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Pensa, Ridi, Sogna, Affronta

Sono sveglia, ma non del tutto. Il mio angolo disordinato mi accoglie con la solita confusione, tra libri sparsi, fogli che raccontano pensieri incompiuti, e il mio vecchio computer che ogni tanto si ferma, ma è ancora lì, come un vecchio amico che non tradisce mai. La lampada emette una luce fioca, quasi rassegnata, che accarezza la scrivania. Mi sembra che tutto, in questo angolo, si stia arrendendo alla notte. Eppure, in questo buio, c’è qualcosa che continua a pulsare. Non è paura, non è ansia, è solo il rumore dello zapping, che riempie il vuoto. La TV, reliquia degli anni ’90, è ancora accesa. Scivolo con il dito sul telecomando, ogni tasto un altro salto nel buio. Non c’è nulla di interessante, ma il gesto è automatico, la mente si aggrappa a quel rumore che riempie l’aria.

Sono sveglia. Eppure il sonno è così vicino, così facile da raggiungere. Ma lo so, domani sarà un’altra giornata, un’altra corsa contro il tempo. La sveglia suonerà presto, troppo presto. La scuola mi aspetta, il mondo fuori non si ferma mai. Eppure, non riesco a spegnere la TV. C’è qualcosa in quelle immagini che mi fanno ridere, che mi fanno dimenticare il peso della vita per qualche istante. Forse è solo questo che mi serve, una risata, un piccolo respiro di leggerezza. La vita può essere così pesante, a volte. E non c’è spazio per fermarsi. Ma qui, ora, in questa solitudine, posso ridere. E quel riso mi fa sentire viva. Non so come spiegarlo, ma è come un piccolo atto di ribellione. Un modo per dire: «Io sono qui. E oggi mi prendo il diritto di ridere». Perché questo è il punto, no? La vita è sempre una corsa. Sempre qualcosa da fare. Sempre qualche scadenza che incombe. Eppure, fermarsi ogni tanto, ridere, respirare senza paura, è l’unico atto che ci permette di ritrovare un po’ di umanità. Il caos della vita, le domande senza risposta, tutto questo sembra non fermarsi mai. Ma in questo istante, mentre guardo una commedia e lascio che il riso mi attraversi, sento di aver trovato un angolo di quiete. Sì, lo so, domani mi sveglierò stanca, come sempre. Ma c’è qualcosa di liberatorio nell’abbandonarsi, nel permettersi di non pensare a nulla, nemmeno per un attimo.

Il mondo non aspetta, lo so. Non possiamo fermare il tempo, ma possiamo vivere ogni attimo con intensità. Ogni sorriso, ogni respiro, ogni risata. Non so se è giusto o sbagliato, ma per un momento, mi sento come se stessi prendendo il controllo, come se fossi io a decidere cosa fare con il mio tempo. Un piccolo gesto di ribellione, come dire: «Non sarò prigioniera della corsa contro il tempo. Io mi prendo il diritto di fermarmi». E quando la notte finirà, quando la sveglia suonerà, quando tutto tornerà come prima, resterà quella sensazione di aver fatto qualcosa per me stessa. Non molto, ma abbastanza. E poi c’è quella domanda, che resta lì, sospesa, come sempre. Cosa resta di tutto questo caos? Quando il giorno arriva, quando la luce ci strappa dal buio della notte, cosa rimane di questi attimi di leggerezza? Forse niente, o forse tutto. Ma in quel niente, c’è qualcosa che continua a muoversi, che continua a chiedere. La risposta non arriverà mai. Ma c’è sempre una domanda, sempre una ricerca, sempre un passo che manca, un respiro che non si è fermato. E così, la vita continua, tra risate e domande, tra attimi di leggerezza e il peso che torna a farsi sentire. Ma chi lo sa?

Dark.
Remember me,
Eclipse

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