Posted on April 9th, 2025 at 8:51 PM | Tags: Memoria | 0 Comments
Certi giorni bastano poche parole, eppure sembrano portarsi dietro il peso di secoli. Mi è bastato sentire la voce di un re attraversare l’eco della Camera dei Deputati, scandire parole nella lingua che mi brucia dentro fin dall’infanzia, per sentirmi attraversata da una scossa silenziosa. “Spero di non rovinare la lingua di Dante.” Ha detto così. E in quella frase c’era tutto. C’era la distanza colmata, la deferenza gentile, l’eleganza antica che non chiede mai di essere notata ma resta incisa come il profilo in un cammeo. Non è idolatria, la mia. Non è il fascino cieco per corone e rituali. È piuttosto un’attrazione che nasce nei luoghi in cui la storia si piega alla grazia, dove la tradizione non è solo abitudine ma rito condiviso, gesti tramandati che danno forma all’invisibile. Ho sempre guardato la famiglia reale come si osserva una costellazione: da lontano, senza pretese, ma con la certezza che in quel disegno, in quelle traiettorie luminose, c’è qualcosa che parla di permanenza in un mondo che tutto consuma. E poi, sentire Carlo, perdonatemi, RE Carlo, pronunciare l’italiano con quella cura, con quell’umiltà che profuma di rispetto, è stato come vedere una vecchia tela restaurata con mani leggere,...
Posted on September 18th, 2024 at 12:56 PM | Tags: Memoria | 6 Comments
Italia terra di contrasti e di passioni Non mi manchi, Italia. Non mi è mai mancata la tua lingua, il tuo caos, la tua bellezza sfacciata. Sono stata abbracciata da un’altra terra e in quella distanza ho trovato la pace. Il coltello scivola sulla cipolla, l’acciaio che penetra nella polpa umida, la lama che striscia via come se sapesse cosa sta facendo, come se conoscesse la mia anima in modo più profondo di quanto io stessa ne sappia. Il profumo pungente mi graffia gli occhi. Quello che resta è una scia di lacrime, il cuore che batte più forte, l’odore che si mescola alla pioggia che batte contro i vetri. È strano come il tempo sembri fermarsi quando si affonda in un gesto così semplice. Una cipolla. Un coltello. Un attimo che potrebbe essere passato inosservato, ma che invece mi scuote come un pugno dritto allo stomaco. Il coltello è sospeso, l’aria si ferma. Non c’è spazio per nient’altro in quel momento, solo il silenzio di una riflessione che mi afferra, potente, e mi costringe a sentire: l’Italia non mi manca. Non mi è mai mancata. I miei piedi si muovono lentamente tra le stanze di questa casa che ora...
Posted on April 16th, 2019 at 5:00 AM | Tags: Memoria | 0 Comments
La cattedrale di Notre-Dame è in fiamme. Le sue torri, simboli di un’architettura secolare, stanno cedendo sotto l'assalto delle fiamme, e con esse, un pezzo inestimabile della storia europea. Il mondo intero osserva, con il respiro sospeso, come l'incendio divora il passato, consumando ogni traccia di bellezza e di ricchezza storica che quel monumento rappresenta. Sono qui, seduta in un angolo di Amsterdam, lontana dalla calamità, eppure il pensiero vola a Parigi. Il dolore è tangibile, come se il fuoco avesse trovato una via per raggiungere anche me. In questo momento, la cattedrale è più di una semplice struttura di pietra; è il simbolo di una cultura che ha attraversato secoli di cambiamenti e di tumulto. E ora, è in preda alle fiamme, la sua anima bruciata, la sua storia ridotta in cenere. Osservo il telegiornale, la cronaca si srotola come un film in tempo reale. Le immagini della cattedrale avvolta dal fuoco sono in netto contrasto con la tranquillità dei canali di Amsterdam. Il mondo sembra diviso tra due realtà: quella di chi guarda da lontano e quella di chi vive l'incubo da vicino. La distanza non riduce l’impatto emotivo; anzi, amplifica il senso di impotenza e di disperazione....
