Eclipse e Ombre
Posted on August 2nd, 2009 at 3:30 PM | Tags: Celebrazioni | 12 CommentsLe storie personali hanno il potere di far risuonare qualcosa di universale. Quando apri il tuo mondo agli altri, stai dicendo: «Non sei sola, anche io ho provato questo, anche io sono caduta, anche io ho lottato per risalire».
L’aria è densa, appiccicosa, un manto di calore che soffoca e toglie il respiro #
Sotto questo sole feroce, che brucia la pelle e lacera i pensieri, cammino lenta, sentendo il calore dell’asfalto risalire dalle suole delle scarpe. Ogni passo è una battaglia, un peso che trascino come se le ombre del passato fossero incatenate alle mie caviglie. Davanti a me, il mondo si dissolve in miraggi: l’asfalto tremula, la luce danza in un riflesso ingannevole. Mi domando: «Quanto di ciò che vedo è reale, e quanto è solo un’illusione che la mente costruisce per proteggersi dalla verità?»
Un odore dolce e amaro mi colpisce: fieno tagliato e legno antico, misto al salmastro che arriva da un porto vicino. È un profumo che parla di terre lontane, di storie dimenticate, di viaggi che non ho mai osato intraprendere. Mi fermo, inspirando profondamente, come se potessi assorbire qualcosa di più di questa giornata densa e immobile. Una porta socchiusa mi cattura lo sguardo. È vecchia, dipinta di blu, con tracce di vernice scrostata che rivelano il legno sottostante. C’è una bellezza nel decadimento, penso. Una lezione che non ho ancora imparato fino in fondo. Sotto le crepe, c’è sempre qualcosa di vero, qualcosa che resiste.
Mi siedo su una panchina, asciugandomi il sudore dalla fronte. Mi torna in mente un’estate di tanti anni fa, quando credevo ancora che il mondo fosse un posto semplice, un luogo dove tutto seguiva una logica. Ma poi la logica si spezza, e rimane solo il caos, le domande senza risposte. L’ombra di un’eclissi mi sovrasta. Non è reale, non oggi, ma la sento ugualmente. È l’eclissi delle mie certezze, il momento in cui devo guardare nell’abisso e accettare ciò che trovo. «Sei pronta a vedere?» mi chiedo. Non rispondo, ma so che il tempo delle esitazioni è finito.
Riprendo a camminare. Il sole continua a bruciare, ma questa volta il calore non mi sembra un nemico. È un promemoria che sono viva, che ogni passo avanti, anche il più incerto, è un atto di ribellione contro il passato che cerca di intrappolarmi. Mi fermo davanti a una vetrina. Dentro, un vecchio mappamondo ruota lentamente, mosso da un meccanismo invisibile. Lì dentro ci sono terre che non vedrò mai, eppure mi sembrano vicine, tangibili. Mi chiedo: «È davvero necessario andare lontano per trovare ciò che cerchiamo, o il viaggio è tutto dentro di noi?»
Il cielo si fa più limpido, un azzurro senza confini che promette qualcosa di indefinito. Non ho tutte le risposte, ma forse è questo il punto. Le domande sono il vero motore di tutto, il carburante che ci spinge a non fermarci mai. Sotto quale cielo stai camminando oggi? Quali domande ti seguono come un’ombra?
The End.
• Remember me •
• Eclipse •
Davvero bello questo post, mi fa pensare a quanto spesso dimentichiamo che siamo tutti un po’ soli, eppure basta un po’ di empatia per capire che non lo siamo mai davvero! Le tue parole colpiscono dritto al cuore. Sotto quale cielo stai camminando oggi?. Domanda potente. Grazie per averla lanciata.
Ciao Luna, grazie a te.
La solitudine ci fa riflettere, ma la condivisione ci fa crescere.
on ti capisco. Come puoi dire che il passato ti trattiene? Io vedo solo un’illusione che ti fa sentire così. Siamo noi a costruire la nostra libertà, con le nostre mani. Tu parli di “eclissi delle certezze”, ma a me sembra più una scusa per non andare avanti.
Forse hai ragione, ThunderGirl. Ma la libertà non è mai un percorso lineare. Ci sono momenti in cui il passato ti spinge a fermarti, altre volte è il futuro che ti obbliga a correre. Ma è un processo, e ogni passo conta.
Mamma mia… mi hai fatto venire in mente i vecchi tempi su Splinder. Ho letto un sacco di post su quella piattaforma, e alcuni di voi mi sono rimasti dentro. Sei una di quelle voci che non dimentichi. Bella riflessione. Mi fa venire voglia di scrivere un po’ anch’io. La domanda finale è incredibile: “Il viaggio è tutto dentro di noi?” Ci penso.
Ah, Splinder! Quante notti passate a leggere e a riflettere. Sono felice che il mio post ti abbia fatto pensare. Il viaggio dentro di noi è il più difficile, ma forse il più necessario.
A volte sembra che non ci sia più niente di vero. Però mi hai fatto pensare che forse dobbiamo cercarlo in noi, nei gesti piccoli, nelle cose che nessuno nota. Non si tratta solo di grandi cambiamenti, ma di quei piccoli attimi che fanno la differenza.
Esatto, Serenamente. La verità è fatta di piccole scelte, di momenti in cui decidi di non arrenderti. Non sempre è evidente, ma è sempre lì, pronta ad apparire.
Forse dovresti imparare a lasciar andare il passato invece di trascinarlo sempre con te. Sì, è vero che a volte ci impedisce di vivere liberamente, ma proprio per questo dobbiamo guardare avanti. Non possiamo continuare a fare i conti con quello che è stato, sempre.
Il passato non è facile da dimenticare, Alexgoal. Ma anche io lo so. Quello che cerco di dire è che a volte, per andare avanti, bisogna fare i conti con ciò che è stato. Non per restarci, ma per non esserne schiavi.
Questo post mi ha dato il senso di solitudine che non riesco a dire a voce. È come una melodia triste che mi accompagna. Voglio dire che, alla fine, le risposte che cerchiamo le troviamo dentro di noi, ma lo facciamo solo quando ci fermiamo a riflettere, proprio come fai tu.
Grazie Malibu. Le risposte sono difficili da sentire, a volte. Ma credimi, sono sempre lì, anche nei momenti più oscuri.