il preludio a qualcosa di più grande. Un po’ di speranza non guasta mai! 😀
Hai ragione, Cielo. In ogni piccolo dettaglio c’è qualcosa di più grande che possiamo scoprire. E forse, a volte, la speranza è proprio ciò che ci permette di vedere quel mondo che non ci accorgiamo di avere sotto gli occhi.
Che roba è questa? A volte sembra che i silenzi pesino più delle parole. Ma che cavolo stai cercando di dirci? La solita solitudine da notte, no? O c’è qualcosa di più? Non so se trovo più frustrazione o fascino in queste righe…
Il silenzio è un’arma a doppio taglio, ma credo che sia necessario per capire cosa c’è sotto la superficie. Forse non c’è una risposta semplice, ma la ricerca continua. Forse la frustrazione è solo un altro passo verso la consapevolezza.
Dai, ma che è sta roba? La solita roba da pensieri notturni? Ok, può essere profonda, ma c’mon! Non c’è niente di più rock che vivere il momento, proprio come viene. I silenzi sono belli finché non diventano troppo lunghi, no?
Forse hai ragione, il rock è tutto vivere il momento senza paura di perdere il controllo. Ma quei silenzi, quando li affrontiamo davvero, potrebbero essere il nostro modo di sentirci vivi in un altro modo.
E che cavolo! Ti piace giocare con i sentimenti, eh? Ma fammi capire… questa storia che c’hai sempre paura di affrontare, alla fine, come la risolvi? Rimandi e basta, o c’è una fine a tutto sto teatro? Mica ci credo! #Cazzimma
A volte, il rimandare è tutto quello che ci rimane, no? Ma forse è proprio lì che nasce il vero cambiamento, quando decidi di affrontarlo davvero… Senza paura, ma con consapevolezza.
Sospensione. Ogni attimo che viviamo è un incontro con l’infinito, dove il silenzio non è mai vuoto, ma un contenitore di significati non ancora svelati. È interessante come il buio possa essere tanto pieno, se solo sappiamo ascoltarlo… I silenzi sono carichi di tutto ciò che non diciamo, ma che sentiamo. <3
Esatto. Ogni silenzio è come un vaso da riempire con ciò che non riusciamo a dire, ma che ci tormenta. È un contenitore di emozioni nascoste, un rifugio per ciò che non può essere espresso a parole.
Sospiri. A volte il silenzio è tutto. È come se raccontasse la nostra storia in un modo che le parole non riescono a fare. Tu dici di dover affrontare qualcosa, ma forse la risposta è proprio nei silenzi che ci avvolgono. Forse è lì che troviamo noi stessi… <3
Il silenzio è una lingua che non tutti capiscono, ma che parla fortissimo quando impariamo ad ascoltarlo. È vero, è lì che possiamo trovarci, se non abbiamo paura di restare soli con i nostri pensieri.
Non posso fare a meno di pensare che, forse, è proprio il grigiore quotidiano che ci prepara per momenti più intensi. Ogni passo che facciamo nell’ignoto ci avvicina a un’altra versione di noi stessi. Ogni sguardo, ogni silenzio è un tassello di una storia più grande. Mi piace come scrivi, davvero. <3
Grazie per le tue parole. Credo che i momenti più difficili siano quelli che ci portano a scoprire qualcosa di nuovo su di noi. Forse è proprio nel silenzio che troviamo il coraggio di cambiare.
Perché ci metti così tanto a decidere, alla fine? La paura non è mai il vero ostacolo, lo sappiamo bene. La vera domanda è: siamo pronti a guardare veramente in faccia ciò che ci aspetta? La notte lo sa, ti dice tutto senza parlare.
Hai ragione, non è la paura a fermarci, ma il fatto che ci scappa di non voler affrontare la verità che ci aspetta. E la notte, con il suo silenzio, è il palcoscenico perfetto per nascondere ciò che non vogliamo vedere.