
Onde e silenzi spezzati
Posted on August 2nd, 2003 / Esperienze / 0 CommentsChiunque ti dica che il dolore si possa spegnere, non ha mai sentito il suo peso #
Il dolore non si spegne, lo sanno tutti quelli che lo hanno vissuto. Non esistono interruttori che possono fermarlo. Ma c’è chi te lo dice, lo promette, come se fosse una via d’uscita, un trucchetto per fare sparire quella sensazione, quel peso che ti schiaccia, che ti fa tremare. No, non ci sono scorciatoie, non ci sono risposte facili. Il dolore è lì, sordo, insistente, come una cicatrice che non guarisce mai del tutto. E chiunque ti dica che può passare, che si può dimenticare, è perché non ha mai davvero sentito il suo peso.
Il cellulare è spento. Non lo sento. Lui non c’è. Non c’è più, o forse è sempre stato lontano. La distanza, quella vera, non è mai solo geografica. Ecco, la mente corre, come sempre. E io so bene che non dovrei pensarci, non dovrei. Mi dico, non pensarlo, non farlo, non cedere. Ma come si fa a non pensare, quando la mente è una ruota che gira, incessante, senza fine? E il cuore, quel cuore che batte, non sa dove andare, come se avesse perso la strada. Eppure lo faccio. Mi costringo a non pensarlo. Non pensarlo. Ma il pensiero ritorna, più forte. Mi alzo, lo faccio, come se la realtà mi stesse inseguendo. Mi vesto di indifferenza, metto la borsa sulla spalla, con il respiro corto e il battito che accelera. La spiaggia. Vado in spiaggia. Forse troverò lì la risposta. Forse tra le onde, che sono sempre così lontane dalla quiete che cerco. Ma le onde non rispondono. Mai. Sono mute. Il mare, sì, quello sì, ma le onde non fanno domande. Eppure, mi lascio avvolgere. Sento il caldo del sole, ma è solo un calore vuoto, un abbraccio che svanisce non appena lo cerchi, non appena provi a stringerlo. L’illusione di un conforto che non arriva mai. Respirare. Mi ripeto, respira, respira. Eppure, il cuore batte come se il mondo fosse troppo grande, troppo rumoroso. Lo senti? È quello il rumore del cuore che non smette mai di cercare.
Perché questo cuore non sa restare in silenzio. Non sa accontentarsi. La sabbia mi scivola tra le dita. Ogni granello è un pensiero che non ha mai trovato pace. Ogni granello è lì, fermo, solitario, come me. C’è una quiete che non mi appartiene. La mente torna, e quando lo fa, tutto è più pesante, come un fardello che ti schiaccia, che non ti lascia. Il mare è vasto, l’orizzonte lontano, ma l’immensità non basta. Perché, diciamolo, la fuga non è mai la risposta. Non c’è rifugio che duri. Non c’è pace che duri. Io lo so, lo sento, ma continuo a cercarla, come se fosse possibile. Non posso sfuggire. Non posso, ma continuo a provarci. Mi chiedo quanto tempo ancora. Quanto tempo prima che il mare non basti più a nascondermi? Quanto tempo posso restare lontana da questa realtà che mi spinge e mi strazia, che mi tocca nel profondo e mi costringe a guardare? Il mare non è una risposta. Le onde non ti dicono nulla, ti dicono solo che c’è sempre qualcosa che va oltre, che c’è qualcosa di eterno in questo movimento incessante. Il mare ti accoglie, ti tocca, ti scivola addosso come il tempo, ma non ti cambia. Non ti cambia mai.
La verità è che nessuna fuga può durare, nessuna. Non c’è angolo del mondo in cui tu possa andare e non portarti dietro il peso dei tuoi pensieri. Puoi solo imparare a vivere con loro. Imparare a stare con loro, a farci i conti ogni giorno, a non cedere alla tentazione di nasconderti. Ma vivere con loro è una sfida, è un cammino che non ha fine. Siamo tutti in cammino, con le nostre ombre, con le nostre cicatrici. Non c’è nessuna risposta che ci possa liberare da questo, eppure continuiamo a cercarla, a correre verso quella risposta che, forse, non arriverà mai. Siamo così, creature di speranza, di coraggio, di resilienza, ma sempre sospesi in una ricerca che non finisce mai. Ogni giorno, ogni passo, è un altro pezzo di strada che percorrere. La verità è che non sappiamo come fare, ma continuiamo a resistere. Forse la risposta non arriverà mai, eppure continuano a camminare. La verità è che non sappiamo come affrontare la vita, eppure continuiamo a cercare il nostro modo per resistere. E forse la resistenza è tutto ciò che ci resta. Forse è la nostra unica arma contro l’incertezza, contro l’oscurità che si fa strada in ogni angolo. La verità è che non possiamo mai dire che è finita. La verità è che non c’è mai un punto di arrivo, ma solo un continuo fluire.
THE END.
Remember me,
Eclipse