Benedetto XVI
Posted on February 28th, 2013 at 7:00 PM | Tags: | 0 CommentsIl silenzio dell’anima, quando il potere pesa come una croce #
Ho acceso la televisione stamattina, e c’era una di quelle notizie che ti attraversano l’anima come un coltello. Benedetto XVI si dimette. Un fulmine a ciel sereno, come si dice, ma stavolta il cielo non è solo grigio, è carico di domande, di dubbi. E io mi domando: perché? Perché adesso? Cos’è cambiato dentro di lui, dentro di noi? È come se un velo si fosse alzato, rivelando una verità che non vogliamo vedere.
Lui, un uomo vestito di bianco, simbolo di una fede che è tanto radicata quanto contestata, che lascia il suo posto. Mi chiedo, mentre stringo tra le mani la tazza di caffè ormai freddo, se lo fa per stanchezza o per qualcosa di più grande. Un uomo può portare il peso del mondo sulle spalle, ma quando quel peso diventa insopportabile, quando la verità, qualunque essa sia, inizia a soffocarti, è lì che capisci quanto siamo tutti, inevitabilmente, fragili. Forse Benedetto ha visto quello che nessuno di noi riesce a vedere. Forse ha sentito quello che nessuno di noi può sentire.
Il Papa si dimette. Non è normale. Non è umano. Cosa ha scoperto? Cosa lo ha terrorizzato al punto da scegliere di abbandonare? Perché non si può parlare di altro, non si può ridurre tutto a un “è troppo vecchio” o “troppo stanco”. No, c’è qualcosa di più, c’è sempre di più dietro quelle porte chiuse del Vaticano. La fede, la Chiesa, il potere: sono tutti intrecciati in un groviglio che non comprendiamo del tutto. Non possiamo capirlo, perché la fede, se non ce l’hai nel sangue, diventa solo un’astrazione. Ma io mi chiedo: e se fosse proprio questa fede a divorarlo?
Mi sento persa. Il mondo si frantuma in tanti piccoli pezzi di vetro, e tra le mani mi restano solo schegge taglienti di domande. È forse il segno che anche le fondamenta su cui abbiamo costruito le nostre credenze stanno crollando? Un Papa che lascia è come un albero che decide di non voler più essere albero. È contro natura, è contro tutto quello che abbiamo creduto fosse vero. Ma è qui che cominciano le mie riflessioni più profonde: cosa è vero?
Viviamo in un mondo dove il potere viene glorificato, dove la sopportazione viene esaltata come una virtù. Ma la sopportazione fino a quando? Fino a quando non esplodi? Fino a quando non puoi più guardarti allo specchio? Forse Benedetto ha guardato la sua immagine riflessa, ha visto quel volto stanco, e ha deciso che era giunto il momento di fare l’ultimo atto di coraggio. Ritirarsi.
«Io mi ritiro», ha detto, e in quelle parole c’è il peso di millenni di storia, di uomini, di fede. Ma la fede non dovrebbe essere un fardello. E se lo diventa, se diventa un peso così insostenibile che ti costringe a scappare, allora c’è qualcosa che non funziona. C’è qualcosa di marcio, di nascosto, che ci sfugge. E noi, come sempre, restiamo qui a guardarci l’un l’altro, cercando disperatamente di dare un senso a ciò che senso non ha.
Mi sento confusa, perché una parte di me vuole credere che il Papa sia solo un uomo. Un uomo come me, come te, che ha raggiunto il limite. Ma un’altra parte di me pensa che ci sia qualcosa di più profondo, di oscuro. Forse ha visto cose che non poteva accettare. Forse ha compreso che la verità è troppo grande per un uomo solo. O forse, semplicemente, si è stancato di combattere contro un mondo che non può essere salvato.
E io? Io cosa devo fare di questa verità? La mia fede vacilla, come una candela al vento, eppure non riesco a spegnerla del tutto. Continuo a chiedermi se c’è qualcosa che mi sfugge, qualcosa che non riesco a vedere. Forse, in fondo, la fede è proprio questo: un eterno interrogarsi, un perenne stato di dubbio. Perché solo chi dubita può davvero credere, no?
La notizia delle dimissioni di Benedetto XVI continuerà a rimbalzare nei giorni a venire, nei telegiornali, nei giornali, nelle chiacchiere da bar. Ma per me, non è solo una notizia. È una frattura, una crepa che si allarga dentro di me. Mi sento incompleta, come se mancasse un pezzo del puzzle. Forse non lo troverò mai. Forse nessuno di noi lo troverà.
La verità, se esiste, non è mai così semplice. E a volte, il silenzio è l’unica risposta che ci resta.
Background musicale: “Imagine” di John Lennon
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