Venti anni di mare

Venti anni di mare

Posted on July 8th, 2004 / / 18 Comments
Viaggio & Tempo / Feeling gravitationally distorted at 9:30 pm

Ogni onda che si infrange è una storia che non abbiamo vissuto. Eppure, qui, oggi, mentre il vento di Alassio sussurra al mio orecchio come un vecchio amico che conosce ogni angolo nascosto della mia anima, tutto appare come una memoria da ricostruire, come un frammento che rifiuta di restare al suo posto. Il mare, il cielo, la sabbia sotto i piedi, tutto è sempre stato lì, eppure, adesso, mi appare diverso, come se ogni dettaglio mi stesse guardando con occhi nuovi, come se mi stessi svegliando da un lungo sonno, o forse da un sogno troppo intenso per durare. Vent’anni. Vent’anni di me stessa, eppure, qui, tra questi scogli, il tempo sembra restare sospeso. Il sole scalda il mio viso, ma sotto i piedi la sabbia è fredda, un piccolo richiamo alla realtà che il calore di questa giornata pare volere ignorare. Il sale nell’aria pizzica le labbra, un sapore che non è mai solo salato, ma un misto di ricordi dolci e amari, di amori mai vissuti e speranze mai espresse. Un nodo che non riesco a sciogliere, un filo invisibile che mi lega a un passato che non posso più toccare, ma che continua a bruciare dentro, in un angolo nascosto del mio cuore. Cammino lentamente verso il mare, ogni passo un piccolo viaggio indietro nel tempo, ogni granello di sabbia che si insinua tra le dita mi trascina sempre più lontano. Le onde si infrangono pigre contro gli scogli, ed è un suono che mi sembra tanto familiare, tanto confortante, che potrei restarci ore ad ascoltarlo senza stancarmi. È lo stesso ritmo che ascoltavo da bambina, quando ero qui, seduta su questa spiaggia, a immaginare mondi che esistevano solo nella mia mente. Quante volte, da piccola, ho sperato che un giorno sarei riuscita a vederli, quei mondi. E ora, mentre i bambini giocano poco distante, ridendo e urlando senza pensieri, mi fermo un attimo ad osservarli, come se fossi diventata una straniera in un posto che un tempo mi apparteneva. La loro innocenza mi fa sorridere, ma dentro di me cresce la domanda che mi tormenta: Si ricorderanno di questo momento? Quando saranno adulti, quando la vita gli avrà chiesto di crescere, si ricorderanno di queste risate? Si ricorderanno di questo cielo, di queste onde? Oppure anche questo, come tutte le cose, svanirà? Sarà uno di quei ricordi che affiorano all’improvviso, in una giornata qualunque, senza avvertire, senza chiedere permesso, mentre ci si ritrova a fare i conti con la complicazione della vita adulta?

Il profumo del mare è interrotto dal sentore di focaccia appena sfornata che proviene da una piccola panetteria alle mie spalle. Un contrasto che non può essere spiegato, ma che è lì, palpabile, nella sua bellezza semplice, nella sua imperfezione. Il forno, la rusticità del suo calore, e la vastità infinita del mare che si estende davanti a me. Sorrido, ma non so se per la gioia che mi dà o per la consapevolezza che anche questo, come tutto, è destinato a diventare ricordo. Eppure, penso, sarà abbastanza forte da restare? Questo sapore di focaccia, questo calore che mi avvolge, resterà con me? O anche questa piccola felicità svanirà come sabbia tra le dita? Mi siedo sulla sabbia, lasciando che il freddo mi attraversi, come un richiamo a non dimenticare. Guardo il mare, ma è come se fosse lui a guardare me, a cercare dentro di me qualcosa che neanche io so se posso trovare. Cosa vede? Una giovane donna che cerca risposte in un mondo che sembra non avere più spazio per rispondere? O una bambina che non vuole lasciare andare i suoi sogni, che si aggrappa a qualcosa che, forse, non potrà mai tornare? Fisso l’orizzonte, quel punto dove il cielo e il mare si fondono in un’unica linea, e mi chiedo, senza aspettarmi risposta, cosa ci sia oltre. Forse nulla. O forse, qualcosa che non posso ancora vedere, ma che sento già come una promessa che non si è mai fatta, come un sogno che non ha smesso di chiamarmi.

