Ogni volta che guardiamo il cielo, ci chiediamo se davvero siamo soli,
se la polvere che ci circonda ha mai ospitato altre vite #

Poi, ieri, 22 febbraio 2017, accade qualcosa che ci lascia senza fiato: scoprono SETTE PIANETI. Sette pianeti simili alla Terra. Sette nuovi mondi che orbitano attorno a una stella chiamata TRAPPIST-1, una piccola nana rossa lontana 39 anni luce da noi. Sette possibilità, come un fulmine che squarcia il nostro modo di vedere l’universo, improvvise e inaspettate. Queste parole: «sette pianeti simili alla Terra», possono davvero contenere tutto il loro significato?

C’è qualcosa di vertiginoso in tutto questo. Una stella minuscola e lontana, con sette corpi che sembrano specchiarsi nella nostra Terra. Possiamo davvero parlare di questa scoperta con leggerezza? Possiamo accoglierla senza interrogarci? Sette pianeti, sette mondi. Sono abitabili? Sono lì ad aspettarci, in silenzio? Noi, chi siamo per meritarli? Siamo pronti a raggiungerli? Dopo tutto ciò che abbiamo fatto al nostro pianeta, possiamo pensare di trovare una nuova casa senza aver risolto i nostri errori?

Mi sento piccola di fronte a queste domande. Il cielo, che una volta era solo un tappeto di stelle, ora sembra un oceano di possibilità. Siamo pronti per questo? Abbiamo trascorso secoli a sfruttare e distruggere la Terra, e ora ci troviamo di fronte a un’altra opportunità. La domanda è: ne siamo degni? Sette pianeti, sette occasioni per commettere gli stessi errori. E se lo facessimo? Se li distruggessimo anche loro? A volte vorrei che la scienza ci desse più certezze, come se potesse essere una bussola che ci guida verso l’ignoto. Ma non è sempre così. Dove ci porterà questa esplorazione? Cosa troveremo tra quelle atmosfere sconosciute? Altri esseri viventi? O solo il vuoto?

Non riesco a smettere di chiedermi quale sarà il futuro dell’umanità. Riusciremo davvero a viaggiare tra le stelle un giorno? Costruiremo colonie su questi nuovi mondi? E, soprattutto, chi diventeremo in quei momenti? Saremo gli stessi che hanno distrutto, o riusciremo a cambiare, a trovare redenzione? La scienza ci dà gli strumenti per scoprire nuovi orizzonti, ma alla fine siamo noi a decidere come usare queste scoperte.

Ci dicono che siamo fatti di polvere di stelle, che ciò che compone l’universo è dentro di noi. Mi chiedo: quella polvere fa ancora parte di noi, o l’abbiamo perduta per strada? La scoperta di questi sette pianeti ci pone davanti a una sfida immensa. Non si tratta solo di cercare un nuovo rifugio, ma di capire davvero chi siamo e dove vogliamo andare. Possiamo guardare avanti, verso nuovi mondi, senza affrontare prima i problemi che ci siamo creati qui sulla Terra?. Il cielo è infinito, ma noi, in fondo, siamo fragili.