Sfumature di Marzo
Posted on March 16th, 2016 at 6:23 PM | Tags: | 0 CommentsAmsterdam non dà risposte, ma offre infinite domande. È una città che ti porta a guardarti dentro, a scoprire ciò che hai nascosto in qualche angolo dimenticato della tua anima. Forse, un giorno, capirò.
Oggi Amsterdam respira pioggia. Non è solo un fenomeno meteorologico, è qualcosa di più profondo, un respiro della città stessa. Le strade, bagnate e umide, riflettono una luce grigia, quasi argentea, mentre le nuvole basse si piegano sul fiume come a volerlo abbracciare. La pioggia, sottile e costante, scende delicatamente sulle finestre, tamburellando su di esse come un ritmo antico, un battito che fa eco a quello del mio cuore. Cammino lungo il Prinsengracht, il vento mi sferza il viso, mi sembra di non riuscire a staccarmi da questa città. Mi tiene prigioniera, come se ogni angolo avesse qualcosa da dirmi. Sento le sue voci, i sussurri delle persone che non conosco, che passano accanto a me, ma lasciano tracce. È impossibile non notarle: occhi rapidi, sguardi fugaci, e quella costante sensazione di qualcosa che manca. Mi manca qualcosa, forse una parte di me stessa che ho perso per strada.
Le biciclette scivolano veloci, come fantasmi che sfrecciano tra i vicoli. Le ruote tagliano l’acqua che si raccoglie nei ciottoli, il suono è quasi ipnotico. Mi fermo per un attimo, osservando le case affacciate sul canale, tutte perfettamente allineate, ma ognuna con una storia diversa, una facciata che cela segreti. Questa città è un enigma. Sembra offrirti tutto, ma poi ti lascia con più domande che risposte. Rientro in casa e mi siedo accanto alla finestra. Guardo fuori, cercando qualcosa che non so definire. La pioggia continua a battere sui vetri. Fa rumore, un rumore che copre il mio silenzio interiore. Non riesco a scrivere. Ho perso le parole, sono svanite nella pioggia. Forse è proprio la pioggia che le ha portate via, le ha sollevate, mescolate all’aria fredda.
Amsterdam mi chiama e io rispondo, ma non ho ancora capito cosa mi vuole dire. Forse mi sta solo facendo riflettere, lasciandomi in questo stato di sospensione. E mentre il cielo si chiude su di me, sento il peso della città, il suo passato, il suo presente e, chissà, forse il suo futuro. È una sensazione strana, questa presenza costante che mi avvolge, ma che allo stesso tempo mi lascia da sola con i miei pensieri. Mi chiedo, è possibile sentirsi così persa in un posto che sembra conoscerti meglio di quanto tu conosca te stessa? Forse è questo il fascino di Amsterdam. Ti costringe a confrontarti con te stesso, con ciò che hai dentro. Ti costringe a ricordare.
E mentre la pioggia continua, mi accorgo che, anche se non scrivo, le parole si formano dentro di me, pronte a uscire al momento giusto. Ma quel momento non è ancora arrivato. Non oggi, non adesso.
• Eclipse •