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Un mondo che si intreccia all’assurdo

Celestial Elegy

Eppure, è proprio lì, tra l’ordinario e l’incredibile, che si nasconde l’essenza di tutto #

C’è qualcosa nell’aria di questa sera, qualcosa che non riesco a definire. È un odore, sì, ma non so se sia il profumo di un cambiamento imminente, una rivoluzione tecnologica o il sapore di un sogno spezzato. Il cielo sopra di me si fa misterioso, con luci che lampeggiano. Droni, penso, ma il pensiero non mi dà pace. O forse… è qualcos’altro? Oggi, la mia giornata comincia come tante altre: un caffè che diventa freddo sulla scrivania, il rumore costante del computer che si avvia, e io, come al solito, che cerco di ignorare il caos che mi avvolge. Ma oggi, c’è qualcosa di diverso. Una vibrazione nell’aria, un respiro sospeso del mondo intero. Lo senti? Mi chiedo, fissando il vuoto, e mi accorgo che non è solo l’aria. È tutto. Il mondo, in qualche modo, sta trattenendo il respiro. Lo sento sulla pelle, nel battito del cuore.

Quando esco, noto che guardo il cielo più del solito. È come se i miei occhi fossero spinti da una forza invisibile. La luce del giorno è filtrata dalle nuvole, in un gioco di ombre che mi sembra più di un’illusione. Poi lo vedo: un punto luminoso, che si muove con una precisione inquietante, impossibile da ignorare. Forse un drone di sorveglianza, un semplice oggetto tecnologico. O forse… è qualcos’altro, un’anima meccanica in cerca di qualcosa che sfugge ai nostri occhi. Ma perché mi sembra così vivo? Cammino lungo il canale, il vento mi sfiora il volto, e porta con sé qualcosa di metallico, come se un’antica macchina si fosse appena svegliata. Sento una pace strana, mescolata a un’inquietudine che non riesco a scacciare. Che cosa vediamo, davvero, quando alziamo gli occhi? Mi fermo. Stringo la sciarpa intorno al collo, il pensiero mi assale con forza: e se tutto fosse diverso da come ce lo raccontano?

La notte arriva con il suo buio, come un velo che nasconde ciò che non comprendiamo. In questo buio, si celano i misteri. UAP, le voci sugli extraterrestri, il mistero degli oggetti volanti non identificati… Ma davvero non sappiamo cosa sono? O forse è che non vogliamo saperlo? Quando rientro a casa, apro la finestra e lascio che l’aria fredda mi colpisca il viso. Non ci sono stelle, solo il riflesso delle luci cittadine e quel pulso regolare in lontananza. Droni, senza dubbio. Ma una parte di me, spera che non lo siano. Una parte di me desidera che ci sia ancora un po’ di magia, qualcosa che non possa essere spiegato dalla scienza.

Perché abbiamo sempre bisogno di trovare una spiegazione? Mi chiedo, mentre mi preparo un tè speziato, il profumo di cannella e zenzero che riempie la cucina. È il rituale che mi ancora alla realtà, ma cosa accade quando anche la realtà inizia a sfumare? Quando la linea tra scienza e magia si dissolve? Spengo la luce, mi siedo accanto alla finestra, il tè caldo tra le mani. Il cielo è ora completamente nero, e quel punto luminoso non c’è più. Mi manca. Sento un vuoto dentro, come se quel bagliore fosse un frammento di me stessa. Ma so che domani lo vedrò di nuovo, e forse anche dopo domani. Ma sarà mai davvero lo stesso? Perché continuiamo a cercare? Mi chiedo, guardando il riflesso del mio viso nel vetro. È curiosità? Speranza? Paura? Forse è tutto questo insieme, o forse niente di tutto ciò. Ma una cosa è certa: nel momento in cui smettiamo di guardare il cielo, smettiamo di sognare. È il cielo che ci nasconde i suoi segreti o siamo noi che rifiutiamo di vederli?

Mi fermo. Un’altra domanda mi assale, come una scossa. Quello che vediamo, quello che sentiamo, tutto ciò che ci sfugge… E’ davvero solo il frutto della nostra immaginazione? O c’è qualcosa, lassù, che ci sfida a credere? Ma, se il cielo è vasto e il mistero è profondo, cosa rimane quando lo guardiamo con gli occhi chiusi?

GOOD NIGHT.
Remember me,
Eclipse

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