Posted on September 11th, 2002 at 5:25 PM | Tags: Memoria | 0 Comments
Un anno che pesa sulle spalle, come un macigno che nessuno ha chiesto di sollevare. La memoria del 11 settembre ancora ci brucia, nelle ossa, nella carne. Un mondo che non è più lo stesso. L'eco degli eventi dell'11 settembre è ancora forte, persino soffocante. Siamo nel mezzo di un cambiamento radicale, che nessuno aveva previsto. Le città, quelle che avevano vissuto in relativa tranquillità, ora respirano un’aria diversa. Un'aria di paura, di sospetto, ma anche di una necessità di ritrovare un equilibrio. Si scrivono nuove leggi, si rafforzano i confini, si ridefinisce la sicurezza. Le persone, a poco a poco, imparano a vivere con l’incertezza che aleggia su ogni angolo del mondo. Ma non tutti vogliono adattarsi. Ognuno di noi ha una storia, un ricordo, un'esperienza da raccontare. Eppure, la nostra storia collettiva è cambiata in un attimo. «Un aereo che diventa un missile». Le immagini di quella giornata sono indelebili. Quelle torri che crollano in diretta, come un mostro che inghiotte tutto. Le strade vuote, le persone in fuga, i volti smarriti. Siamo diventati spettatori di una tragedia che non avevamo mai pensato di poter vedere. Eppure, eccomi qui, mentre scrivo, mentre sento il peso di ciò che...
Posted on August 31st, 2002 at 6:00 PM | Tags: Memoria | 0 Comments
Oggi, come ogni anno, il pensiero di Diana mi colpisce come un pugno. Non c'è giorno che passi senza che qualcuno non ricordi quel volto così familiare, la sua umanità. Un'ombra che rimane, eppure, mai dimenticata. È come se il tempo avesse fatto da scudo a una tristezza che non se ne va. È tutto ancora lì. Eppure, non ci siamo mai liberati davvero. Mi sembra impossibile dimenticare quella sera del 31 agosto 1997. Quel giorno in cui il mondo intero ha avuto un vuoto, un'inquietante mancanza. Diana non era solo una principessa. Era un simbolo, una donna che sapeva guardare oltre il suo status, oltre la vita dorata che il destino le aveva dato. Con uno sguardo penetrante, capace di vedere ciò che spesso nessuno vede, Diana ha lottato per chi non aveva voce. Per chi non poteva difendersi. E in qualche modo, quella sua fragilità è diventata una forza. Non era perfetta, lo sapevamo tutti. Ma chi può dire di esserlo davvero? Si è mostrata per quella che era: una madre, una donna, una persona che amava con tutto il cuore. Non c'è bisogno di idealizzare la sua figura, basta ricordare ciò che ha fatto. La sua lotta...
Posted on August 10th, 2002 at 5:10 PM | Tags: Memoria | 0 Comments
Ho sempre pensato che fare l'elenco dei ragazzi passati nella mia vita fosse qualcosa di impensabile. Un atto di smarrimento. Ogni nome una traccia che ti segna. È come mettere in mostra una parte di te che vorresti nascondere, nascosta nei recessi più oscuri della mente. Mi torna in mente quella scena di un film anni '90, in cui la protagonista elenca i suoi ex. La vedo, sorridente, con un'espressione maliziosa. Come se fosse qualcosa di piacevole, come se stesse rivelando un segreto dolce. Ma nella realtà, una ragazza non si comporterebbe così. È un tabù, una vergogna. Contare, ricordare, confrontare... Tre è già un numero troppo grande per ammettere. E poi, c'è sempre quella paura. La paura che le amiche abbiano un numero più basso, facendo sentire come se tu avessi vissuto di più, di troppo. Come se ogni esperienza fosse un fardello che ti appesantisce. Il numero cresce, e con esso cresce anche il giudizio altrui. Eppure, nonostante la vergogna, sono riuscita a farci qualcosa. Non per amore, ma per curiosità. Forse per ribellione. È incredibile cosa siamo disposti a fare per seguire il nostro desiderio più primitivo. Ci si stupisce persino di sé stessi, delle proprie azioni,...
