Posted on June 26th, 2002 at 3:11 PM | Tags: Memoria | 18 Comments
Non so bene come iniziare. Le parole non arrivano mai subito, sono come un respiro che non si fa ancora spazio tra i pensieri. Si avvicinano, si fermano, ma non varcano mai davvero la soglia. Eppure, c’è un ricordo, uno che non riesco a lasciare andare. È una sensazione che si mescola all’aria fresca di una mattina di primavera, quando tutto era possibile e l’orizzonte sembrava non avere fine. La sensazione di correre, di sentire il vento tra i capelli, di essere più veloce del mondo. Più viva. Come se fossi una lupa, pronta ad inseguire il nulla, ma convinta che quel nulla fosse tutto. Erano tempi diversi, eppure ancora oggi quel ricordo mi sta addosso, non si è mai davvero staccato. Come una giacca che mi sta stretta, ma che mi rifiuto di togliermi. Le risate, il calore del fuoco che ci avvolgeva la sera, il rumore delle scarpe che schiacciavano le foglie secche durante le escursioni. Si vedeva il mondo in modo diverso, come se tutto fosse pieno di significato. Ogni passo, ogni parola, ogni gesto avevano un senso che oggi sfugge. Ci insegnavano a leggere i segni del cielo, a capire la direzione del vento, a riconoscere...
Posted on March 20th, 2002 at 9:30 PM | Tags: Memoria | 18 Comments
Le campane suonano lente, una melodia che scivola nell'aria come un sussurro di addio. Oggi, a Londra, il mondo si ferma: i funerali della regina madre Elizabeth. Un evento solenne, carico di quella pesantezza che si prova davanti a ciò che è irrimediabile. Mi lascio attraversare da questa atmosfera, mentre le immagini scorrono davanti a me: la folla che riempie le strade, i volti segnati dal tempo e dalla devozione. Il silenzio che sembra avere un peso. Mi chiedo, con una stretta al petto, cosa ci lega davvero a chi non c'è più. È il ricordo, o forse l'idea di ciò che ci ha lasciato? Una figura come la sua, simbolo di un’epoca, ci tocca nel profondo perché rappresenta qualcosa di più grande di noi. Ma, allo stesso tempo, quella stessa grandezza sembra metterci a nudo. La guardo, ora immobile nella sua maestà. E mi chiedo: «Quanto sappiamo davvero di lei, oltre il titolo, oltre la leggenda?». Era una regina, ma prima di tutto era un essere umano. E lì, in quel dettaglio, c'è tutto. L'intero pianeta osserva, con rispetto e con quel senso di vuoto che lascia ogni addio. Forse è questo il punto: la morte di un simbolo...
Posted on September 12th, 2001 at 3:30 PM | Tags: Memoria | 40 Comments
Sospesi nel nulla # Il cielo che ieri sembrava senza confini è oggi pesante, carico di polvere e macerie. Un silenzio irreale avvolge il mondo, eppure c'è un frastuono che non si spegne mai. Le parole sono affogate nel rumore di qualcosa che non riesco nemmeno a definire. Non sono più sicura di cosa stia accadendo. C'è un vuoto in me, una sensazione che mi cresce dentro, come se il mondo si fosse piegato su se stesso e avesse lasciato la mia vita fuori, in attesa di una risposta che non arriva. Non posso smettere di pensare a ieri, a quando tutto è cambiato, come un passo falso, un battito di cuore che ha scosso l'aria. Quando mi sono svegliata questa mattina, il mondo era diverso. La luce del giorno entrava dalla finestra con una dolcezza che non avevo mai notato prima, eppure qualcosa mi feriva. Una vertigine. La mente si agganciava a quei momenti eppure non riusciva a staccarsene. Le immagini delle torri, quelle enormi, imponenti strutture che avevano fatto da sfondo alla mia vita, crollavano, si polverizzavano davanti ai miei occhi, dentro quel televisore. Non era possibile. Ma era vero. Non c'era più dubbio: non era un film,...
