Meditazione Profonda

Meditazione Profonda

Posted on September 14th, 2017 at 6:51 PM | Tags: | 0 Comments

Ho deciso di fermarmi. Sì, fermarmi completamente, perché nessuno ti dice mai che fermarsi è un’arte, un gesto rivoluzionario in una società che glorifica la corsa. La meditazione è il mio rifugio. Non una fuga, no. Non è evasione, è ritorno. Un ritorno a me stessa, a quella parte di me che non ha bisogno di performance, di dimostrare. Ho sperimentato tecniche diverse negli anni, ma quella che mi salva ogni volta è la più semplice: respiro. Solo respiro. Inspiro, espiro. Il mondo fuori esiste, certo, ma per pochi minuti, io divento il mio centro. Il mio universo.

Mi sono avvicinata alla meditazione per disperazione, se vogliamo dirla tutta. Non per illuminazione, non per moda. Avevo bisogno di un modo per non impazzire. Quella sensazione di essere iperattiva. E da qui non me ne vado più. Non è stato facile all’inizio. «Come posso stare seduta con i miei pensieri?» mi chiedevo. Non avevo mai avuto il coraggio di ascoltarmi veramente.

Il primo tentativo fu un disastro. Avevo letto un libro che prometteva la pace interiore in dieci minuti di meditazione al giorno. Mi siedo, chiudo gli occhi e… Niente. I pensieri mi attaccano come cani randagi. “Cosa devo fare oggi?”, “Non ho risposto a quell’email”, “Forse dovrei provare un’altra tecnica”. Una tempesta mentale. Ma ho perseverato. Giorno dopo giorno, quei dieci minuti sono diventati il mio momento sacro. Il momento in cui lascio cadere tutte le maschere. La vita fuori urla, ma io rimango ferma. Il tempo rallenta.

Ho capito una cosa fondamentale in tutto questo: non esiste una via giusta o sbagliata. La meditazione non è una gara, non è un risultato da raggiungere. È uno spazio che ti crei. A volte, è uno spazio vuoto, altre volte è pieno di domande. Domande che non sempre trovano risposta. Ma va bene così. Non è questione di tecnica, non è questione di postura perfetta o di mantra esoterici. È questione di essere presenti. Presenti con te stessa, con i tuoi errori, con i tuoi successi, con tutto il caos interiore. «L’unica via è dentro di noi». Sembra un’ovvietà, ma quanti di noi possono dire di aver avuto il coraggio di guardarsi dentro? Davvero?

La meditazione mi ha insegnato che la sofferenza non si evita, ma si attraversa. Ogni volta che mi siedo, respiro e sento quella stretta nello stomaco, quella sensazione di inquietudine, so che sono viva. So che ogni respiro mi porta un passo più vicina a quel nucleo di verità che è dentro di me, e che spesso ho paura di scoprire. Perché la verità fa male, ma è anche liberatoria. Non posso ignorarla, non posso sfuggirle. E allora scelgo di affrontarla, minuto dopo minuto, in quei silenzi che sembrano durare una vita e che invece sono solo attimi.

Oggi mi siedo in meditazione. Non per trovare una risposta a tutto. Ma per accettare di non averne. È questa la mia libertà. La meditazione è la mia rivoluzione interiore.
E non c’è nulla di più potente di questo.


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