
Pagine vuote, futuro
Posted on January 1st, 2000 / Celebrazioni / 30 CommentsUn nuovo capitolo sta per iniziare, tra l’incertezza del domani e la certezza che tutto cambierà #
È come un respiro che trattieni da troppo tempo e finalmente lasci andare. Non ci sono parole, solo un battito. Un battito che si fa largo, timido ma potente. È il suono del primo giorno dell’anno 2000. Un battito che scivola tra le pagine bianche, quelle vuote, che chiedono di essere scritte, ma non per forza da me. Forse è il battito del mondo, che ha appena iniziato a battere su un ritmo nuovo, sul filo di un’aspettativa che non ci ha mai abbandonato.
È il primo gennaio, ma è come se fosse ieri. Il tempo sembra dilatarsi e contemporaneamente sgretolarsi. Le previsioni parlano di catastrofi tecnologiche, di fine di un’era. Di un “bug” che avrebbe distrutto il nostro mondo digitale. Eppure, la notte è passata senza drammi. La stella più grande della nostra paura ha semplicemente fatto il suo giro e, come una magia, siamo ancora qui. Ed è proprio questo, il punto. Siamo ancora qui. E ora, in questo attimo, mentre il sole filtra dalle tende e il mondo fuori sembra respirare lentamente, mi sento invadere da una sensazione che è difficile da definire. Rinascita. Sì, è proprio questo. Come un ponte invisibile che mi ha condotto a questo preciso momento, da un passato che non voglio dimenticare ma che non voglio nemmeno portare più con me. C’è qualcosa di incredibile nel pensare al futuro. Una sensazione che mi fa tremare. La paura e la speranza si mescolano, si intrecciano. Sono qui, davanti a un libro bianco, pronto per essere scritto. Ma cosa scrivere? Come scrivere? Ogni parola che viene alla mente sembra troppo piccola, troppo misera per raccontare davvero ciò che provo.
Mi scivola tra le mani l’idea di un viaggio. Un viaggio che è sempre stato il mio sogno più grande. Voglio andare in luoghi lontani, dove l’aria sa di novità, dove ogni passo è il suono di un mondo che mi chiama. Voglio che la vita prenda il mio respiro e lo moltiplichi. Voglio annusare l’aria dei vicoli di Parigi, sentire la rugiada sulle labbra della Patagonia, assaporare la vita che scorre nelle strade di Bangkok. E poi c’è la scrittura. La mia scrittura. Voglio scrivere un libro. Voglio raccontare storie, non solo le mie, ma anche quelle degli altri. Voglio che le parole prendano vita, che diventino carne e sangue, che diventino qualcosa di più di un semplice segno nero su bianco. Voglio che chi legge possa sentire ciò che io sento. Perché le storie non sono mai solo storie, sono connessioni.
Voglio imparare una nuova lingua. Una lingua che non è solo un mezzo per comunicare, ma una chiave che apre una porta segreta dentro di me. Imparare il francese, perché quella lingua sa di sogni, di passione, di lotta. La lingua di chi ha cambiato il mondo, una rivoluzione alla volta. Eppure, non è solo di viaggi e sogni che si parla. Voglio dare qualcosa di me. Fare volontariato, fare la mia parte. Non voglio solo ricevere. Voglio dare. Voglio essere una di quelle persone che si ferma per un sorriso, che si ferma per tendere una mano. Voglio lasciare una traccia nel mondo che non sia fatta solo di parole, ma di azioni. L’anno nuovo è un’infinità di possibilità, un paradosso che mi riempie e mi svuota. Ogni sogno sembra così lontano, eppure così vicino. Ogni passo sembra pesante eppure necessario. Ogni giorno è un nuovo inizio. Ma come si fa ad affrontare davvero il futuro? Come possiamo essere pronti quando tutto ciò che abbiamo è il presente?
Ogni volta che penso a quello che sarà, la paura mi paralizza. Eppure, non posso smettere di sperare. Spero in un domani che riserva miracoli invisibili, in un giorno che arriverà con il sorriso di chi non ha mai smesso di credere, nonostante tutto. E mentre il mondo continua a girare, mentre il sole si alza e illumina la stanza, mi rendo conto che non c’è risposta. Non c’è certezza. Ma c’è qualcosa che mi tiene viva, qualcosa che batte nel cuore come il suono di un futuro che sta arrivando. E io sono pronta a prenderlo, a viverlo. Cosa scegliamo, noi che siamo qui, ora? Cosa scriveremo sulle nostre pagine bianche? Che storia vogliamo raccontare?
