Luci che Bruciano Lente
Posted on December 3rd, 2007 at 6:30 PM | Tags: Progresso | 0 CommentsÈ un’altra forma di tempo che ci rende vulnerabili #
Nel cuore di questo dicembre che stenta a farsi sentire, in un angolo di mondo che è la mia realtà quotidiana, il Natale è una sfida. Non c’è nulla di ordinario in questo mese, nulla che possa essere ridotto alla semplice routine dei giorni. Qui, ogni gesto ha una forza centrifuga che mi tira fuori dal solito tran tran. Mi trovo nel negozio, che non è solo un negozio, ma un universo a parte, un rifugio dove ogni angolo e ogni luce raccontano una storia che non ha mai fine. Le vetrine sono un sogno a occhi aperti. Le luci si accendono come se fossero stelle, ma non sono stelle. Sono le fragranze stesse dell’inverno che si intrufolano in ogni angolo della stanza. Non è solo l’odore del pino che mi avvolge, ma qualcosa di più. È l’aroma caldo delle candele alla vaniglia e delle spezie che, mescolandosi, tingono l’aria di una sensazione di accoglienza imprevista. È il contrasto tra il freddo che si fa largo fuori e il calore che respiro dentro, un calore che non è solo fisico ma che penetra nelle ossa, negli spiriti, nei ricordi.
Ogni gesto, ogni movimento che faccio oggi è come una danza solitaria. Metto le mani sugli oggetti, sistemo le ghirlande, e in questo attimo di silenzio, tutto si fa più chiaro. La luce che proviene dalle lampade, quella morbida e dorata, non è solo una luce. È l’eco di mille notti in cui il buio sembra non finire mai. Ma, per una volta, non importa. Dentro queste pareti, la luce ha trovato casa. Le risate dei clienti riempiono i corridoi come note di una musica che mi penetra nei sensi, trascinandomi via dalla banalità di un’altra giornata qualunque. Questi volti, che vedo passare velocemente, portano con sé una vibrazione, una scossa che mi scuote senza pietà. Ogni parola, ogni sorriso che si scambia, è una scintilla che accende un fuoco invisibile, quel fuoco che non vedo, ma che sento ardere. La frenesia è una compagna che non lascia scampo. Ciò che accade oggi non è solo un lavoro, non è solo un dovere. È una lotta contro l’invisibile. È l’ultima chiamata, la possibilità di sentire qualcosa di più di un semplice rumore di fondo.
Ogni piccolo gesto che compiamo, ogni promozione che lanciamo, è un atto di ribellione alla monotonia. Non è marketing. Non sono solo numeri. È il tentativo di dire qualcosa senza usare le parole. Dire “Siamo qui, insieme, in questo momento che scivola via”. È l’eco che ci lega. È la magia di questo Natale che, come una mano invisibile, ci spinge a cercare quella luce. Ma, mentre tutto si muove intorno a me, mentre il negozio sembra essere diventato il cuore pulsante di una città che a volte non trova più la sua strada, mi fermo. Mi fermo per un istante. Sento il profumo delle pigne e delle candele, il suono dei passi dei clienti che si mescola ai ricordi. Ogni angolo di questo negozio sembra avere una vita propria, eppure, in quel caos, c’è qualcosa che manca. C’è una domanda che non riesco a ignorare: come può una festa così potente, così universale, essere vissuta da tutti in modo diverso?
La luce che vedo fuori, quella luce che mi illumina il viso, sembra cambiare. La neve non arriva, ma sembra esserci comunque. Come se fosse una promessa non mantenuta. Questo contrasto tra l’attesa e la realtà è ciò che mi fa riflettere. E mi chiedo, ancora una volta, cosa c’è davvero sotto la superficie di questa festa che dura solo un mese. Perché questo bisogno di far sembrare tutto così perfetto? In fondo, io stessa ne sono parte. In fondo, questo Natale che respiro qui mi cambia. E la domanda rimane sospesa. Cosa rimarrà di tutto questo? È un’illusione che, come le luci della vetrina, brilla e poi svanisce? O è qualcosa che va oltre? Qualcosa che, forse, ci insegna a guardare più a fondo, dentro di noi, per scoprire che il vero spirito non è nei regali, né nei sorrisi di circostanza. È nel coraggio di fermarsi, di pensare, di affrontare la propria verità.
E tu, come vivi il Natale? Davvero lo vivi, o è solo un altro passo in una danza che non ti appartiene più?
• Remember me,
Eclipse •