Posted on September 11th, 2001 at 7:30 PM | Tags: Memoria | 0 Comments
PARTE UNO. L’11 settembre, un giorno che non puoi dimenticare, che ti attraversa come un vento gelido. Nessuno ti avvisa. Non c’è un segno, un preavviso che ti prepari. Eppure, quando accade, ti rendi conto che il mondo, quello che conoscevi, è sparito. All’improvviso, senza avvertire, senza lasciare spazio alla comprensione. E tutto ciò che puoi fare è restare lì, in silenzio, come se la tua stessa esistenza fosse stata scossa da un terremoto. Alle 14:46, ora locale, tutto cambia. L’aria sembra farsi più densa, come se il respiro stesso fosse più difficile. Un aereo, uno dei tanti che volano sopra di noi ogni giorno, colpisce con forza il World Trade Center. Un'esplosione. Non è più un suono, è un urlo. Un urlo che ti perfora il petto, che ti fa perdere il respiro, ti fa fermare, come se il tempo stesso avesse deciso di interrompersi. Un attimo, e tutto quello che conoscevamo diventa qualcosa di diverso. Poi il secondo, il terzo. E il mondo diventa una spirale di caos. Non c’era tempo per pensare. Il corpo reagisce istintivamente, e l'istinto ti porta a correre, a scappare, ma non sai dove. Non puoi restare lì. Quella polvere che sale, quei...
Posted on August 31st, 2001 at 1:18 AM | Tags: Memoria | 36 Comments
Un respiro sospeso # Sono passati anni, eppure la sua figura mi torna alla mente come se fosse ieri. Come un'ombra che non vuole scomparire, Diana Spencer cammina nella mia memoria, non come una regina, ma come una donna. Una donna con un sogno che non si è mai davvero realizzato, un cuore che non ha mai trovato pace. Ma è proprio in questo che risiede la sua bellezza. Non era perfetta. Nessuno lo è. Eppure, ogni suo passo sembra ancora oggi scrivere una storia che non si può ignorare, un eco che continua a risuonare nell'aria, a farsi sentire nelle pieghe della vita. Non c'è bisogno di ricordare i dettagli. Il suo viso, quel sorriso tanto luminoso quanto sfuggente. Le sue parole, che sembravano sgorgare dal profondo, come se fossero il riflesso di un'anima in lotta. Eppure, è nel silenzio che trovo il vero senso della sua vita. Un silenzio fatto di sussurri, di momenti non raccontati, di sogni interrotti da troppi occhi su di lei. Quanti la osservavano, l'avevano condannata prima ancora che avesse avuto la possibilità di scegliere? Quanto si è parlato di lei senza davvero ascoltarla? Le sue mani tremano ancora davanti ai miei occhi, quelle...
Posted on June 25th, 2001 at 8:14 AM | Tags: Memoria | 42 Comments
Il mio respiro è più veloce. Sento la pressione nel petto, come se fosse impossibile fare spazio a tutte le emozioni che si sovrappongono, come se fossi al limite di qualcosa, ma non so di cosa. La valigia è lì, accanto al letto, quella compagna di ogni partenza, testimone silenziosa di viaggi già vissuti e di quelli da vivere. È vicina, quasi intima, ma anche distante, come un ponte che unisce il passato al futuro. Ogni piega dei vestiti che ci sono dentro sembra prefigurare la forma di una vita diversa, eppure è tutto ancora un po’ incerto. I sogni e le paure sono mescolati in un unico groviglio. Non è più solo il desiderio di partire, ma la sensazione che qualcosa di grande stia per accadere. È un battito che non smette mai di crescere, che non riesce a quietarsi, eppure è così familiare. Non è solo l'eccitazione di partire, ma la consapevolezza che ogni partenza è l'inizio di una metamorfosi profonda. Lo so, perché ogni viaggio che ho fatto mi ha cambiato. Ma questa volta è diverso. Questa volta è come se il mare avesse già deciso di abbracciarmi prima che io stessa potessi scegliere di tuffarmi nelle...
Posted on May 5th, 2001 at 5:10 PM | Tags: Memoria | 26 Comments
E poi, in un attimo, il mare. La vista si srotola, lenta come un respiro, e la città ti accoglie con la sua freschezza salata. Genova, così vicina eppure così lontana. C'è qualcosa nei suoi vicoli che ti scivola sotto la pelle, non chiedi di capirlo, non ti serve. È una sensazione che viene da dentro, che ti attraversa e basta. Il suo ritmo non ha mai fretta, ma tutto sembra comunque essere già scritto, come un'onda che ti porta senza che tu possa fare altro che seguirla. Lo so, state pensando alla sua bellezza spigolosa, alla sua incertezza. Ma c'è un’altra Genova, la mia Genova. La città che si vede dalla parte opposta, quella che mi ha accolta come una madre che non fa domande. E la Sampdoria, ah, quella è il cuore pulsante, il battito di una passione che si respira in ogni angolo. Non importa chi sei, cosa fai, da dove vieni: entrare nel Marassi, sentire il rumore della gente che si mischia, è come entrare in un altro mondo. La stessa città, ma trasformata. Genova non è solo il mare, non è solo il porto. È l’urlo di chi vive per un sogno, per una squadra...