Io scelgo il coraggio. Io scelgo la speranza. E tu?
CIN CIN.
• remember me
Eclipse •
Il futuro è una morsa. Ti stringe, ti soffoca, eppure non puoi fare a meno di pensare a cosa sarà. Mi rifiuto di credere che tutto si risolva con la speranza. C’è bisogno di concretezza, di azioni, di cose tangibili, non solo di parole vuote.
Ciao Marcolino, grazie per la tua sincerità. La concretezza è fondamentale, sì. Ma credo che sia proprio la speranza che ci dà la forza di agire. Senza di essa, non avremmo neanche la motivazione per intraprendere azioni concrete.
La tua scrittura è come una promessa di eleganza, di qualcosa che possiamo ancora conquistare. Eppure, mentre il futuro si profila, non posso fare a meno di pensare che tutte queste previsioni sono solo per distrarci dalla nostra realtà. Le catastrofi sono in agguato, ma sono dentro di noi. Non fuori.
Ciao GenovaGirl, grazie per il tuo pensiero. La bellezza e l’incertezza convivono, è vero. E forse proprio nelle nostre paure più profonde possiamo trovare la forza di affrontare ciò che ci aspetta. La catastrofe è in agguato, ma forse è proprio nei momenti di caos che nascono le nostre scelte più decisive.
Ecco, il futuro è solo una menzogna. Non c’è nulla di positivo nell’incertezza. È solo una trappola per farci credere che ci sarà qualcosa di migliore. E alla fine, tutti cadremo in quella trappola. È un gioco sporco.
Ciao Radicale, grazie per il tuo punto di vista. Il futuro ha sicuramente il suo lato oscuro, ma forse è proprio la possibilità di sbagliare che ci spinge a migliorare, a imparare. Non tutto è trappola, a volte è solo un’opportunità che non vediamo.
Ogni giorno è un nuovo inizio, ma il futuro è solo una proiezione. È strano come siamo sempre a rincorrere un qualcosa che non possiamo controllare. Eppure, quel qualcosa ci spinge, ci fa vivere. È questo che ci tiene in movimento.
Ciao Saturno7, grazie per il tuo pensiero. Il futuro è davvero una proiezione, qualcosa che non possiamo afferrare, ma forse è proprio questa corsa a rincorrerlo che ci fa sentire vivi. È questo movimento che ci spinge a crescere.
Questa sensazione di rinascita che descrivi è come un sogno che non vuoi lasciare andare, ma che allo stesso tempo teme di svegliarsi. È il battito di chi non sa ancora cosa fare con tutto questo spazio vuoto. Spero che il futuro non ci confonda troppo.
Ciao Giulia, grazie per la tua delicatezza. È proprio questo, il futuro ha un aspetto sfuggente che fa paura, ma forse è proprio lì che si nasconde il nostro coraggio. La paura non è sempre nemica, a volte è solo l’inizio di un viaggio.
Il futuro è un inganno. Una promessa che non possiamo mai mantenere. A volte credo che ci facciamo illusioni, ma alla fine non cambierà mai nulla. Siamo ancora noi, gli stessi di ieri. Che senso ha tutto questo?
Ciao Bastianello, grazie per il tuo commento. È vero che il futuro spesso sembra essere un inganno, una promessa che non si realizza mai. Ma forse è proprio questa incertezza che ci costringe a cercare risposte, anche quando tutto sembra rimanere uguale.
Il futuro è sempre stato una trappola. Non è questione di paura, è la rabbia che ci fa respirare ancora, oggi, in questo 2000. Ma non ci illudiamo: tutto cambia per restare sempre uguale. Siamo sempre qui, sì, ma per quanto tempo ancora?
Ciao Riot, ti ringrazio per il tuo commento. È vero, il futuro è una trappola, un susseguirsi di cambiamenti che ci costringono a ricominciare, ma la domanda rimane: siamo pronti a vivere il nuovo senza lasciare che il passato ci definisca?
