Live, Laugh, Learn, Love
Posted on December 7th, 2008 at 9:52 AM | Tags: Poesia | 0 CommentsRisate, lezioni e amore nel viaggio della vita #
Vivo in un costante equilibrio tra il silenzio e il frastuono. Ogni mattina, mentre la città si risveglia sotto un cielo che non promette nulla, cammino fino al parco. È un rituale semplice, quasi meccanico, ma nasconde una ricerca incessante: trovare la bellezza dove altri vedono solo il banale. Oggi, il gelo si insinua attraverso la lana del cappotto, ma non mi fermo. Il freddo è un promemoria: sono viva.
Raccolgo una foglia caduta, ancora intrisa di rugiada. La tengo tra le mani come fosse un tesoro. Ogni dettaglio conta. I nervi sottili della foglia, la sua consistenza fragile, raccontano storie di autunni passati, di vento, di vita che si rinnova. Quanto spesso ignoriamo queste piccole meraviglie? Il parco è deserto, il silenzio interrotto solo dal fruscio degli alberi. Una panchina di legno, graffiata dal tempo, attira la mia attenzione. Mi siedo, chiudo gli occhi. Sento il respiro del mondo attorno a me. Una sensazione di incompletezza mi invade, come se qualcosa mi sfuggisse, qualcosa che non riesco a afferrare del tutto.
«Perché la bellezza deve sempre essere così fugace?». Non c’è risposta, solo il peso di un pensiero che si fa strada lentamente: vivere davvero significa accettare questa fugacità. Il profumo umido della terra mi riporta al presente. Mi alzo e mi avvio verso casa. Lungo il cammino, noto un vecchio edificio con finestre incrinate. La luce del sole, bassa sull’orizzonte, si riflette in quelle crepe creando un mosaico luminoso. È come se le ferite del tempo avessero trovato un modo per splendere. Mi fermo a osservare. Non è forse questo il senso ultimo della bellezza?
Rientrata, preparo una tisana alla cannella. Il suo aroma caldo si diffonde, contrastando l’aria gelida che ancora si aggrappa ai muri della casa. Sorseggio lentamente, lasciando che il calore mi avvolga. Ogni piccolo gesto ha un peso, un significato, se lo lasciamo entrare. Con il taccuino aperto davanti a me, prendo nota di questi frammenti. Scrivere è il mio modo di rendere eterno l’effimero. Ogni parola è un atto di ribellione contro il tempo che scorre, contro la monotonia che tenta di spegnere il fuoco interiore.
Quanto spesso ci concediamo di guardare davvero? Quanto ci permettiamo di sentire senza paura? Chiudo il taccuino. La penna cade leggera sul tavolo, ma il peso delle domande rimane.
Voi, oggi, avete avuto il coraggio di osservare?
• remember me
• Eclipse •