Posted on January 8th, 2001 at 1:30 PM | Tags: Memoria | 38 Comments
La campanella 7:55 La campanella suona con un taglio netto, come un bisturi che incide la pelle dell’aria. È il primo giorno. Di nuovo. Ogni anno si apre come un libro intonso, ma appena sfoglio la prima pagina, il déjà-vu mi assale. Sempre gli stessi corridoi, le stesse voci, lo stesso intreccio di sguardi che si incrociano senza fermarsi mai davvero. Ogni passo è un ritorno, ogni movimento è un ricordo che si ripete. Eppure, qualcosa dentro di me si rifiuta di accettare questa ciclicità. Sento che deve esserci di più. Entro nella scuola con un passo lento, le suole delle scarpe che graffiano il pavimento in un ritmo mio, lontano dal caos circostante. Le voci rimbalzano sui muri, si sovrappongono, si confondono in un’eco distante. È un concerto disarmonico che sembra avvolgermi senza toccarmi. O forse sono io a tenermi lontana, a guardare da un margine invisibile. La porta della classe è aperta. Mi fermo un attimo sulla soglia. Dentro, ci sono volti che conosco, ma che non riconosco davvero. Gli amici mi salutano con sorrisi e parole, ma le loro voci si dissolvono prima di raggiungermi. È una sensazione strana, questa distanza. Non è fisica, non è emotiva....
Posted on August 31st, 2000 at 12:52 AM | Tags: Memoria | 16 Comments
È forse questo il destino di chi osa essere veramente diverso, veramente umano? # Era il 31 agosto 1997. La luce di Parigi si spegneva senza preavviso, e con essa, la vita di Lady Diana. La notizia giungeva come un fulmine, un colpo secco che scuoteva il mondo. Un incidente, dicono. Ma quale incidente è capace di silenziare la speranza? La morte di Diana non ha semplicemente interrotto il corso della sua vita. Ha infranto una visione di bellezza che si faceva carico del mondo. Eppure, quel giorno, l’universo sembrava più fragile che mai. La sua morte ha lasciato un vuoto che nessuno avrebbe potuto riempire. Non parlo della sua assenza fisica. Quella è semplice. È il vuoto che ci lascia dentro, quello che si fa più profondo con il passare del tempo. Diana non era solo un volto angelico dietro sorrisi perfetti, ma un’anima che camminava tra le ombre, che toccava il dolore senza paura. Era la speranza in un mondo che si dimenticava di essere umano. Non aveva paura di guardare negli occhi le cicatrici di chi soffriva, di chi lottava. Le sue mani, tese verso il mondo, avevano il potere di trasformare, di curare. Ma non hanno...
Posted on June 23rd, 2000 at 2:00 PM | Tags: Memoria | 28 Comments
Mi trovo qui, in questo preciso istante, a guardare l’acqua cristallina della piscina. La superficie è calma, ma dentro di me tutto sta già accadendo. Ogni onda, anche la più piccola, mi tocca, mi scuote. Il mondo, fuori di qui, sembra appartenere a un’altra dimensione, a un altro tempo. Tra pochi secondi, il mio corpo si immergerà in questo abbraccio gelato, ma sono già dentro, già immersa nell’emozione che mi travolge. Come se ogni singolo movimento nell’acqua fosse un grido silenzioso, come se ogni bracciata fosse un’esplosione dentro di me. H. è accanto a me. La sua risata mi fa sentire viva, come se potessi toccare il mondo intero solo con il suono della sua voce. Non ho bisogno di guardarla per sapere che il suo sorriso è lì, tra il riflesso dell’acqua e l’aria calda di una sera d’estate. Ci capiamo senza dire una parola. Perché le vere amicizie sono così, fatte di silenzi che dicono tutto. Mi guardo, il mio riflesso nell’acqua è quello di una ragazza che ride, che non ha paura di essere sé stessa. Ma non è solo il tuffo che importa. No, è tutto. È il fatto che quando entriamo insieme in quella piscina,...