Posted on July 8th, 2002 at 10:00 PM | Tags: Memoria | 0 Comments
La festa dei miei 18 anni è finita, eppure mi sembra che non sia mai iniziata. Ho solo il ricordo di quella sala da pattinaggio, quella musica che rimbombava nell’aria e ci sospingeva tutti verso un futuro che non ci appartiene. La mia mente torna a quel momento. Sì, era una festa, ma non solo. Era il mio incontro con un passato che non mi apparteneva, ma che mi ha preso e non mi ha mai più lasciato. La sala da pattinaggio. Non una di quelle moderne, freddamente illuminate, ma una di quelle che un tempo brillava sotto luci calde, come se ogni angolo nascondesse una storia da raccontare. Non avevo mai vissuto negli anni '70/'80, eppure mi sembrava di respirarne l'aria. Il suono dei pattini che scorrevano sul parquet era una lingua che capivo senza bisogno di traduzione. Sempre più mi sorprendevo della forza di quel legame, della capacità di quei decenni di tornare a pulsare dentro di me, nonostante il mio corpo fosse ancorato nel presente. Ogni movimento della mia mano, ogni passo sulle ruote, ogni battito del cuore mi portava a un'altra dimensione. Eppure ero qui, nel 2002, a sentire il peso del tempo come una costante...
Posted on March 20th, 2002 at 9:30 PM | Tags: Memoria | 0 Comments
Oggi a Londra, i funerali della regina madre Elizabeth. Un evento che ha fermato il mondo. Un momento che avrebbe dovuto unire, ma che mi lascia dentro un'inquietudine che non so spiegare. Mentre le strade erano invase dalla gente, dai volti segnati da anni di dedizione, mi chiedo: perché la morte di una figura così amata deve toccarci così tanto? Cos'è che veramente ci lega a chi non c'è più, se non l'idea di ciò che ci ha dato, di quello che ci ha insegnato a vivere? Io la guardo, una figura che ha segnato il destino di un paese, di un impero. Eppure, mi chiedo, quanto davvero sappiamo della sua vita, delle sue scelte, della solitudine che può aver provato anche lei? Era una regina, ma prima di tutto era un essere umano. Il mondo intero ha osservato con rispetto, ma anche con un senso di vuoto. Come se quell'ultimo addio non fosse solo un tributo alla sua grandezza, ma un monito. Un monito che ci ricorda quanto sia fragile tutto, quanto siano effimeri i titoli, i poteri. Cos'è che ci rimane quando la grandezza svanisce? La regina madre è stata un simbolo di stabilità, ma chi di noi...
Posted on September 12th, 2001 at 3:30 PM | Tags: Memoria | 0 Comments
Milano è ferma. I rumori della città sembrano più ovattati oggi, come se il respiro collettivo si fosse interrotto dopo l’11 settembre. Mi sveglio con il peso delle immagini viste alla televisione: fiamme, crolli, disperazione. Ogni suono è un richiamo a quella tragedia, un rintocco di campana che ci ricorda quanto siamo vulnerabili. «È successo davvero?» mi chiedo osservando le persone per strada, alcune immobili davanti alle edicole. I giornali espongono titoli in grassetto, foto che nessuno vorrebbe vedere. Il mondo intero si è fermato, non solo New York. In un bar di Porta Venezia, il solito vociare è sostituito da sussurri. Due uomini anziani discutono piano. Uno dice: «Non riesco a credere che qualcosa di così crudele possa esistere». L’altro annuisce, fissando il caffè come se cercasse risposte nel fondo della tazzina. Le loro rughe sembrano più profonde oggi, solchi di un dolore condiviso. Un gruppo di studenti, al tavolo accanto, parla animatamente: «Ora cosa accadrà? Un’altra guerra?» domanda una ragazza. «Non possiamo saperlo» risponde un ragazzo, la sua voce tremante. Le loro parole sono un riflesso della confusione e della paura che ci avvolge tutti. Il futuro non è mai stato così incerto. La professoressa di storia, in...
Posted on August 31st, 2001 at 1:18 AM | Tags: Memoria | 0 Comments
Il mondo si è fermato, quel 31 agosto 1997. Il battito del cuore del pianeta ha subito un arresto, come se il tempo stesso non avesse potuto accettare che una figura tanto pura, tanto compresa, potesse svanire così. La principessa Diana, simbolo di eleganza e di una vulnerabilità che parlava a tutti, non c'era più. La sua morte ci ha colti impreparati, travolti da un dolore che non cercavamo, da una verità che faceva paura: anche le stelle più brillanti possono spegnersi troppo presto. Chi era Diana? Forse la risposta non è in un volto, ma in un ideale. Era la donna che aveva scelto di mostrare la sua fragilità, di uscire dalle ombre dorate del palazzo per abbracciare il mondo. Con il suo sorriso, con le sue parole, con ogni passo che faceva in pubblico, era diventata la voce di chi non poteva parlare, l'ancora di salvezza per chi viveva nel silenzio della sofferenza. La sua morte ha aperto un varco, un interrogativo che ci portiamo dentro da allora: quanto siamo disposti a sacrificare per restare fedeli a noi stessi? La principessa Diana non ha mai smesso di lottare per la sua verità, ma alla fine è stata sopraffatta...
