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Quando il tempo si spezza

Il mattino è strano. Inquietante. Non c’è l’aria di maggio che mi aspetto. Mi sveglio con una sensazione di smarrimento, come se il mio corpo avesse deciso di non muoversi nel tempo che mi circonda. Il cielo fuori dalla finestra non è grigio, ma nemmeno azzurro. È un miscuglio di entrambi, una sorta di indecisione che si riflette perfettamente dentro di me. Il cielo stesso non sa più che cosa fare, come se fosse intrappolato tra il passato e il futuro. Osservo l’orologio e mi rendo conto che non sono i minuti a essersi fermati, ma io. Il mio cuore non batte più al ritmo del mondo. È come se fossi intrappolata in un limbo, uno spazio sospeso tra il prima e il dopo. Non riesco a scappare da questo istante. Eppure, mi trovo a guardare le ore che si spostano, impassibili, inesorabili. La mia vita ha un sapore diverso oggi. Come se il tempo stesso stesse dicendo che tutto è più sfocato di quanto io creda. La mia mente si perde in pensieri che non trovano una fine. Ma il tempo… quale tempo?

Mi viene da pensare a quel momento. Quel frammento di tempo che ha rotto qualcosa dentro di me. Non è un ricordo netto, ma un incubo fatto di immagini sbiadite. Non sono le immagini che mi perseguitano, sono le emozioni che mi divorano, senza avvertire. Sono le ombre di un passato che non se ne va. Le ombre. Queste dannate ombre che mi seguono ovunque. Non so più se sono io che vado dietro a loro, o se sono loro che mi conducono, silenziose, attraverso la vita. Ogni passo che faccio, ogni respiro che prendo, è come se fossi circondata da queste presenze. Mi chiedono di guardare indietro, mi obbligano a fare i conti con ciò che sono stata, con ciò che avrei dovuto fare e con ciò che non ho fatto. E mi chiedo spesso… Queste ombre spariranno mai? O sono destinate a restare con me, come un segno indelebile della mia esistenza?

Mentre mi trovo a riflettere su questo, mi accorgo che anche le piccole cose mi riportano lì. Mi ritrovo a guardare la teiera che fischia sul fornello, il suono del vapore che si alza in un altro momento, ma che mi fa sentire come se stessi vivendo già mille volte questa scena. Il profumo di menta fresca, quello pungente che per un attimo mi fa tornare alla mente un’altra primavera. Non è il profumo della solita menta, ma qualcosa che mi parla, che mi sussurra del passato che non si stacca mai da me. C’è qualcosa di doloroso in questo. È come se il passato si stesse mescolando con il presente, come se il presente non fosse altro che una continua rivisitazione di ciò che è già stato. Il tè non ha mai un sapore diverso da quello che mi aspetto, eppure oggi mi sembra che non esista niente di nuovo. Il tempo è solo un’illusione?

Mi alzo dalla sedia, il peso della riflessione mi opprime. Non so se sono pronta a fare i conti con ciò che il passato mi ha lasciato, con quella sensazione di incompletezza che mi accompagna in ogni istante. Ma so che non posso ignorarlo. Non posso ignorare che, mentre vivo, sono ancora prigioniera di qualcosa che mi è stato sottratto. Ma cosa? Cosa mi manca veramente? O è solo il ricordo che non riesco a lasciar andare? Questa è la domanda che mi brucia. Mi guardo allo specchio, e vedo una donna che ha imparato a camminare da sola, che ha imparato a non temere più la solitudine. Una donna che ha visto troppa oscurità per non conoscere la luce, ma che, dentro, è sempre a metà strada. Le ombre ci sono ancora. Non si sono mai staccate da me.
È la loro presenza che mi dà forma, o è la mia solitudine che ha bisogno di loro per sopravvivere?

In tutto questo, mi chiedo se riuscirò mai a liberarmi. Eppure, forse è proprio questo il punto. Forse non dobbiamo liberarci. Forse, come le ombre, siamo destinati a vivere con ciò che siamo stati. O è solo un’altra scusa per non guardare la verità in faccia? La verità, che è la cosa più difficile da affrontare. Ho imparato a non temere il passato. Ma come faccio a sopportarlo, quando è la mia unica compagnia?

The End.

• Remember me •
• Eclipse •

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