Tra stelle cadenti e sogni sussurrati
Posted on August 11th, 2004 at 1:28 AM | Tags: Memoria | 0 CommentsIl cielo è un manto di enigmi, un abisso in cui perdersi senza ritorno,
e ogni stella che cade sembra portare via un pezzo di me #
Sono sulla spiaggia, seduta su una stuoia ruvida che sa di salsedine e vento. Il mare di notte ha un profumo diverso: non è il sale che senti di giorno, invadente e diretto. È un aroma più sottile, quasi dolce, che si mescola al legno umido delle barche tirate in secca. Le onde si infrangono con un ritmo lento, ipnotico, e il loro rumore è un promemoria della costanza: il mare non si ferma mai.
Sopra di me, le stelle. Innumerevoli, come granelli di sabbia che qualcuno ha lanciato nel cielo per sfida. Ogni tanto, una si stacca, attraversa l’oscurità con una scia luminosa. È un momento breve, un battito di ciglia, ma sufficiente per far nascere un desiderio.
Desideri… Chi non ne ha? Alcuni sono banali, come il bisogno di una felicità che non si definisce mai davvero. Altri, invece, sono segreti, pesanti come rocce, impossibili da pronunciare ad alta voce. Stasera, sotto questo cielo eterno, i miei desideri si mescolano con le stelle.
Penso al futuro. A tutte le scelte che mi attendono, agli ostacoli che dovrò affrontare. Mi sembra quasi di vederle, queste strade invisibili, eppure concrete. Alcune mi spaventano. Altre mi attirano con una forza magnetica. È questa l’incertezza della vita? O è semplicemente la sua bellezza? Prendo un pugno di sabbia, lascio che scivoli tra le dita. Ogni granello è una possibilità persa, un’occasione che non ho colto. Mi chiedo: quante ne ho lasciate andare senza nemmeno accorgermene?
L’aria è fresca, ma non fredda. La brezza porta con sé un lieve aroma di alghe e legna bruciata. In lontananza, il canto di qualcuno, una melodia malinconica che si perde nel vento. Mi giro e vedo un dettaglio che cattura la mia attenzione: un bambino, seduto accanto a un falò, tiene una piccola lanterna in mano. La fiamma dentro danza, fragile ma viva. Mi sembra un simbolo. Di cosa? Forse di tutto ciò che è precario, eppure persiste.
Mi domando: siamo davvero padroni dei nostri sogni, o sono loro a possederci?
Le stelle continuano a cadere. Ogni scia è un invito a riflettere, a fermarsi, a ricordare. Quante volte ho corso senza pensare, senza guardare veramente? Quante volte ho cercato risposte che non esistono?
Eppure, la vera domanda è un’altra: cosa resta, quando smettiamo di cercare?