Posted on June 25th, 2001 at 8:14 AM | Tags: Memoria | 0 Comments
Ogni viaggio è un salto nell'ignoto, un passo verso il cambiamento # La valigia è pronta. Vicina al letto, accanto ai sogni e alle paure. Il catalogo dell'hotel, quel piccolo oggetto che sembra contenere la promessa di un mondo diverso, è incastrato tra il lettore CD, le chiavi di casa e il portafogli. Lo tengo stretto, come se fosse l'unica cosa che mi separa da una vita nuova. Il cuore batte forte, come se qualcosa, qualcosa di grande, stesse per accadere. Non è solo l'emozione di partire, ma la consapevolezza che la partenza è l'inizio di una trasformazione profonda. La stanza che mi ha vista crescere, quella che ha raccolto i segreti e le paure della mia adolescenza, ora mi abbraccia per l'ultima volta. Non è un addio definitivo, ma un arrivederci, un lasciarsi alle spalle il confortevole rifugio della sicurezza. La scia della mia adolescenza svanisce tra le pieghe del tempo, mentre il mio corpo si prepara a compiere un gesto di ribellione, di fuga. Non tornerò come sono partita. Non sarebbe possibile. Perché ogni passo mi cambia, anche quando non me ne accorgo. Le strade che conosco si allontanano, e con esse anche le mie certezze. È un...
Posted on May 5th, 2001 at 5:10 PM | Tags: Memoria | 0 Comments
Genova: la città che non si dimentica mai, che ti entra dentro e non ti lascia più # Genova è una ferita che non smette di sanguinare, ma la bellezza del suo sangue è quella forza che non si arrende. Non è mai facile parlarne senza sentirne il peso. Ogni angolo di questa città, ogni passo che fai, ti porta a confrontarti con il passato, con la memoria di chi ha vissuto e lottato qui. Genova non è solo una città, è un ecosistema che respira storie, emozioni, cicatrici. Una città che ti invita a vedere oltre la superficie, a scavare sotto le sue strade scoscese. I vicoli di Genova sono la sua anima. Stretti, angusti, vibranti di vita, ti stringono come un abbraccio che non lascia scampo, come una verità che non può essere ignorata. Eppure, in questa densità di storie, ci sono spazi di luce. Ogni vetrina, ogni bottega nascosta tra le pietre dei suoi muri, racconta un frammento di vita che resiste al tempo. C’è un’incredibile forza in questo posto, una forza che non ti permette di dimenticare. Genova ti guarda e ti sfida. Non ti offre facili risposte, ma ti lascia con domande che non smettono...
Posted on January 8th, 2001 at 1:30 PM | Tags: Memoria | 0 Comments
La campanella suona con un suono tagliente, come una promessa non detta # Ogni anno che ricomincia è come un libro da scrivere, eppure, ogni pagina sembra un ritorno. I corridoi della scuola sono affollati, ma è il silenzio interiore che mi accompagna più di tutto. Il suono delle voci che si sovrappongono, gli sguardi che si intrecciano, sono il riflesso di una realtà che, nonostante cambi, sembra sempre uguale. È un anno nuovo, eppure, la solitudine è la stessa. Un passo dopo l’altro, mi avvicino alla classe. I volti degli amici sembrano familiari, eppure ogni volta c’è una distanza che non riesco a colmare. Le vacanze sono finite, ma ciò che rimane è una sensazione di incompletezza che non riesco a scacciare. Le chiacchiere dei compagni si intrecciano con i ricordi del passato, ma qualcosa è cambiato dentro di me. Non sono più la stessa. Ogni risata, ogni parola, suona come una promessa di normalità. Ma cosa significa essere normali? La scuola, i libri, i banchi, tutto sembra avvolto da una patina di ritualità. Le giornate passano come se il tempo non fosse mai davvero nostro. Si vive per compiti, per interrogazioni, per aspettative. Ma io non voglio vivere...