Il futuro è solo una fantasia. Un sogno che ci insegna a non fermarci mai. Ma la verità è che non siamo mai pronti a vivere il domani. Ci sentiamo sempre inadeguati, come se ci mancasse qualcosa. Così continuiamo a cercare, a correre.
Ciao LorenzoSole, grazie per la tua riflessione. È vero, il futuro è un sogno che ci tiene svegli, eppure ci sentiamo sempre incompleti. Forse la ricerca non è il problema, ma il senso di mancanza che ci spinge a cercare una risposta.
Mi sento come te, sospesa tra paura e speranza, tra un passato che mi ha formato e un futuro che mi spaventa. Ma c’è qualcosa di bello in questo stato di incertezza. È come se fosse un campo da semina, un momento di quiete prima della tempesta. La paura è l’inizio della nostra crescita.
Ciao SoulAlessandra, grazie per la tua dolcezza. È vero, la paura può sembrare la fine, ma in realtà è solo il seme di un cambiamento che ci costringe a crescere. Forse è questo che rende il futuro così affascinante.
Ogni parola che scrivi sembra il riflesso di una ferita. Ma in fondo è proprio questo che ci fa andare avanti. La verità, anche se dolorosa, è l’unica cosa che possiamo abbracciare. La speranza non è mai inutile. È la nostra forza più grande.
Ciao AlexR, grazie per le tue parole. È vero, la verità può ferire, ma è proprio attraverso quella ferita che troviamo la forza di andare avanti. La speranza è ciò che ci spinge, anche nei momenti più difficili.
Il futuro sembra essere sempre più lontano, ma in realtà è qui, dentro di noi, in ogni nostro passo. La paura di non riuscire a scrivere quelle pagine vuote mi assale, ma poi mi ricordo che è solo un altro inizio. Forse, proprio nei momenti di incertezza, possiamo scrivere la nostra storia migliore.
Ciao Ema, grazie per le tue parole. È vero, siamo noi stessi a scrivere il nostro futuro, anche quando tutto sembra confuso. L’incertezza non è un nemico, è solo una sfida da affrontare, ogni giorno.
Non so se voglio davvero sapere cosa ci riserva il futuro. Mi sembra tutto troppo distante, come se fosse un altro mondo. Eppure, non posso fare a meno di chiedermi: se il futuro è così lontano, perché è tutto quello di cui parliamo?
Ciao IronVox, capisco la tua sensazione. Il futuro può sembrare un concetto sfuggente, ma è anche l’unica cosa che ci spinge a fare delle scelte. Parliamo di lui perché, in fondo, è l’incertezza a farci agire.
Il tempo non è altro che un’illusione, eppure siamo intrappolati in questa corsa senza fine. Il futuro? Un’altra catena da spezzare. La paura e la speranza? Due facce della stessa medaglia che non ci lasciano respirare. Mi chiedo, ma davvero abbiamo il controllo su di esso?
Ciao MetalManzoni, hai ragione. La sensazione di essere intrappolati è palpabile, ma forse è proprio quella paura che ci fa spingere oltre, alla ricerca di qualcosa che ci faccia sentire vivi. Il controllo è un’illusione, forse è meglio così.
C’è una leggerezza nei tuoi pensieri che mi fa sentire subito a casa. Il futuro, il 2000, è come una pagina bianca che non sai cosa riempire, ma che ha un potenziale enorme. Voglio credere che, nonostante tutto, saremo capaci di riempirla con qualcosa di bello.
Ciao VibeZena, grazie per la tua visione positiva. Le pagine bianche possono sembrare spaventose, ma forse è proprio lì che si nasconde il nostro potenziale. Il bello arriva quando ci lasciamo guidare dalla speranza.
Che bella immagine, il battito che si fa largo. In realtà è così che ci sentiamo tutti, in cerca di qualcosa che ci faccia battere il cuore ancora più forte. Il futuro è spaventoso, ma è anche il nostro palcoscenico. Non dobbiamo temerlo, dobbiamo viverlo. Basta guardare un po’ più in là.
Ciao CuoreRoveto, grazie per il tuo spirito energico. Il futuro è un palcoscenico, sì, ma non è sempre facile alzarsi e affrontarlo. Eppure, proprio come dici tu, la paura deve cedere il passo alla voglia di vivere.