Tra le mani, il vuoto

Tra le mani, il vuoto

Posted on April 6th, 2009 at 1:01 PM | Tags: | 0 Comments

Ci sono momenti in cui la vita sembra fermarsi,
sospesa tra la bellezza e la tragedia di ciò che non possiamo trattenere #

Ho sempre avuto una relazione complessa con il tempo. Mi sembra che scorra, sì, ma spesso sembra lasciarmi indietro. Forse è il mio modo di osservare la realtà, non lo so. O forse è solo il fatto che, troppo spesso, cerco di afferrare l’impossibile, di fermare ciò che è destinato a svanire. Eppure, la bellezza risiede proprio lì, nella caducità delle cose. In questo momento, mentre scrivo davanti al mio computer, sento che qualcosa di profondo mi sta attraversando. Non è solo il rumore della tastiera, o il flusso di pensieri che si mescolano nell’aria come un liquido che si disperde in un contenitore troppo stretto. No, è qualcosa di diverso. Mi sembra che il mondo intero, intorno a me, stia respirando lentamente, come se stesse aspettando qualcosa, un segno, forse. E io sono qui, con le mani tremanti, a cercare di capire cosa mi sta succedendo.

Vivo in una città che, da fuori, potrebbe sembrare statica. La mia Milano, con i suoi canali che riflettono una luce che non può essere spiegata, con i suoi ponti che sembrano sospesi tra due mondi. È una città che ha sempre avuto il potere di incantarmi, ma oggi è diversa. C’è un silenzio che pesa. Non è il silenzio naturale, quello che nasce dalle cose che non vengono dette. È un silenzio imposto, che ci obbliga a confrontarci con la nostra fragilità, con la nostra vulnerabilità. E così, mentre mi perdo nel respiro della città, una domanda mi assale, tagliente, come un coltello: Perché non impariamo mai ad apprezzare ciò che abbiamo finché non rischiamo di perderlo?

Il tempo. Il tempo mi scivola tra le dita, come sabbia. Ogni giorno sembra essere una replica del precedente, un ciclo che si ripete senza fine. E io mi trovo qui, a scrivere, sperando che le parole possano fermare questa sensazione di inadeguatezza, di impotenza. Ogni lettera che digito sembra un atto di ribellione alla monotonia, un tentativo di affermare la mia esistenza in questo caos. Eppure, c’è qualcosa di doloroso nella consapevolezza che, alla fine, anche le parole sono effimere. Mi chiedo se è questo che siamo diventati: esseri che non riescono più a sentire, che si perdono nei dettagli insignificanti di una vita che scorre troppo veloce. È difficile fermarsi, lo so. Viviamo in un mondo che ci spinge a correre, sempre più veloci, sempre più lontano. E così, mentre osservo la luce che filtra dalle finestre, rifletto su come siamo tutti imprigionati in un ciclo senza fine, incapaci di fermarci e guardare il nostro respiro, il nostro cuore che batte.

Osservo la mia mano, le dita che sfiorano la tastiera con un movimento automatico, ma la mente è altrove. Mi chiedo se, forse, dovremmo imparare a vedere oltre. Oltre l’apparenza, oltre la routine, oltre l’inganno della sicurezza che ci fa credere di controllare tutto. E se fosse proprio il non avere il controllo, il non sapere, a darci la vera bellezza della vita? Forse, dobbiamo semplicemente imparare a vivere nell’incertezza, a fare pace con ciò che non possiamo afferrare. A fare pace con noi stessi. Un altro respiro. Un altro battito di ciglia. Eppure, è proprio nel vuoto tra un respiro e l’altro che si nasconde la verità, la bellezza pura. Non nelle cose che possiamo vedere, ma in quelle che rimangono invisibili, sfuggenti. La bellezza della vita risiede nelle sue fragilità, nel fatto che, a volte, non c’è risposta, solo domande. E sono le domande, forse, a definire chi siamo veramente.

E tu, ti sei mai fermata davvero? Hai mai visto il vuoto tra un battito e l’altro, tra un respiro e l’altro? O sei troppo occupata a correre, a cercare di comprendere tutto, senza mai fermarti a sentire? La bellezza non è qualcosa da trovare, è qualcosa da vivere, e spesso si nasconde dove meno te lo aspetti. La verità, forse, è che non possiamo fermare il tempo, ma possiamo imparare ad abbracciarlo. Non possiamo evitare la fragilità della vita, ma possiamo viverla intensamente, con consapevolezza. E in quel respiro, in quel momento sospeso, troveremo la risposta che cerchiamo. O forse, ci troveremo noi stessi.

The End.

• remember me
• Eclipse •


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