Posted on May 4th, 2009 at 7:18 AM | Tags: Memoria | 14 Comments
Ci sono momenti in cui ci perdiamo in un mondo che non è più il nostro. Eppure, basterebbe fermarsi e respirare, per ritrovare la purezza di ciò che eravamo # Le strade sono vuote questa mattina. Ma non lo erano allora, non quando avevo cinque anni e il mondo era un parco giochi senza fine. Mi viene in mente quella bambina con i capelli corti da maschiaccio, che pedalava senza paura, gli occhi spalancati sul mondo. Ogni cosa era un’avventura, e il traffico, il caos di cui parlano gli adulti, era solo un rumore distante, come un sussurro che non entrava mai nel mio piccolo mondo fatto di corse nel parco e risate a perdifiato. A cinque anni, tutto era un gioco, tutto era semplice, immediato. Non c’erano conti da fare, problemi da risolvere. La felicità era fatta di attese, quelle brevi, ma che sembravano estendersi nell’infinito. Il cuore spezzato?. Quella parola non aveva alcun senso allora. Il cuore era un tamburo che batteva solo per risate, per sogni impossibili da spezzare. Un dolore per una sbucciatura al ginocchio si risolveva con una carezza e un bacio. Non c’era spazio per qualcosa che durasse più di un’ora. Il dolore non...
Posted on January 20th, 2009 at 4:31 PM | Tags: Memoria | 0 Comments
Oggi, 20 gennaio 2009, mentre gli occhi del mondo sono puntati su Washington, mi sento attraversata da una tensione elettrica, quasi tangibile, che vibra nell’aria. La Casa Bianca non è più solo un edificio, è un simbolo che cambia pelle, che si trasforma. Non è solo la carica di un presidente ad entrare, ma l’idea stessa di ciò che può essere il mondo. Barack Obama non è solo un uomo in giacca e cravatta. È una speranza. È il segno che le cicatrici della storia possono finalmente, forse, cominciare a guarire. Non so se è il freddo pungente o il calore che mi cresce dentro, ma quando lo vedo fare il suo giuramento, qualcosa dentro di me scatta. È la sua voce, chiara, potente, che penetra nel silenzio e sfida le ombre. Le parole di Obama non sono solo una promessa, sono una chiamata alle armi di chi crede che il cambiamento non sia un sogno utopico, ma una battaglia quotidiana. Non è la retorica di un politico, ma la verità di un uomo che ha osato guardare il futuro negli occhi e dire: «È possibile». Mi trovo seduta davanti allo schermo, come milioni di altri, eppure c’è qualcosa di...
Posted on December 10th, 2008 at 12:27 AM | Tags: Memoria | 0 Comments
Un’assenza non è mai silenziosa: parla con la voce del dolore, dell’attesa, del desiderio che resta sospeso # C’era una volta un padre, o forse no. Il vuoto che lascia una figura paterna assente è una melodia stonata, una nota che si ripete all’infinito, ogni giorno più stridente. Non è un’assenza che puoi ignorare, come un vecchio quadro che si sbiadisce sul muro; è più come un soffitto crollato, che ti costringe a guardare in alto e a chiederti quando avverrà il prossimo cedimento. Oggi il mio passo è lento, pesante, mentre cammino per il parco. L’aria è intrisa di quel profumo pungente che solo l’inverno sa regalare: terra bagnata e foglie marce, una fragranza che non consola ma che racconta storie di cicli che si chiudono. Un padre con il figlio gioca vicino a una fontana. Lo osservo: il bambino ride, le mani tese verso il cielo, mentre il padre lo solleva in alto. Non riesco a distogliere lo sguardo. È come se ogni loro gesto fosse un piccolo coltello che gira nella mia ferita più profonda. Mi fermo su una panchina fredda, le mani avvolte nelle tasche del cappotto. Lo faccio spesso, fissare qualcosa o qualcuno fino a...
Posted on April 2nd, 2007 at 11:43 AM | Tags: Memoria | 0 Comments
Il tempo non aspetta, ma noi possiamo fermarlo nei pensieri che decidiamo di condividere # L’aria è immobile. La calura non perdona, si insinua nella pelle come un ricordo ostinato che non vuole svanire. Scrivo, e ogni parola è una goccia che sfida il deserto del silenzio che ci circonda. Chiudo gli occhi per un istante, immaginando un mondo in cui il battito del tempo non schiaccia, ma sostiene. Oggi non parlo di novità o di quel progresso sterile che ci inseguirà sempre, senza darci tregua. Oggi scrivo per chi, come me, cerca nelle pieghe del tempo una scintilla di autenticità. La mia scrittura è sempre stata una ribellione. Quando gli altri alzavano muri, io aprivo porte. Da bambina delle elementari e medie, temevo il giudizio di chi leggeva i miei temi, come se la penna fosse un’arma che poteva ritorcersi contro di me. Oggi, guardo quella paura come un’ombra sbiadita, che ha perso il suo potere. Ho aperto questo spazio, questo weblog, per sfidare quelle ombre. Perché scrivere è resistere. C’è chi mi critica, chi vorrebbe che io tacessi. Mi accusano di arroganza, di voler sfidare il quieto vivere. Ma il loro disprezzo è il prezzo della libertà. Ogni...
