La Gratitudine che Resiste
Posted on December 20th, 2008 at 10:02 AM | Tags: Rivelazioni | 0 CommentsLa gratitudine che illumina il cuore #
Cammino per casa. Un passo dietro l’altro, silenzioso, ma carico di significati che non vedo ancora chiaramente. Ho in mente solo una parola: gratitudine. Forse è il momento di dire grazie, finalmente. Non certo per i giorni che sono passati velocemente, senza lasciare traccia. Non per i volti che vedo ogni giorno senza riconoscerli veramente. No, sono grata per ciò che ho imparato, per le esperienze che hanno scavato un solco nella mia vita, per le ferite che sono diventate cicatrici di saggezza.
Mentre scivolo fra i pensieri, mi sovviene un ricordo di mia madre. Un gesto semplice: mi passava un tè verde, una bevanda che so di non amare particolarmente, ma che mi accoglieva come un abbraccio. Lo preparava con cura, senza fretta. Ogni foglia in infusione sembrava prendere il tempo che le era dovuto. Non capivo, non capivo mai il suo modo di aspettare, di non correre mai. Forse, in quel gesto c’era più che un semplice tè. Forse c’era il segreto per fermarsi in un mondo che corre.
In cucina, il profumo di quel tè si mischia con l’aroma di legno, l’odore di spezie che l’autunno porta con sé. Le finestre chiuse. Il vento è fuori, ma qui dentro il tempo è sospeso, fermo. Ogni angolo della casa è un riflesso di qualcosa che ho vissuto. Di una sofferenza, forse, che è diventata forma. Forse è questo che mi ha insegnato mia madre, senza mai dirlo esplicitamente. Che la vera gratitudine non si rivela solo nei momenti di gioia, ma anche quando tutto sembra perduto, quando i giorni sembrano svanire nel nulla.
Eppure, la gratitudine è qui, tra le mani. Più forte di tutto. Più forte anche dei rimpianti. Perché ogni dolore mi ha insegnato qualcosa di nuovo, ogni difficoltà mi ha spinto oltre. Così, mi fermo a riflettere anche su me stessa. Su quel cammino che ho fatto in solitudine, senza risposte facili, senza scorciatoie. Ogni passo è stato un atto di ribellione contro la monotonia di un’esistenza che spesso non sembra avere un senso. Mi sono fermata? O è stato il mondo che mi ha obbligato a farlo? La domanda è sospesa, senza risposta. Ma il mio corpo risponde. Il cuore batte con un’intensità che non posso ignorare. E a chi mi ha fatto dono della pazienza, a chi mi ha ricordato che non sono sola, io dico grazie. Non solo con le parole, ma con l’intensità del mio essere. Perché in un mondo dove tutto sembra fluire senza fermarsi, è la gratitudine che può fermare il tempo.
Osservo il riflesso della luce sulla finestra. La pioggia che scende leggera, creando piccoli rivoli di acqua che corrono sul vetro. Ogni goccia è una metafora. Un piccolo gesto, eppure capace di cambiare qualcosa. Ogni dettaglio ha un valore, eppure, mi chiedo: cosa sarebbe successo se non avessi mai preso il tempo per notarlo?
Che cosa cambia in noi quando impariamo a fermarci? Cosa perdiamo, e cosa guadagniamo?
Mi sembra che la gratitudine, come una fiamma tremolante, resista contro il vento. Non è mai stata qualcosa di semplice. Ma è tutto ciò che ci resta. È ciò che ci consente di andare avanti, di accettare il dolore, la fatica, la solitudine. Ecco, oggi ho deciso di guardarmi allo specchio e dire: grazie. Grazie a chi mi ha permesso di crescere. Grazie a me stessa. Perché la gratitudine è un viaggio che non finisce mai. Come posso, io, che ho tanto da imparare, non essere grata?
E tu? Cosa stai aspettando per fermarti e dire grazie?
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