La Traccia dei Numeri Perduti

La Traccia dei Numeri Perduti

Posted on July 21st, 2005 at 1:30 PM | Tags: | 0 Comments

La mente non dimentica mai #

L’aria di questo luglio caldo mi penetra nella pelle con una violenza che non lascia spazio ai pensieri. La mia mano si ferma sulla tastiera, il ritmo che avevo trovato si è spezzato, come una nota stonata. Intorno a me, il silenzio è più forte di ogni parola. Ogni tanto il rumore della strada raggiunge il mio angolo, ma è lontano, come se appartenesse a un’altra dimensione. Eppure, la mia mente è tutta qui, a chiedersi una domanda che non ha risposta: come può una persona rubare il mio nome, la mia anima, il mio sguardo sul mondo? La mia vita non è mai stata una sequenza di attimi di felicità fugace. No, è sempre stata una lotta. Lungi dall’essere una persona sociale, ho costruito il mio mondo dentro di me, un mondo fatto di righe di codice, analisi, connessioni che altri non possono vedere. Ma lei… La ragazza che ha preso il mio posto, è riuscita a strappare il mio cuore da dentro quel mondo.

Le sue parole, le sue fotografie, sono un atto di violenza. Ha rubato il mio spazio. Ogni foto che ho scattato, ogni angolo che mi apparteneva ora è diventato il suo, scritto con il mio nome, ma con un altro volto. E ha riaperto il blog, il mio blog, come se non fosse mai stato chiuso. La stessa pagina bianca, ora piena di un’altra vita, una vita che non è la mia. E io? La sento in ogni angolo del mio corpo, questa sensazione di aver perso il controllo, di non poterla fermare. È una sensazione sgradevole, una ferita che brucia.

In cucina, il profumo di erbe fresche invade l’aria. Non il solito aroma di tè caldo, ma quello della menta appena spezzata, delle foglie di basilico che si accavallano sotto il coltello. L’umidità del pomeriggio sembra riflettersi anche nell’aria che respiro. Le mani si muovono in automatico, mescolando ingredienti che non raccontano nulla, non hanno una storia, un’emozione. Eppure sono io a stare qui, a sentire il peso di quel blog che è diventato un altro corpo, un corpo che non mi appartiene più.

Mi fermo per un istante, e osservo. Fuori dalla finestra, le ombre si allungano mentre il sole scende dietro le case. Mi chiedo, cosa ha spinto questa ragazza a impossessarsi di me? Un bisogno di riconoscimento? Di fuggire dalla sua vita per entrare nella mia? La sua curiosità è stata più forte della mia voglia di protezione. Non importa quante volte guardo fuori, il sole ormai è troppo lontano per riuscire a illuminare la mia mente, che è oscura di domande. Ogni angolo di questa casa mi parla, ma non mi risponde. Le parole, quelle scritte da lei, sono come una morsa che mi stringe sempre di più. Sono io che le ho scritte, o è lei che ha preso ogni mia parola e l’ha fatta sua? Ogni riga, ogni pensiero che avevo messo su carta ora mi torna contro. È come se mi avessero tolto l’anima, una parte di me, e l’avessero rimessa al posto suo.

Penso a quando il blog era solo un diario, uno spazio dove raccogliere riflessioni, emozioni nascoste, un mondo interiore che pochi avrebbero mai capito. Poi, improvvisamente, tutto si è frantumato. La scrittura non è più mia. La mia vita non è più la mia. Quel riflesso che vedo nello schermo non è più me. La ragazza è lì, tra le righe. Le risposte che cerco sono fuori dalla mia portata, ma l’unica cosa che so è che il controllo non esiste più. Ed io, in qualche modo, devo trovare un modo per restituire quella vita a chi l’ha rubata, anche se non so più come. La realtà è sempre un passo avanti, troppo distante. Ma la scrittura… è ancora il mio ultimo rifugio.

Sei mai stato/a preso/a in prestito, lettore/ice? Mai ti sei vista rubata da qualcun altro? E cosa fai quando non riconosci più te stessa nei tuoi stessi pensieri? Possiamo mai davvero possedere la nostra vita?
O siamo solo custodi temporanei?


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