Posted on July 31st, 2006 at 2:12 PM | Tags: Memoria | 0 Comments
Non c'è libertà senza ascolto, senza fermarsi, senza sentire il battito che siamo davvero # Luglio 2006. È un caldo asfissiante che ti avvolge, come una coperta di fuoco che ti costringe a rimanere immobile, a pensare ad ogni gesto. Le strade sono vuote, la città respira a fatica, ma io, nonostante tutto, resto. Il silenzio che mi circonda non è vuoto: è pieno di domande. Domande che, da troppo tempo, non mi ero mai concessa di ascoltare. Cucino. È un atto meccanico, il solito. Eppure, in questa notte che sembra infinita, ogni gesto è diverso. La cipolla che soffrigge nella padella è un odore pungente, dolce e amaro allo stesso tempo. L'aria di casa si mescola con il profumo acuto dell'olio, che schizza appena nel fuoco. L'intensità dell'aroma si mischia al caldo che sale dall'asfalto, come un ricordo di mondi lontani, eppure così vicini. L'odore che si fa strada nelle narici è come il bisogno di respirare, di trovare un senso in questa immobilità forzata. Ma come posso respirare in un mondo che mi toglie l'aria? Forse non si può, penso. Forse la risposta è nel fermarsi. Guardo fuori dalla finestra. Il cielo è privo di nuvole, solo stelle,...
Posted on May 10th, 2006 at 2:07 PM | Tags: Memoria | 0 Comments
Il ritorno non è mai solo un passo fisico, è un viaggio dentro. Ed io, oggi, sto tornando # Non è un ritorno che si misura in metri percorsi, in giorni che scorrono via senza fare rumore. È qualcosa che ha a che fare con l’anima, con quella parte di me che avevo dimenticato tra la frenesia del quotidiano e l’illusione di un controllo che, a ben vedere, non ho mai avuto. È aprile, ma il mio cuore è già a maggio. Quando mi sveglio ogni mattina, la luce che entra dalla finestra non è più la stessa. Non è più quella fredda che mi accompagnava nei giorni grigi. Ora è calda, calda come la promessa di un nuovo inizio. Parigi è lontana, ma non l’ho mai lasciata davvero. Le sue strade, i suoi odori, i suoi suoni mi sono entrati dentro. Parigi mi ha cambiata. C’è una consapevolezza nuova che ho dentro di me, un qualcosa che mi rende più viva, più sveglia di prima. Eppure, sono qui, a tornare al mio mondo, ai luoghi che conoscevo e che ora sembrano diversi, illuminati da una luce diversa. La quotidianità non è più la stessa. È la mia vita a...
Posted on April 21st, 2006 at 2:03 PM | Tags: Memoria | 0 Comments
Il respiro di Parigi è qualcosa che non ti puoi immaginare, finché non lo vivi # Aprile. Un mese che di solito è per me solo un altro giro di giostra, scandito da appuntamenti e scadenze. Ma quest'anno decido che sarà diverso. Decido di smettere di correre dietro al tempo e di afferrarlo, di prenderlo tra le mani come un uccellino fragile e prezioso, e di guardarlo negli occhi. Sento che è il momento di una pausa, una di quelle che ti rigenerano dentro. Così faccio qualcosa che mi ero promessa da tempo: parto per Parigi. Parigi. Una parola che evoca mille immagini, mille sogni e forse anche mille illusioni. Ma io non cerco illusioni, no, io cerco verità. Cerco di vedere con i miei occhi quello che tanti altri hanno cantato, dipinto, scritto. E così, con una valigia leggera e un cuore curioso, mi immergo in questa città che pare sospesa tra il passato e il presente, tra il sogno e la realtà. Passeggio lungo la Senna, e il fiume sembra raccontarmi storie antiche, di amori perduti e di battaglie vinte. C'è un'energia particolare qui, una sensazione che ogni passo che fai è un passo dentro la storia. Le...