
L’inverno a Genova
Posted on January 3rd, 2004 / Poesia / 10 CommentsSono ancora a Genova. Il gelo di gennaio avvolge la città come un sudario e ogni passo che compio è un atto di sfida contro il freddo che tenta di immobilizzarmi. Cammino senza una meta precisa, solo per il bisogno di sentire il ritmo dei miei passi sul selciato bagnato, di vedere il fiato trasformarsi in nuvole evanescenti che svaniscono prima ancora di poterle afferrare. La speranza esplode come una fiamma, ma la realtà è sempre lì, pronta a soffocarla, pronta a ricordarmi che nulla è eterno, nulla è garantito. Ma continuo a camminare. Le strade sembrano sospese nel tempo, congelate in una quiete che non è pace, ma attesa. Cosa aspettiamo tutti? Forse il disgelo, forse una risposta, forse il coraggio di smettere di aspettare. Ogni angolo di questa città racconta una storia che non si può ignorare, ogni muro ha visto più di quanto chiunque voglia ammettere. Le finestre illuminate di flebili luci sono come occhi socchiusi, testimoni silenziosi di sogni infranti e desideri sussurrati. E io cammino, con le mani affondate nelle tasche e il cuore che batte forte, ostinato, come se volesse imporsi sulla fredda indifferenza di questa notte.
Mi fermo accanto a una panchina, rigida, immobile, come se sfidasse il tempo a consumarla. Mi siedo e sento il gelo attraverso i vestiti, un brivido che non è solo fisico, ma interiore. Apro il taccuino. La carta è fredda sotto le dita, ma le parole scivolano via, calde, brucianti, impazienti di esistere. Scrivo di ciò che mi attraversa, delle promesse che faccio a me stessa ogni anno, di quelle che mantengo e di quelle che si dissolvono come neve al sole. Scrivo per non dimenticare, per non permettere che il tempo mi trasformi in una statua di ghiaccio. Ogni parola è una scintilla, una ribellione contro l’apatia che minaccia di avvolgere tutto. L’aria sa di sale e vento, di storie non raccontate, di partenze e ritorni. Genova è una città che sa aspettare, che non dimentica. Le sue strade sono ferite che il tempo non guarisce, eppure c’è una bellezza in questa malinconia. C’è una forza nella sua resistenza, nel modo in cui continua a esistere nonostante tutto. Mi chiedo se anche io possa imparare a essere così, a rimanere salda senza spezzarmi, a trovare poesia anche nelle cicatrici.
I mesi passeranno e qualcosa cambierà. Qualcosa deve cambiare. Perché non posso permettere che la vita mi scorra addosso senza lasciarmi il segno, senza che io stessa lasci un segno su di lei. Ogni scelta che faccio, ogni passo che compio, è un’affermazione di esistenza. Non lascerò che il freddo dell’abitudine mi congeli dentro. Devo continuare a bruciare, a cercare, a scrivere. Perché scrivere è il mio modo di dire al mondo che ci sono, che non sono solo un’ombra tra le ombre. E poi ci sono le persone. Quelle che entrano nella nostra vita come tempeste improvvise, che scompigliano tutto e poi svaniscono lasciando solo il rumore del vento. Quelle che restano, silenziose ma presenti, come fari in mezzo al mare. E quelle che perdiamo, a volte senza nemmeno accorgercene, perché la distanza non si misura in chilometri ma in silenzi accumulati. Le relazioni sono fragili, instabili, eppure essenziali. Cerco di non perdermi in esse, ma di trovarmi. Cerco di ricordarmi che non sono solo il riflesso di chi mi circonda, ma un’eco della mia stessa voce.
Ogni giorno è una battaglia contro la deriva dell’indifferenza. Ogni piccolo gesto, ogni sguardo scambiato, ogni parola detta o taciuta è un mattone nella costruzione di qualcosa che forse non ha nome, ma che sento dentro. La solitudine può essere un rifugio o una prigione. E io scelgo di usarla come un fuoco che mi scalda, non come un gelo che mi congela. Il tempo continua a scorrere, Genova resta. Io resto. Eppure, sono in continuo movimento. Perché non c’è fine a questo viaggio, non c’è un punto di arrivo. C’è solo la strada davanti a me, e il battito incessante del cuore che mi dice di andare avanti. Di non fermarmi. Di non smettere mai di scrivere.
Genova per me.
• remember me
Eclipse •
Ci sono momenti in cui mi chiedo se tutto ciò che vediamo sia solo un riflesso di quello che siamo dentro. Ogni strada di Genova sembra essere un pezzo di una storia che non sappiamo raccontare, ma che ci appartiene. Le tue parole hanno fatto scattare quella domanda in me.
Le strade di Genova sono riflessi di ciò che siamo, sì, ma anche di ciò che potremmo diventare. Ogni passo è un incontro con noi stessi, a volte doloroso, altre volte necessario. Le domande non hanno mai risposta, eppure sono queste a muoverci.
Mi ha colpito la tua riflessione sulla solitudine, ma in qualche modo anche la bellezza che si trova nella sua compagnia. Sono un po’ confuso, ma credo che ci sia qualcosa che ci sfugge in ogni angolo che camminiamo, qualcosa che non possiamo afferrare, ma che è sempre presente.
La bellezza è nelle pieghe di ciò che non possiamo afferrare. È nei frammenti che restano quando cerchiamo di trattenere l’impossibile. La solitudine, come la bellezza, è sfuggente, ma è lì, sempre presente. Continua a cercarla, Babilon.
Non capisco cosa stia cercando la tua scrittura. È come se fossi sospesa tra due mondi, tra la realtà e qualcosa di più grande che non riesci a toccare. Non lo so, ma c’è qualcosa in questa tensione che mi coinvolge. Forse è la tua ricerca.
La ricerca è ciò che ci tiene sospesi, Ila. Non c’è un punto fermo, non c’è una risposta. È solo nel movimento che troviamo il nostro posto, anche se non sappiamo dove ci porterà.
Forse è per questo che ti leggo, perché non nascondi la paura dietro una maschera. Parli del freddo, della solitudine, ma anche di quella voglia di bruciare che ti fa continuare a camminare. Forse anch’io cerco quella stessa voglia di vivere che hai trovato tu.
La paura è una compagna che non puoi ignorare. Eppure è proprio lì che trovi la forza di andare avanti. Non smettere mai di cercare quella voglia di vivere, Debbh. Ogni passo che fai è una rivolta contro l’oblio.
Non so se è la malinconia o la forza che mi ha colpito di più, ma ho trovato qualcosa che mi mancava da tempo. È come se stessi camminando anche io con te, tra le strade di Genova.
Ogni passo è una sfida contro il vuoto, ma è nel cammino che ci troviamo, nel cuore pulsante di una città che non lascia indifferenti. Genova non chiede niente, ma ti dona tutto, e a volte, è proprio questo che ci salva. Non smettere di cercare, Nicole.