Vortici di scelte impossibili

Vortici di scelte impossibili

Posted on October 6th, 2004 at 9:30 PM | Tags: | 0 Comments

Quando osservi da lontano una stella, sembra eterna.
Ma se ti avvicini, scopri che è fatta di polvere e fuoco #

Britney Spears si è sposata. Il mondo intero sembra sussurrare questa notizia, tra giudizi affrettati e sorrisi ironici. E io, davanti al caos di opinioni che si rincorrono, mi fermo a pensare. Cos’è una scelta impulsiva? Mi chiedo mentre osservo il sole che filtra dalle persiane semiaperte. La luce illumina la stanza con un calore quasi troppo intenso per gennaio. Sul tavolo, accanto ad una tazza di tea caldo che si sta raffreddando, giace un vecchio libro: L’elogio dell’imperfezione. Apro una pagina a caso, sperando che le parole mi parlino.

Britney e Kevin. Due nomi che, accostati, sembrano quasi stridere. Eppure eccoli lì, uniti da un contratto firmato a Las Vegas, nel vortice di una notte che non conosce ragione. Mi chiedo se Britney, per un istante, abbia sentito il peso di ciò che stava facendo.

Uscendo di casa, mi trovo avvolta da un’aria pungente, quella tipica delle mattine d’inverno che taglia la pelle ma risveglia l’anima. Le strade sono ancora vuote. Solo il rumore di un motore lontano rompe il silenzio. Forse, ognuno di noi ha bisogno di un momento di follia per sentirsi vivo. Britney non ha scelto Kevin, penso, ha scelto un sogno. E chi siamo noi per giudicare i sogni degli altri?

Mi fermo davanti ad una vetrina. Un manichino vestito con un abito da sposa attira la mia attenzione. L’abito è semplice, senza fronzoli. Un contrasto evidente con l’immagine di Britney, sempre esuberante e sopra le righe. Quale storia avrebbe potuto raccontare quest’abito, se solo avesse avuto voce? Siamo tutti attratti dall’idea di un finale felice, ma la verità è che i finali, felici o meno, sono solo tappe di un percorso. Britney ha vissuto un momento di pura libertà, di ribellione contro il giudizio altrui. E forse, in quel momento, era più vera di quanto lo sia mai stata.

Tornando a casa, accendo la radio. Una vecchia canzone di Britney riempie l’aria: Baby one more time. Mi fermo a riflettere sulle parole. «I must confess that my loneliness is killing me now». La felicità è una scelta o un caso? È qualcosa che possiamo costruire o solo sperare di incontrare? Mi siedo al tavolo, prendo una penna e inizio a scrivere. Non rispondo alle domande che mi pongo. Forse non esiste una risposta unica.

E tu, quando è stata l’ultima volta che hai fatto qualcosa di folle per te stessa, senza pensare al giudizio degli altri?


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