La canzone di Keane, «Somewhere Only We Know», risuona nella mia testa, e mi sembra che la sua melodia si adatti perfettamente a questo momento, a questa ricerca senza fine, a questa sensazione di perdersi in un luogo che non è mai davvero perduto, ma che non esiste se non nel ricordo. Un rifugio nascosto dal tempo e dallo spazio, un posto che è solo mio, non perché sia perfetto, ma perché mi appartiene con tutte le sue crepe, con tutte le sue ombre. Chiudo gli occhi e respiro profondamente, lasciando che l’aria salmastra entri nei polmoni, come un balsamo che mi ricorda, ancora una volta, che sono qui. Vivo. E forse, questo, in fondo, è già abbastanza. Mi alzo, scuotendo la sabbia dai miei jeans, e il sole è ormai alto. La città si anima, il tempo non si ferma. Mi dirigo verso il centro, lasciandomi alle spalle la spiaggia, ma porto con me il suono delle onde, il respiro del mare, e le domande che non smettono di tormentarmi. La vita continua a scorrere, ma io sono ancora qui, a cercare la risposta che non so se troverò mai. Qual è il mio prossimo capitolo? E se l’orizzonte che vedo non fosse che l’inizio di tutto ciò che ancora deve venire?

Remember me,
Eclipse

18 Responses


  1. Alexiel

    Il modo in cui descrivi il mare, quella sensazione di essere sopraffatti dal ricordo, mi ha preso davvero. Hai trasformato un momento semplice in un viaggio nell’anima. Da Milano non è facile sentirsi così vicini ad un angolo di mondo come quello, eppure ci riesci. Adoro come fai sembrare ogni cosa un ricordo da salvare. E il “sapore di focaccia”, incredibile come hai fatto sentire la dolcezza e l’amarezza in un’unica frase. Mi hai lasciata senza parole. Buon compleanno

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  2. Eclipse

    C’è un mondo che ti guarda, Alexiel. Forse, non siamo mai veramente lontani da ciò che ci appartiene, anche se ci sembra di essere distanti. Ogni parola ha il peso di un ricordo, ma è vero, non so se basta mai… forse è proprio questo il nodo che non si scioglie. Mi fa piacere che le onde ti abbiano toccata, almeno un po’.

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  3. Nicole

    Quando parli del passato che brucia dentro, mi sembra di vedere me stessa in ogni parola. Anche io mi aggrappo a cose che non posso più toccare, a sorrisi che non esistono più. Non so se è triste o bello, ma mi sento come se fossi con te lì, sulla sabbia. La tua scrittura è un’abbraccio che non conosce spazio né tempo. Auguri

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  4. Eclipse

    Forse non c’è differenza tra ciò che possiamo toccare e ciò che possiamo sentire, Nicole. Quello che resta dentro, nel profondo, è spesso l’unica cosa che possiamo davvero possedere. La sabbia sotto i piedi è solo un ricordo che non ci lascia mai, non importa quanto ci sembri lontano. Non lo abbandoniamo mai, nemmeno nel silenzio.

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  5. Debbh

    Buon compleanno Ally. Sai cosa? Mi ha colpito quella sensazione di essere intrappolata nel passato, senza riuscire a lasciarlo andare. Mi sono ritrovata anche io in quella sabbia fredda che sembra voler ricordare qualcosa che non vuoi dimenticare. È difficile staccarsi, vero? Ma credo che anche il mare ci insegni ad andare oltre, anche se non sappiamo dove ci porta.

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  6. Eclipse

    Il mare, Debbh, ci insegna a lasciar andare e a non aspettarci nulla in cambio. Ogni onda che si infrange ci dice che la vita va avanti, che ogni cosa deve andare, eppure qualcosa di noi resta sempre nel flusso. La difficoltà sta nel comprendere che non possiamo trattenere tutto, ma solo ciò che ci permette di andare avanti.

