Non sono scomparsa. Ma a volte desidero che lo fossi. #
Il sole sta ormai cedendo il passo alla notte, e la luce del tramonto si infiltra fioca attraverso la finestra. La giornata sta finendo, come ogni altra. Ma io non muoio insieme a lei, no. Mi sento invece una crepa nell’aria, un’ombra che si fa largo tra i frammenti di un mondo che scivola via senza che nessuno se ne accorga. Mi domando, a volte, quanto sarebbe semplice: scomparire, dissolversi nel nulla, come se non fossi mai esistita. Ma no, non sono scomparsa. Anche se, a volte, il pensiero di farlo sembra l’unica salvezza. Cammino, i miei passi sono come catene che mi legano a questa realtà che non capisco più. Ogni movimento, ogni sforzo è come il peso di un pensiero che non riesco a sollevare. Mi fermo e guardo il cielo, un cielo che, pur essendo infinito, mi fa sentire infinitamente piccola. Cos’è la mia esistenza? Un battito d’ali che passa inosservato? Sento di essere invisibile, come se nessuno potesse davvero vedermi. Mi sento come se non ci fossi.
Il profumo del caffè si fa largo tra i pensieri, il calore del pane tostato sembra voler risvegliare i sensi, ma io non riesco ad afferrarlo. C’è una distorsione dentro di me, un vuoto che non se ne va, una sensazione di sospensione che mi tiene lontana dalla realtà. La casa gira attorno a me, il mondo continua a muoversi, ma io sono ferma, bloccata in un angolo che nessuno nota, nemmeno io. E mentre guardo quell’odore che si dissolve nell’aria, una frase mi torna in mente, come una cicatrice: «Non sono scomparsa. Ma a volte vorrei tanto che fosse così.» Un pensiero che si attacca come una colla invisibile, una riflessione che non posso ignorare. Mi siedo al tavolo, il mio volto appare nello specchio appannato. Lo guardo. Lo riconosco, ma non è più mio. È come se appartenesse a qualcun altro. Un altro corpo, un altro essere. Ma io sono qui, non posso sfuggirgli, non posso fuggire da me stessa. Eppure lo vorrei, scivolare via, scomparire nel nulla, non lasciare nulla dietro di me. Niente. Solo il silenzio che rimuove ogni traccia di vita. Ma non posso. Non c’è nulla da fare. Sono ancora qui, anche se a volte sento che vorrei non esserlo. Il caffè scotta, ma non sento il dolore. Le labbra sono bruciate, ma il mio corpo non risponde. Il mondo sembra sfocato, come se fosse fuori fuoco, come se fossi in un sogno senza svegliarmi mai. Il suono della mia voce mi arriva come un’eco lontana, distorta, rimbalzando tra le mura vuote della casa. Eppure, tra il silenzio, il pensiero che mi ha sempre perseguitato riaffiora. Non sono scomparsa. Sono qui. Vivo. Eppure, mi chiedo: cosa significa essere vivi, quando non si è mai veramente presenti? La mia voce, che sembra inutile, esiste, eppure resta prigioniera della solitudine. Il mio respiro si fa più pesante, un tamburo che batte dentro la testa, incessante. La calda bevanda mi ha acceso una fiamma dentro, ma la domanda rimane. Perché non posso semplicemente sparire? Perché tutto questo sembra così semplice, mentre vivere… vivere è così complicato. Cosa accadrebbe se mi facessi piccola, invisibile, se mi facessi sparire senza lasciare traccia? Dove andrei? Cos’è che mi trattiene qui?
Ma se scomparissi, cosa sarebbe di me? Dove sarei? Sarebbe solo un’altra ombra, una macchia che svanisce nella notte. Il mondo continuerebbe, come se non ci fossi mai stata. Eppure, non voglio essere una semplice ombra che passa inosservata. Non voglio che la mia vita svanisca come un sussurro nel vento. La riflessione è lì, presente, come una ferita che non guarisce mai. Una parte di me desidera scomparire, ma un’altra parte lotta contro quella tentazione. Sa che non è giusto fuggire dal buio, non è giusto lasciare che la disperazione vinca. Ma cosa succede quando il corpo è vivo e l’anima si ferma? La risposta non esiste. C’è solo il vuoto che si espande, come una distesa senza fine. Vivo, ma senza essere davvero presente. Vivo, ma nel limbo di una vita che non trovo più. Non sono scomparsa. Ma in un certo senso, lo sono. O forse è solo la percezione che mi inganna, forse è solo l’illusione di un dolore che non riesco a dimenticare. La risposta non arriverà mai, eppure non smetto di chiedermelo. Mi alzo, ma il peso che sento non scompare. È dentro di me, incollato alla mia pelle, come una parte della mia essenza che non posso scacciare. Vivo, sì. Ma forse è proprio questo il problema: sono viva, eppure non mi trovo. E forse, è proprio per questo che non posso sparire.
E tu, dove ti troveresti, se fossi invisibile, senza traccia?
The End.
Remember me,
Eclipse