L’enigma dell’interferenza umana

Posted on January 13th, 2005 at 3:30 AM | Tags: | 0 Comments
PARTE UNO. C’è una strana ironia nell’osservare la realtà attraverso uno schermo opaco, come quando la neve si appoggia delicatamente sui vetri, distorcendo ciò che sta al di là. E oggi, mentre mi trovo di fronte a un piccolo schermo retroilluminato, mi rendo conto che questa è la metafora perfetta per ciò che è successo. Una ragazza, o forse dovrei dire un’ombra, ha deciso di cancellarmi. Un click, e via il mio commento. Come se non fossi mai esistita. Poi, il gesto definitivo: rendere il suo blog privato. Mi domando, con un misto di stupore e irritazione, perché? Qual è l’impulso che spinge qualcuno a tagliare un filo sottile, apparentemente innocuo, che collega due sconosciuti? Quella cancellazione non è solo un atto virtuale. È una dichiarazione. Una piccola guerra fredda tra pensieri, un segno di rifiuto che, per quanto mi sforzi, non riesco a decifrare. Decido di scriverle di nuovo, nel suo forum, con parole che vibrano di una curiosità inquieta: «Perché?» Una domanda diretta, asciutta, che porta con sé tutto il peso della mia insoddisfazione. Non mi aspettavo una risposta, lo confesso. Ma ciò che mi lascia interdetta è che lei non solo non risponde, ma si spaccia per...

Vagheggiare

Posted on August 5th, 2004 at 1:23 AM | Tags: | 0 Comments
PARTE UNO. Non è colpa del cielo se gli occhi dell’uomo non sanno guardarlo Non ci sono parole inutili. Non ci sono parole che si possono ignorare o deridere solo perché sconosciute. Le parole esistono, hanno un peso, una storia, un suono che scivola nella bocca e si posa nella mente. Eppure, c’è sempre qualcuno pronto a ridere di ciò che non conosce, a scartare l’ignoto come si scarta una lettera mai aperta. "Forse tu stai vagheggiando" hanno scritto, ed ecco il dileggio, la risata superficiale, l’ignoranza che si fa scudo della sua stessa pochezza. "Forse tu stai vagheggiando", non solo è corretto, ma è anche estremamente elegante, colto, evocativo. "Vagheggiare" è un verbo. Un verbo vero, antico, italiano. Non l’ho inventato io, non l’ha inventato la notte o il vento. Lo hanno usato poeti, scrittori, uomini e donne che della parola facevano un’arma ed un rifugio. Lo ha usato Foscolo, lo ha usato Leopardi, lo ha usato chi sapeva che immaginare non basta, che sognare non è sufficiente. Vagheggiare è desiderare, contemplare, tendere verso qualcosa con un’adorazione quasi estatica. È più di un sogno, più di un’illusione. È la proiezione di ciò che si vorrebbe afferrare, ma che rimane...