Analisi sistematica Natalizia

Analisi sistematica Natalizia

Posted on December 25th, 2005 at 3:30 PM | Tags: | 0 Comments

Guardo le luci intermittenti che brillano dalla finestra di fronte. Una sinfonia di colori orchestrata da chi, probabilmente, crede ancora nel calore che queste luci promettono. Io le osservo come un enigma. Perché ci si aggrappa così tanto a un’illusione collettiva?. Non c’è alcuna magia in quei colori, solo un’energia sprecata in nome di una tradizione che non mi appartiene del tutto. Nella cucina, il silenzio si fa complice dei miei pensieri. Taglio una fetta di pane artigianale, quello che ho comprato stamattina al mercato. L’odore è inebriante: un misto di lievito e farina tostati, con una nota lontana di legna bruciata. Lo porto al naso. Sa di autenticità, di qualcosa che sopravvive ai rituali superficiali.

Mi fermo un attimo, la fetta ancora tra le mani. Fuori, il vento spinge contro i vetri con una furia quasi simbolica. Guardo la mia ombra riflessa sul tavolo. Chi sono in questo spazio, in questo tempo? Mentre il tea caldo alle spezie sobbolle nella teiera, il profumo di cannella e cardamomo invade la stanza. Non c’è nulla di natalizio in questo aroma per me; è solo un rituale che mi aiuta a pensare. Mi siedo con la tazza calda tra le mani, osservando il liquido scuro che ondeggia con il movimento.

Mi domando: il Natale è per noi o contro di noi? Per chi, come me, vive ogni giorno come un tentativo di costruire senso, questa festa è un paradosso. È un’idea che appartiene alla folla, alla norma, alla gente che cerca riparo in un calendario. Io, INTJ, vivo di scelte razionali, non di simboli. Eppure, non posso negare che c’è qualcosa che mi turba: il fatto che, nonostante tutto, ogni anno queste luci riescano a spezzare un frammento della mia corazza.

C’è un momento in cui tutto si ferma. Guardo il libro aperto sul tavolo, il quaderno con gli appunti che sembrano schegge di una mente sempre in movimento. Il silenzio del Natale, per chi lo vive come me, non è pace; è uno specchio. Ci costringe a guardare ciò che siamo diventati, ciò che abbiamo lasciato indietro. Può la solitudine scelta essere più autentica della condivisione imposta?

E tu, in questo dicembre, che cosa vedi riflesso nelle luci intermittenti? È davvero il Natale che volevi, o è solo ciò che ti hanno insegnato a desiderare?


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