Un Anima senza Confini
Posted on June 10th, 2004 at 8:30 PM | Tags: Memoria | 0 CommentsCi sono silenzi che parlano più di mille parole, e suoni che spezzano il cuore #
Stasera il mondo sembra più vuoto. Ray Charles se n’è andato. Non è solo la morte di un uomo, ma quella di una voce che ha saputo attraversare il tempo, abbattendo ogni barriera. Una voce che parlava dritta all’anima, senza bisogno di traduzioni. Resto ferma in cucina, con una tazza di tè tra le mani, mentre la radio ripete le sue canzoni. Il profumo del tè si mescola all’odore della pioggia che scivola sull’asfalto fuori. È un odore che sa di calma e malinconia, di qualcosa che finisce e qualcosa che inizia.
Poggio la tazza sul tavolo, accendo una candela. La sua fiamma tremolante sembra danzare con le note di Georgia on My Mind che si diffondono nell’aria. Chiudo gli occhi. Ed è lì che lo sento. Non il silenzio della sua assenza, ma la sua presenza ovunque. Ray Charles non era solo un musicista. Era un narratore, un visionario. «La musica è un linguaggio universale», diceva. E lui lo parlava alla perfezione. Con ogni nota, raccontava storie di amori perduti, di giorni di sole e di tempeste interiori. Raccontava la vita.
Penso al modo in cui riusciva a trasformare ogni cosa in melodia: il dolore, la gioia, la speranza. Era come se sapesse che la musica non ha confini, che può raggiungere chiunque, ovunque. Mi chiedo se avesse paura della fine, o se sapesse che nessuna fine è davvero definitiva. Il suono di un’auto che passa sotto casa mi distrae. Guardo fuori dalla finestra e vedo il riflesso delle luci sul marciapiede bagnato. Ogni goccia sembra brillare, come se il mondo piangesse e celebrasse allo stesso tempo.
Ray Charles ha lasciato il palco, ma la sua musica rimane. E mentre la candela si consuma, mi domando: cosa rimarrà di noi, quando il sipario si chiuderà? Forse, come lui, dovremmo vivere creando qualcosa che vada oltre la nostra esistenza.
Non so se possiamo tutti essere eterni come le sue note, ma so che possiamo provarci.
Addio, Ray. Tu sei ancora qui.
Background: Georgia on My Mind di Ray Charles