Sabbia dorata, sogni nuovi

Sabbia dorata, sogni nuovi

Posted on July 2nd, 2004 at 1:30 PM | Tags: | 0 Comments

Cambiare è come respirare un’aria diversa: non puoi farne a meno quando senti di soffocare #

Sono qui, sulla sabbia di Alassio, e sento il mare. No, non lo ascolto, lo sento. Loano è lontana, come un eco che sfuma, un’immagine riflessa su un vetro opaco. Dopo anni passati a percorrere le sue strade, a calpestare la sua sabbia e respirare il suo profumo di pini e salsedine, ho deciso di voltare pagina. Non è un rifiuto. È un addio gentile, un sussurro.

Alassio, invece, mi accoglie con il suo abbraccio mondano. La sabbia qui è diversa: più chiara, quasi dorata, e ogni granello sembra trattenere una scintilla di luce. Il mare si stende davanti a me, non come un vecchio amico, ma come un amante sconosciuto che svela segreti in ogni onda. Mi siedo, sentendo il calore della terra sotto di me, e mi domando: perché ci si sente vivi solo quando si osa cambiare?

Prendo un foglio e inizio a scrivere. È un gesto automatico, quasi istintivo. Le parole si riversano sulla carta, come se stessero aspettando solo questo momento per esistere. Scrivo della sabbia che si insinua tra le dita, del sole che colpisce la pelle, di quell’odore salmastro che si mescola al profumo delle piante sul lungomare. Cosa significa essere qui, ora? È solo un luogo o sono io che sto cambiando?

Dietro di me, sento il rumore dei passi sulla promenade. Persone che ridono, che vivono. Mi volto e vedo un bambino che insegue un pallone, i capelli spettinati dal vento, il viso illuminato dalla gioia più pura. Quand’è stata l’ultima volta che mi sono sentita così?

Gli aromi di Alassio sono un altro mondo. C’è la brezza del mare, ma anche l’odore dolce della focaccia appena sfornata. È un profumo che ti avvolge, che ti invita a fermarti e a dimenticare tutto il resto. Chiudo gli occhi per un momento. Il fragore delle onde e i richiami lontani dei gabbiani si fondono in una melodia che sembra raccontare storie dimenticate.

Non sono più la ragazza che ero a Loano. Qui, ogni strada è un invito, ogni volto uno sconosciuto che potrebbe diventare un amico. La città è viva, pulsante. Mi perdo tra le sue vie, scoprendo angoli nascosti, piccoli caffè che profumano di caffè tostato e vita vissuta. Eppure, in ogni passo, sento la presenza di Loano. Non si lascia mai davvero un luogo che ti ha plasmato, vero?

La sera arriva in silenzio. Il sole si tuffa nell’orizzonte, lasciando un cielo dipinto di arancio e viola. Mi fermo sulla spiaggia, un’ultima volta, e mi chiedo: quanti altri tramonti ci saranno, in quanti luoghi ancora sconosciuti?

Forse è questo il senso del cambiamento: non rinnegare il passato, ma portarlo con sé mentre si scoprono nuovi orizzonti.

Non è il luogo che cambia chi siamo, ma ciò che scegliamo di vedere in esso.
Tu, dove scegli di guardare oggi?


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