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  7. Elikatera

    Non capisco se sono infastidito o affascinato. Boh comunque buon compleanno

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  8. Eclipse

    Hehe. Non troveremo mai una risposta, ma forse non è quello che cerchiamo. Quello che ci salverà, alla fine, è solo la bellezza delle piccole cose, anche nel loro sfaldarsi.

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  9. Babilon

    Sei riuscita a dare un senso a un concetto che mi sembra sempre troppo complesso: il passato che vive in noi. Il mare è il luogo perfetto per spiegare questa idea, perché il mare non smette mai di raccontare storie, anche quando non vogliamo ascoltarle. Ho provato a fermarmi nel tempo anch’io, come te, ma non è mai come sembra. Auguri

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  10. Eclipse

    Il mare, Babilon, è un mistero che non si può domare. Ogni onda è una memoria che ci sfugge, ma che ci definisce. E forse è questa la verità, che il passato è sempre presente, nonostante noi cerchiamo di lasciarlo andare. Non lo possiamo fermare, ma forse possiamo imparare a vivere con esso.

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  11. Anny

    Wowwwwww. Parli di te stessa come se fossi dentro al mare, sospesa. Quello che hai scritto su quei bambini, che ridono senza pensieri, mi ha fatto pensare a come siamo cambiati. A volte mi sembra di essere cresciuta troppo in fretta, senza rendermene conto. Ma dentro, resto sempre un po’ bambina. E il mare, come te, non smette mai di chiamarmi.

    Buon compleannooooo

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  12. Eclipse

    La crescita non è mai un atto di sola ragione, Anny, lo senti dentro, come una fitta che non ti lascia. Ma forse c’è qualcosa di salvifico nel restare bambini, anche solo per un momento. Il mare ti ricorda che nulla è mai del tutto perduto, che in ogni onda c’è un frammento di ciò che eravamo.

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  13. Cenny

    Allora, spero che passerai un bellissimo compleanno. Mi ha fatto pensare molto il momento in cui parli di guardare i bambini che giocano. Ti sembra di essere una straniera in un posto che un tempo ti apparteneva. Quello che più mi colpisce è la solitudine che si sente tra le parole. La solitudine che si fa strada quando non c’è più il sorriso di qualcuno accanto. <3

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  14. Eclipse

    La solitudine è un concetto strano, Cenny. A volte ti trova quando non la stai cercando, ed è come una nebbia che ti avvolge senza preavviso. Non ci si può mai liberare da essa, ma forse è lì che troviamo una parte di noi che non avremmo mai incontrato altrimenti. E sì, quella solitudine tra le parole è qualcosa che non si può ignorare.

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  15. Marty

    Quando parli del calore del sole che si scontra con la sabbia fredda, mi sono sentita subito dentro. È la sensazione di essere sospesi, tra due mondi, che non si toccano mai, ma si influenzano a vicenda. È come vivere tra la certezza del presente e l’incertezza del futuro. Eppure, c’è una bellezza in questo conflitto. Auguri per i tuoi 20

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  16. Eclipse

    Marty, il conflitto tra il caldo e il freddo è ciò che ci fa sentire vivi. Sospesi tra il passato e il futuro, tra ciò che sappiamo e ciò che non possiamo ancora vedere. Eppure, è proprio in quel punto di confine che si cela la bellezza, nella lotta tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare.

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  17. Aly

    Non posso fare a meno di pensare a quanto il mare sembri un riflesso di ciò che siamo. Ho letto quel passaggio in cui parli di camminare verso le onde come se fossero l’unica cosa che rimane. Non è tanto il mare, è quel passo verso qualcosa che non puoi afferrare. Quasi come se stessimo cercando una parte di noi stessi che non troveremo mai. Eppure la ricerca non finisce mai.

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  18. Eclipse

    Aly, la ricerca non finisce mai, è vero. È come un respiro che non ha fine, e ogni onda che si infrange è un’altra possibilità di vedere qualcosa di diverso. Forse è proprio questo il nostro viaggio, non riuscire mai a trovare, ma restare a cercare. L’importante è non fermarsi, anche se tutto sembra scivolare via come sabbia.

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