
San Valentino in solitudine
Posted on February 14th, 2003 / Rivoluzione / 12 CommentsLa luce di febbraio entra filtrando dalle tende. È un sabato, ma per me è solo un altro giorno. Il 14 febbraio, però, è diverso per chi lo celebra. Ci sono risate, cene eleganti, cuori di cioccolato, ma c’è anche il silenzio di chi non ha nessuno con cui condividerlo. Lo vedo scorrere, tutto questo rumore di amore che si riversa nelle strade, nei negozi, sulle pagine degli schermi. Il commercio ha preso il sopravvento, ha trasformato l’amore in una merce da vendere, da consumare velocemente. Non c’è niente di reale in tutto questo, non c’è nulla che resti. Eppure, è tutto ciò che conosciamo, ed è proprio lì che mi perdo. Mi guardo intorno. La mia casa è vuota, ma non è un vuoto che pesa. È una solitudine che respiro come l’aria fresca della mattina. Non mi manca nulla, non mi manca nessuno. In questo angolo di tempo, mi trovo. Le cose che mi circondano non mi chiedono nulla, non si aspettano nulla da me. Eppure, fuori c’è la folla che si ammasserebbe volentieri in un ristorante a mangiare un piatto che non sa nemmeno di loro, a ridere di qualcosa che non capiscono, a scambiarsi frasi che suonano stonate. È tutto così. È tutto così ogni 14 febbraio.
Perché dobbiamo sempre aspettare un giorno preciso per dire “ti amo”? Mi trovo a chiedermelo mentre scorro le pagine di un libro, ma anche tra una pagina e l’altra, il pensiero continua a rincorrersi. Perché quel giorno? Non dovrebbe essere l’amore una danza quotidiana? Un passo che si compie ogni mattina, senza bisogno di calendario? Ogni giorno potrebbe essere il nostro San Valentino, ogni gesto potrebbe raccontare un amore che non ha bisogno di fiori. Eppure, eccoci qui, intrappolati in un rituale che rende tutto più facile e più falso. Le luci si accendono, i ristoranti sono pieni, le persone sorridono, ma io mi sento più vicina a ciò che non è visibile, più vicino alla verità di un pensiero che scivola nelle pieghe di questa giornata. Mi rendo conto che per me non è il giorno a fare la differenza, ma il silenzio in cui mi perdo. La solitudine mi abbraccia, ma non mi spaventa. La riflessione è il mio amore segreto, il pensiero che non ha bisogno di essere detto per essere sentito. Le formule matematiche, le teorie fisiche che scrivo su fogli sparsi, sono il mio San Valentino. Dove trovo più verità in una teoria sulla relatività che in un cuore di cioccolato. Love Stinks, cantavano i J. Geils Band, eppure nessuno sembra sentire l’amarezza di quella verità.
Ma forse sono io, la diversa, quella che non riesce a far parte del gioco, che non si accontenta di una data imposta. Perché dovrei celebrare l’amore in un giorno in cui tutti si aspettano un regalo? L’amore non ha bisogno di un palco. Non ha bisogno di riflettori. L’amore vero è la carezza che non viene vista, è il silenzio che pesa più di mille parole. Non è nei gesti forzati, non è nelle aspettative. È nei momenti che non sanno di festa, ma che sono veri. Eppure, mi trovo a chiedermi, forse sono io che non capisco. Mi alzo dalla sedia, e il mio sguardo si ferma sullo specchio. Una persona che si riflette e non si riconosce del tutto. Una donna che non è mai abbastanza dentro questo mondo, ma che non si stanca di cercare di esserlo. La verità è che non è il mondo che cambia, ma la nostra percezione di esso. Ogni giorno dovrebbe essere una riflessione sull’amore, ma chi ha il coraggio di viverlo così? Non c’è bisogno di un solo giorno per comprendere la sua potenza. Cosa succederebbe se tutti potessero vedere l’amore in ogni piccolo gesto quotidiano? Ma, di nuovo, chi ha il coraggio di non farsi travolgere dalla farsa del 14 febbraio?
Eppure, mentre guardo fuori, vedo la gente che corre, che si prepara per la serata. E sento un’inquietudine che non mi abbandona, qualcosa che mi sfiora, che mi attraversa e che non trova posto. Una domanda che non si è ancora risposta. E il silenzio torna a prendere il suo posto, lasciandomi con un pensiero che non troverà mai risposta. Non sono sola. È che non voglio essere come loro.
Hearts.
Remember me,
Eclipse
Ho sempre sentito che San Valentino è un po’ un inganno. Il tuo post mi ha fatto pensare che forse davvero l’amore è più nel silenzio che nelle parole. L’amore è anche nelle piccole cose che non si vedono, nelle teorie che scrivi su un foglio sparso. Non è nel cuore di cioccolato, ma in ciò che non è consumato, in ciò che resta. Eppure, ogni volta ci ritroviamo a inseguirlo in modo sbagliato.
