← Torna al blog

Una pellicola in piu’

C’è qualcosa nell’aria quando entri in una videoteca. È il profumo di plastica che ti avvolge, un mix di nostalgia e curiosità che ti fa pensare che il mondo sia ancora un luogo da scoprire. Ancora tutto da scegliere, tutto da vivere. Le videocassette, quelle scatole misteriose, sono come vecchi tesori nascosti, e ogni etichetta è una promessa, una strada che si apre senza certezze, ma con la speranza di un viaggio che non sai dove ti porterà. Un passo verso un altro mondo, sempre un po’ più lontano, un po’ più grande di quello che pensavi di conoscere.

Sono le luci fredde di un negozio pieno di colori sgargianti e scritte neon che ti attirano, ma è il senso di incertezza che ti fa restare. Non c’è un solo momento che si ripete quando scegli il film, come se ogni scelta fosse unica, irripetibile. Il gesto di afferrare la cassetta è come un atto di fede, un piccolo sacrificio per entrare in una dimensione che conosci solo per somiglianza, ma che non è mai la stessa. La videocassetta pesa nelle mani, il suo peso grezzo è qualcosa di solido. Ogni cassetta che prendi è una storia che ti entra dentro. E quando torni a casa, l’esperienza non è ancora compiuta. Ti basta accendere il televisore, mettere il nastro, far partire la magia. La riproduzione è imperfetta, come un sogno a metà. Il rumore del nastro che gira, il salto della scena, la qualità che non è mai impeccabile, ma che in qualche modo ha la sua bellezza. Perché è reale. Non è un flusso continuo, non è mai perfetto, ma è proprio questo che la rende viva.

E mentre la pellicola scorre, ti ritrovi incantata dalla sua lentezza, dal modo in cui ogni scena si dipana, come se anche il tempo stesso fosse parte della storia. Non c’è fretta, non c’è urgenza. Ogni fotogramma è un battito che prende il suo spazio, e tu ti lasci attraversare, respirando con la storia, come se il mondo fuori non fosse mai esistito. Non c’è niente che possa fermare il corso del nastro. Non c’è futuro. C’è solo il momento in cui il film finisce, con il suo rumore finale, il clack del fermo immagine, la luce che si spegne. E ti resti lì, con la sensazione che tutto sia appena cominciato, ma che allo stesso tempo sia già finito. L’ultimo fotogramma che si spegne è come un segreto mai svelato, un mistero che non si può più toccare.

Poi, all’improvviso, il buio. E tu, che rimani lì, con il cuore che batte per il prossimo film, per quella sensazione che ogni volta è la prima, anche se sai che non sarà mai la stessa cosa. Perché una videocassetta è come la vita stessa: non si ripete mai, eppure ogni volta è come un respiro che si ripete. E non c’è niente che possa dare la stessa sensazione, come se la storia non fosse finita, ma avesse solo trovato una pausa. Un pensiero che ti attraversa e ti resta dentro, senza risposte, senza conclusioni. Solo un’altra cassetta da scegliere.

THE END.
Remember me,
Eclipse

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *