Sabbia dorata, sogni nuovi

Sabbia dorata, sogni nuovi

Posted on July 2nd, 2004 / / 18 Comments
Storia & Luoghi / Feeling cosmically pure at 1:30 pm

Sabbia dorata, sogni nuovi. Non c’è modo di sfuggirvi, vero? Cambiare, lasciare tutto ciò che ti è familiare e partire verso l’ignoto. A volte sembra essere l’unico respiro che riesce a liberarti, a farlo. Quante volte, cercando di respirare l’aria densa della quotidianità, senti quel peso che ti soffoca, quella pressione che non riesci più a sopportare? Ed è allora che il cambiamento si fa necessario, come un soffio di vento che spazza via la polvere dal cuore. È come cambiare pelle, ma in modo impercettibile, una spinta che arriva da dentro e ti trascina. È una necessità. Un atto di sopravvivenza. Non è mai davvero una scelta, almeno non nel momento in cui accade. Succede. E basta. Sono qui, sulla sabbia di Alassio, e non è più solo il mare che sento. Lo so, suona strano. Ma è più che ascoltarlo. È come se il mare stesse parlando con me, non con le parole, ma con il suo essere, la sua presenza che mi avvolge. C’è qualcosa nel suo respiro che mi è familiare, eppure sconosciuto. Loano, la mia Loano, è lontana ormai, sfocata, quasi irreale, come un sogno che non riesci più a trattenere tra le dita. È un eco che si disperde lentamente nel vento, una memoria che si dissolve sotto il sole di un altro posto, di un altro mondo che mi sta accogliendo ora. Loano è un ricordo che ho messo da parte, che non rinnegherò mai, ma che non mi appartiene più. Il mio cuore, però, sa che tutto ciò che è stato rimarrà dentro di me come una cicatrice, come un marchio che non posso cancellare, ma che non mi impedisce di andare oltre.

Alassio, invece, mi stringe a sé. La sabbia qui non è la stessa. È più chiara, più luminosa, quasi dorata, e ad ogni passo la sensazione è diversa. Ogni granello sembra un frammento di luce catturato dal tempo, una promessa di qualcosa che ancora non comprendo. Il mare davanti a me non è più il vecchio amico che mi parlava con la sua calma, con il suo costante ritorno. Qui, il mare è un amante sconosciuto. Ogni onda è un segreto che si rivela e si nasconde di nuovo, come un sussurro che arriva appena alle orecchie e poi svanisce, lasciandoti con la voglia di scoprirne di più. Non è più la familiarità che mi aveva cullato, ma l’incertezza, l’inquietudine, la voglia di un nuovo inizio. Non posso fare a meno di chiedermi, mentre guardo l’orizzonte, perché ci si sente vivi solo quando si osa cambiare. Forse è proprio questo il segreto: non è il cambiamento a renderti vivo, ma l’atto di affrontarlo, l’incertezza che lo accompagna, il coraggio di abbandonarti a lui senza sapere dove ti porterà. Scrivere è il mio rifugio, la mia scusa per esistere in questo momento. Prendo un foglio e comincio, quasi senza pensarci. La penna scivola sulla carta come se fosse già una parte di me, come se ogni parola fosse un battito del cuore che non riesce a fermarsi. La sabbia che si insinua tra le dita, il calore che cresce sotto di me, il sole che mi segna la pelle, tutto questo non è solo un insieme di sensazioni. È il respiro della vita stessa che si fa spazio dentro di me. E così scrivo. Scrivo dell’odore salmastro del mare mescolato ai profumi delle piante che crescono lungo la riva. Scrivo dell’inquietudine che mi attraversa, della domanda che non ha risposta, della sensazione che qualcosa sta cambiando, ma che non so ancora cosa sia.

Il rumore dei passi dietro di me, le risate che arrivano come un’onda in lontananza. Persone che vivono. Vivono e basta. Mi volto e vedo un bambino, piccolo, che corre dietro a un pallone. I suoi capelli si scompigliano con il vento e il suo viso è illuminato da una felicità che non posso più riconoscere come mia. Quando è stata l’ultima volta che mi sono sentita così, davvero così? Forse troppo tempo fa. Forse un’altra vita. Ma è un ricordo che resta, che mi sfiora, e mi fa capire che c’è ancora tempo per ritrovare quella leggerezza, quella gioia che non chiede niente se non di esistere. Le sensazioni che Alassio mi regala sono nuove, come una seconda pelle che devo imparare a indossare. La brezza salata che arriva dal mare si mescola con il profumo della focaccia appena sfornata, con l’aroma del caffè che pervade le strade. Ogni angolo di questa città ha qualcosa da dirmi, come se ogni pietra fosse una parola che non avevo mai sentito prima. Gli angoli nascosti, i caffè che raccontano storie di vita vissuta, i volti sconosciuti che potrebbero diventare amici. Tutto questo mi avvolge, mi cattura, mi fa sentire viva in un modo che non avevo mai conosciuto prima. Ma in ogni passo che compio, sento la presenza di Loano. Non riesco a staccarmi da quel passato, da quei luoghi che mi hanno formato. Non si lascia mai davvero un posto che ti ha plasmato. Lo porti con te, dentro di te, e lo senti in ogni angolo nuovo che esplori, in ogni nuova strada che percorri.

La sera arriva silenziosa. Il cielo si tinge di arancio e viola, come se la luce stessa fosse stanca e volesse cedere il passo alla notte. Mi fermo un’ultima volta sulla spiaggia, cercando di fermare il tempo, di imprimerlo nella mente, come se potessi trattenere un tramonto per sempre. Ma so che non è possibile. E forse è proprio questo il senso del cambiamento: non è rinnegare il passato, ma accoglierlo dentro di sé, portarlo con sé mentre si va verso qualcosa di nuovo, qualcosa che ancora non sappiamo definire. Non è il luogo che cambia chi siamo, ma ciò che scegliamo di vedere in esso. Mi fermo. Il mio respiro si ferma, ma è solo per un attimo. Perché è in questo spazio sospeso che trovo la mia verità. Un passo avanti, un altro. E così il cammino continua, senza fine, senza arrivo.

Alassio.
Remember me,
Eclipse

18 Responses


  1. Debbh

    Ogni volta che leggo uno dei tuoi post, sento che qualcosa cambia in me. Non so se è la scrittura o l’intensità delle emozioni che riesci a trasmettere, ma non è facile staccarmi. Forse è il fatto che parli di cambiamenti che non sono mai facili, di quei momenti in cui ti senti quasi costretto a prendere una decisione. Hai scritto di me, o forse di tutti, di come ci si sente nel cambiamento, e io non posso fare a meno di sentirmi dentro quelle parole. Grazie per farmi sentire meno sola in questo percorso.

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  2. Eclipse

    Non è facile accogliere il cambiamento, Debbh. È come respirare l’aria densa che ti soffoca. Ma senza quella pressione, come avremmo potuto camminare? Le parole sono sempre una compagnia che ci aiuta a riconoscerci. Non è mai un viaggio solitario, anche quando sembra che lo sia. Grazie a te per aver trovato questa strada insieme.

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  3. Anny

    Non sono riuscita a staccarmi da quel pezzo sulla cicatrice che porti dentro, lo so, è strano, ma mi ha fatto pensare a me stessa. Non so quanto di me sia passato in quel “ricordo che non rinnegherò mai”. Forse è questo che mi colpisce, che mi fa sentire come se avessi la mia sabbia dorata dentro, quella che mi segna, che mi tiene aggrappata a qualcosa che non posso lasciare. Non ho mai scritto di queste cose, non le avrei mai scritte, ma tu riesci a farlo senza paura. Grazie per aver aperto questa porta.

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  4. Eclipse

    La cicatrice non si cancella, Anny, eppure continua a parlarci. Non è mai solo il passato che ci fa male, ma ciò che scegliamo di fare con esso. La sabbia dorata è quella che ci segna e ci cambia, che ci svela. Ma c’è sempre spazio per un nuovo inizio.

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  5. Marty

    Il passaggio sulla cicatrice che portiamo dentro mi ha colpito molto. È come se fosse una parte di noi che non possiamo né lasciare né negare. Non so se è giusto dirlo, ma mi sono sentita meno sola nel leggere queste parole. C’è qualcosa di affascinante nell’idea di portare dentro il nostro passato senza esserne sopraffatti. Mi hai fatto riflettere sulla necessità di lasciare andare, pur continuando a portare con sé. Non so come tu faccia, ma so che scrivere è il tuo modo di sopravvivere. Grazie per averci dato un pezzetto di te.

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  6. Eclipse

    Il passato è sempre dentro, Marty. Non possiamo fare a meno di portarlo, ma dobbiamo scegliere se farne un peso o una forza. Scrivere è solo il mio modo di attraversarlo, senza fuggire. Grazie a te per averlo compreso.

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  7. Aly

    Ecco, è proprio questo che odio di te. Riesci sempre a mettermi in difficoltà con quello che scrivi. Non riesco a trovare le parole giuste per descrivere quello che sento quando leggo il tuo post. Ma credo che sia un po’ come stare nel buio, cercando di capire cosa sta succedendo.

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  8. Eclipse

    Non è mai stupido, Aly. È la verità che fa male, quella che ti obbliga a guardarti dentro, senza più scappare. La sabbia è diversa, ma ti accorgi che è sempre la stessa. È la paura che ci tiene ancorati, la voglia di sentire anche se ci fa tremare. Ti ringrazio per essere venuta.

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  9. Cenny

    Mi sembra di sentire il tuo respiro quando parli del mare. È un po’ come quando cerchi di far capire a qualcuno che certe cose si sentono, anche se non le vedi, e lui non ti crede. Quel momento in cui il mare ti parla, non so, mi sembra di viverlo ogni volta che sono vicino all’acqua. Non è mai solo il mare, è sempre qualcosa di più. Le tue parole mi hanno fatto guardare il mare con occhi diversi. Grazie.

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  10. Eclipse

    Il mare ha sempre parlato, Cenny. E non è mai solo acqua. La sua voce è come il nostro respiro, invisibile ma presente. C’è sempre qualcosa da scoprire, basta saper ascoltare. Grazie per averlo sentito anche tu.

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  11. Elikatera

    Sei una di quelle persone che scrive e ti fa sentire come se fossi troppo piccolo per capire. Il mare che ti parla è una cavolata, non è possibile. Ma lo so, qualcosa dentro di me dice che forse ha ragione, che quel mare ha un linguaggio che non conosciamo. O forse sono io che non so più chi sono. Chi lo sa? Forse è meglio rimanere fermi, non osare troppo. O forse no. Non lo so. Ma qualcosa in questo post mi ha scosso. Grazie per questa confusione.

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  12. Eclipse

    Non è la confusione che ti spaventa, Elikatera. È la sua verità. Il mare parla, ma non ti obbliga a capirlo. Solo a sentirlo. La paura viene quando ti fermi. Ma che succede quando continui a muoverti? Grazie per essere qui.

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  13. Nicole

    Quella frase sul mare che ti parla senza parole mi ha spiazzata. Non so se sono io che non riesco a percepire il mondo o se è solo il mare che ha il potere di farci vedere cose che non sapevamo nemmeno di cercare. Mi ha fatto pensare al mio mare, lontano, e a tutte le volte che ho ignorato quel silenzio che mi parlava.

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  14. Eclipse

    Non c’è bisogno di comprendere tutto, Nicole. A volte il mare è solo un respiro che passa. Lascia che la sua presenza ti tocchi, senza forzare il senso. I suoi sussurri non devono avere risposta. Ma lo senti, non è vero? È più di un silenzio. Grazie per aver condiviso.

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  15. Babilon

    Il concetto di cambiamento che descrivi è così crudo, così potente che non riesco nemmeno a decifrarlo completamente. Non è solo il cambiamento come atto, ma come necessità che ti attraversa senza chiedere il permesso. Ogni passo che fai sembra essere uno strappo dalla pelle di chi eri. È una sensazione che mi appartiene più di quanto voglia ammettere. A volte, ho paura che se ci metto troppa attenzione, qualcosa possa scivolare via. Non è più solo la paura di cambiare, ma la paura di non riuscire a farlo. Grazie per aver scritto ciò che ho sempre pensato ma mai detto.

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  16. Eclipse

    Il cambiamento è un atto di violenza, Babilon. Ma non contro di te, contro ciò che pensavi di essere. Non è mai facile accettare ciò che si perde, ma è necessario. Perché solo allora vediamo quello che c’è, quello che possiamo diventare. Grazie a te, per averlo compreso.

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  17. Alexiel

    Ho letto e riletto il passaggio in cui parli di come il cambiamento non sia mai una scelta, ma una necessità. È come se avessi dato voce a un pensiero che mi tormenta da tempo. A volte la vita ti spinge verso direzioni che non avresti mai preso da sola. Eppure nonostante tutto ogni passo in avanti sembra essere la cosa giusta da fare. Non so come fai ma sai come toccare le corde più intime della mente. Mi sento un po’ più viva grazie a te, anche se non so bene come definire questo ‘vivere’. Grazie di cuore per aver scritto queste parole.

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  18. Eclipse

    Il cambiamento non ha bisogno di una definizione. Non chiederti perché sia necessario. È così e basta. Le parole vengono da dentro, quando non c’è più scelta. Non sono io a scrivere, sono i pensieri che si fanno carne, che ti attraversano e basta. E grazie per essere passata.

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