Esattamente. Ogni gesto forzato, ogni parola gridata, ci allontana dall’essenza di ciò che l’amore è davvero. L’amore non ha bisogno di essere messo in mostra, non ha bisogno di essere celebrato a comando. È nelle cose non dette, nei momenti di riflessione che passano inosservati, eppure sono quelli che restano con noi più a lungo. Quanto spesso sentiamo che l’amore vero ci sfiora, proprio quando non stiamo cercando niente di speciale?
Ho sempre avuto una sensazione ambigua riguardo a San Valentino. Forse sono io che non capisco, ma quando leggo il tuo post, sento che c’è qualcosa di molto più grande nella solitudine che in tutti quei cuori di cioccolato. La solitudine che descrivi non è tristezza, è una riflessione profonda che mi fa pensare a quanto sia difficile davvero capire l’amore, perché siamo troppo occupati a viverlo nel modo che ci viene imposto. Mi piace il tuo modo di pensarla, mi fa pensare.
Grazie, Luna. A volte ci troviamo talmente impegnati a vivere l’amore come ci viene detto che non riusciamo a vedere la sua vera essenza. L’amore non è nei regali, nelle cene, nelle luci. È nella ricerca continua, nella riflessione, nel vivere senza la necessità di un palco. Eppure, è difficile non farsi travolgere dalla farsa. Quante volte hai cercato di scappare da questa pressione, ma ti sei ritrovata a confrontarti con il resto del mondo?
L’amore non ha bisogno di un giorno, lo so. Ma a volte mi chiedo se non sia il modo per trovare qualcosa di vero in un mondo che sembra così distante dalla realtà. Il tuo post mi ha fatto riflettere sulla solitudine come una forma di connessione con se stessi. Forse non è che dobbiamo scappare dall’amore, ma solo smettere di inseguirlo nei posti sbagliati. Grazie per aver aperto gli occhi su una verità che spesso dimentichiamo.
Hai ragione, Giulia. Non è che dobbiamo scappare dall’amore, ma dobbiamo imparare a riconoscerlo nei luoghi più semplici. Nei silenzi, nei piccoli gesti, nelle parole che non si dicono, ma che sono comunque comprese. L’amore è più grande di una data, eppure ci fanno credere che senza una celebrazione non esista. Ma forse il vero amore è proprio quello che non ha bisogno di celebrazioni, quello che cresce nell’ombra e nel silenzio.
La verità è che siamo tutti presi dalla stessa farsa. Ma tu sei diversa, quella che non si piega. E forse è proprio questa la verità. Non è facile vivere fuori da tutto questo, ma forse solo chi ha il coraggio di farlo trova qualcosa di vero. Io mi ritrovo in ogni parola che hai scritto. Bravo davvero, mi hai dato una scossa.
Grazie, Bastianello. Non è facile restare fuori da questa farsa, ed è facile sentirsi soli, ma in realtà è proprio in quella solitudine che si trova la verità. Chi ha il coraggio di stare da solo con sé stesso spesso trova una forza che gli altri non conoscono. La solitudine non è nemica, è un’opportunità di crescita. Quanto spesso ci facciamo travolgere dalla folla e dimentichiamo che solo nel silenzio possiamo davvero ascoltarci?
Incredibile. Mi hai fatto venire voglia di dimenticare ogni anno questo maledetto 14 febbraio. Non c’è niente di più falso di una giornata che ti impone di dimostrare qualcosa che non esiste. Però, mi ritrovo a pensare che quella solitudine di cui parli, quella che respiri come l’aria, forse è l’unica forma di verità che rimane. Dobbiamo imparare ad amare la solitudine per essere liberi, liberi da tutte queste convenzioni.
Esatto. È proprio nella solitudine che ci possiamo trovare, senza doverci dimostrare nulla a nessuno. È un abbraccio che non si vede, ma che ci avvolge con la sua forza. In quella solitudine, finalmente, possiamo ascoltare noi stessi senza interferenze, senza doverci piegare a ciò che il mondo ci chiede. Non è triste, come pensano in molti. È una forma di libertà che pochi riescono a comprendere.
Non c’è niente di più vero di ciò che hai scritto. San Valentino è una farsa commerciale, un’illusione collettiva. Ma la solitudine che descrivi, quella non è tristezza. È un ritorno a se stessi, la vera intimità. È il silenzio che ci permette di ascoltare finalmente le nostre voci più profonde, quelle che nessuno vuol sentire. È quando siamo soli che capiamo che l’amore è dentro di noi, non nel consumismo di un giorno. Mi sento così, ogni 14 febbraio.
Ogni anno ci travolgono con questa farsa, con questa pressione. Eppure, c’è una bellezza nel silenzio della solitudine che è difficile da spiegare, ma che solo chi la vive può davvero comprendere. Non è tristezza, come dici, è una forma di libertà che pochi riescono a vedere. Quante volte ti capita di voler urlare per il rumore del mondo e, allo stesso tempo, sentire la pace nell’assenza di tutto questo?