Il Vuoto e la Ricerca

Il Vuoto e la Ricerca

Posted on March 5th, 2008 at 5:00 PM | Tags: | 0 Comments

Ogni giorno è una scelta. La monotonia o il coraggio di guardare oltre? #

Marzo è arrivato con una promessa di cambiamento, ma in fondo so che non è il mese a trasformarmi. È la mia stessa percezione del tempo che cambia, come se ogni giorno fosse una tessera di un puzzle che non riesco mai a completare. Le giornate si allungano, la luce si fa più viva, eppure mi chiedo: è davvero una nuova stagione, o solo un aggiornamento della mia realtà? Forse, alla fine, non cambia nulla. Forse, sono solo io che guardo il mondo con occhi diversi.

Lavoro in un negozio di solarium. Non è il tipo di lavoro che avevo immaginato per me, eppure è un lavoro che mi tiene ancorata, mi fa respirare in un mondo che, talvolta, sembra volermi soffocare. Ogni lampada che accendo è un gesto quasi meccanico, un atto che non ha nulla di straordinario. Eppure, mentre sistemo il negozio, la mia mente galoppa altrove. Non sono qui, non sono davvero in questo posto. I pensieri mi trascinano lontano. Ogni cliente che entra mi osserva con uno sguardo rapido, fugace, ma io non li vedo. Li sento, sì, ma non li vedo. La mia mente è sempre un passo avanti, sempre alla ricerca di qualcosa che non so nemmeno definire. Sarà davvero questo il mio posto? Ogni scelta che faccio mi spinge un po’ più lontano, ma dove? E perché il pensiero di continuare a fare ciò che faccio mi inquieta così tanto?

Mi fermo un attimo e chiudo gli occhi. La stanza è pervasa da un mix di profumi artificiali: il dolce aroma delle creme solari e quello pungente del disinfettante. Non sono profumi che mi parlano di calore o di estate. Mi parlano di solitudine, di un mondo che cerca di abbellirsi ma che, sotto la superficie, è marcio. Perché continuo a vendere bellezza, quando io stessa non riesco a trovarla? Le serate, quelle sì, sono un’altra storia. Milano, la città che mi accoglie con la sua energia sregolata, è l’unico luogo dove sento di essere davvero viva. Le luci dei locali, il vociare dei passanti, l’odore delle strade bagnate dalla pioggia appena caduta. Mi perdo tra le vie, mi confondo con la folla, ma dentro di me c’è sempre quel vuoto che non si colma. Eppure, non è tristezza. È una ricerca. Un continuo desiderio di qualcosa che, forse, non esiste nemmeno.

Ma non importa. Mi fermo a guardare, ad ascoltare. I miei occhi si posano su un dettaglio che mi ferma. Un uomo, seduto su una panchina, guarda fisso davanti a sé. La sua espressione è vuota, come se non ci fosse nulla in lui da scoprire. Ma sono convinta che sotto quella maschera, c’è un mondo che nessuno può vedere. Quante volte ho pensato di essere come lui, eppure non lo sono mai stata. Le passeggiate al Parco Sempione sono il mio rifugio. Sento il freddo che mi entra nelle ossa, ma il movimento mi fa sentire viva. Le panchine sono fredde, le foglie cadono, eppure c’è una sorta di sacralità in questi momenti solitari. Ogni passo è una riflessione, ogni respiro un atto di resistenza. Mi chiedo cosa sto cercando, cosa mi manca davvero. Cosa voglio da questa vita che, alla fine, sembra solo una continua rincorsa verso l’ignoto.

La felicità è davvero una questione di equilibrio, o è solo un’illusione che ci raccontiamo per non cadere nel vuoto? Forse, la risposta non la troverò mai. Ma so una cosa: il cammino che intraprendo, anche se imperfetto, ha un valore. Non si tratta di trovare una meta, ma di capire ogni passo che compiamo verso l’infinito. Anche tra una lampada venduta e un concerto improvvisato in un locale di Milano, c’è un significato nascosto che solo io posso scoprire.

E tu, cosa stai cercando, veramente?


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