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I ricordi affiorano

Ci sono momenti che ti attraversano come un lampo, senza preavviso, e poi ti lasciano con una sensazione di vuoto, come se avessi perso qualcosa che non tornerà mai più. Rivedo gli album di foto, e le lettere ingiallite dalla polvere del tempo. Ogni immagine è un frammento di un passato che ora è solo un’ombra. Le risate di un’estate che non sapevo finisse mai, la sensazione di caldo sulla pelle e quel gusto di libertà che pensavo fosse eterno. Ma ora tutto sembra lontano, distante come una promessa che non ha mai trovato una casa.

Sono lì, davanti a me, cristallizzati nella memoria, pronti a scivolare via se non li afferro con forza. Ma cosa resta davvero di quegli istanti che ho vissuto? Ogni volta che cerco di afferrarne uno, sembra che mi sfugga, e mi ritrovo a cercare di incastrare dei frammenti in un puzzle che non ha più un disegno. Non posso dimenticare le risate, le parole mai dette, i sogni che sembravano così reali, ma ora sono solo un’eco lontana che rimbalza nelle pieghe di una mente stanca. E ora? Ora non so nemmeno più come tornare a quelle emozioni. Ho perso ore a cercare di capire dove siano finiti quei momenti. C’è una frattura tra ciò che ero e ciò che sono diventata, una distanza che non si colma facilmente.

Le foto sono il mio rifugio, la mia prigione. Mi imprigionano, mi liberano, ma non posso staccarmene. Ogni ricordo che affiora è un colpo di scena, un ritorno a casa che non mi appartiene più. Certe cose non possono essere vissute due volte, e io lo so, ma non riesco a smettere di cercarle. Quelle risate, quelle carezze, quelle promesse fatte in un tempo che non riconosco più. Un tempo che sembra non appartenermi più, eppure è mio, era mio, e non posso dimenticarlo. Ma non posso fermarmi, non posso accontentarmi di un passato che non è più mio. Sono solo brandelli di vita che mi sfuggono tra le dita, come sabbia, mentre io resto lì, a guardare. Come una spettatrice di una scena che ormai non mi appartiene. Incompleta. La sensazione di avere un cuore che batte troppo forte per stare in un presente che non riconosce più l’importanza di quei frammenti. Mi chiedo se ci sia ancora un posto per quei ricordi, se siano destinati a morire nel silenzio o se troveranno un modo di riemergere. Ma forse è proprio il silenzio che li fa vivere. Forse tutto si nasconde lì, dove il rumore del mondo non riesce a toccarli.

Eppure, qualcosa mi tormenta: quella nostalgia, quella voglia di rivivere. Ma è possibile? O siamo tutti destinati a rimanere bloccati nel nostro ieri, incapaci di affrontare l’adesso? Come faccio a superare questa malinconia, se il passato mi tiene prigioniera? Non è forse il passato la vera catena? Ma quale futuro può esistere per chi non riesce a staccarsi dal passato? È una domanda che mi assilla e non ha risposta. E forse è proprio in questa assenza di risposta che trovo il mio respiro, il mio continuo cammino. La ricerca non finisce mai, eppure ogni passo sembra più incerto, come se ogni domanda fosse una porta che si apre su un’altra, ma senza mai svelare la verità. Il pensiero rimane sospeso, continuo, ma mai completato. E così il racconto non finisce mai, ma si rinnova, sempre pronto a riprendersi, a scavare ancora più a fondo. Ma sarà mai un viaggio che troverà una fine? O è solo una ricerca che si continua a intrecciare, a mutare, senza mai arrivare a destinazione? Eppure, proprio in questa continua ricerca, c’è un qualcosa che non ha nome, un movimento che non si ferma mai.

PICTURES.
Remember me,
Eclipse

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