
Nuove sfide, vecchi ricordi
Posted on January 8th, 2001 / Memoria / 38 CommentsLa campanella 7:55
La campanella suona con un taglio netto, come un bisturi che incide la pelle dell’aria. È il primo giorno. Di nuovo. Ogni anno si apre come un libro intonso, ma appena sfoglio la prima pagina, il déjà-vu mi assale. Sempre gli stessi corridoi, le stesse voci, lo stesso intreccio di sguardi che si incrociano senza fermarsi mai davvero. Ogni passo è un ritorno, ogni movimento è un ricordo che si ripete. Eppure, qualcosa dentro di me si rifiuta di accettare questa ciclicità. Sento che deve esserci di più.
Entro nella scuola con un passo lento, le suole delle scarpe che graffiano il pavimento in un ritmo mio, lontano dal caos circostante. Le voci rimbalzano sui muri, si sovrappongono, si confondono in un’eco distante. È un concerto disarmonico che sembra avvolgermi senza toccarmi. O forse sono io a tenermi lontana, a guardare da un margine invisibile. La porta della classe è aperta. Mi fermo un attimo sulla soglia. Dentro, ci sono volti che conosco, ma che non riconosco davvero. Gli amici mi salutano con sorrisi e parole, ma le loro voci si dissolvono prima di raggiungermi. È una sensazione strana, questa distanza. Non è fisica, non è emotiva. È come se fossimo separati da un vetro sottile, trasparente.
Mi siedo al solito banco, quello in fondo a sinistra. La superficie è piena di graffi, di iniziali incise da mani impazienti, di simboli che raccontano storie che non conosco. Cuori spezzati, date lontane, un universo che ha lasciato impronte indelebili. Sfioro quei segni con le dita, come se potessi assorbirne il significato, ma tutto ciò che sento è il freddo del legno sotto la pelle. Le voci dei compagni si intrecciano intorno a me, risate che esplodono e si spengono in un attimo. È un misto di gioia e malinconia, un ricordo di giorni passati e un’ombra di ciò che verrà. Ma chi siamo, davvero, in questi momenti? Un gruppo di ragazzi in attesa che qualcosa accada, o solo spettatori di una routine che non sappiamo interrompere? Il professore entra con la sua solita lentezza. Poggia i libri sulla cattedra, e il suo gesto sembra carico di anni, di lezioni ripetute, di aspettative consumate. Parla, ma le sue parole rimbalzano contro le pareti della mia mente. Non riesco a seguirlo, perché dentro di me cresce un pensiero, una domanda che non mi lascia in pace. È tutto qui? È questa la vita che voglio?
Chiudo gli occhi per un istante, isolandomi dal mondo. Respiro. Sento il battito del cuore, il ritmo che mi ricorda che sono viva, che il tempo scorre, anche quando sembra fermo. Dentro di me, però, c’è un’urgenza che non riesco a ignorare. Non voglio vivere così. Non voglio accontentarmi. La scuola, la vita, il mondo – tutto sembra avvolto da un velo di prevedibilità. E io mi sento soffocare. Ogni giorno sembra uguale al precedente, ogni passo un eco del passato. Ma in questa monotonia c’è una scintilla, una voce che mi sussurra: puoi fare di più. Le vacanze sono finite, ma dentro di me c’è ancora quella sensazione di vuoto. Un’incompletezza che non so spiegare. Forse è la paura del futuro, forse è la consapevolezza che il tempo non aspetta nessuno. Ma è anche una promessa, un invito a rompere gli schemi, a vivere senza rimpianti. Quando il professore chiede attenzione, apro gli occhi. Lo guardo, ma non vedo solo lui. Vedo un simbolo, un monito. Anche lui è qui, ogni giorno, a ripetere le stesse parole. Ma perché? Per abitudine? O c’è qualcosa di più? Questa domanda mi tormenta. Forse è la stessa che mi faccio io.
Il suono della campanella mi strappa dai miei pensieri. Gli altri si alzano, raccolgono libri e quaderni, ma io resto seduta per un momento. Dentro di me, qualcosa si muove. Una ribellione silenziosa, una promessa che faccio a me stessa. Non voglio essere parte di questo ingranaggio. Voglio uscire dagli schemi, affrontare le mie paure, vivere davvero. Ma cosa significa vivere davvero? Forse è questo il vero enigma.
SCHOOL.
Remember me,
Eclipse
Senti, non so come fai, ma ogni volta mi lasci senza parole. C’è qualcosa di magico in quello che scrivi.
Grazie, Saturno7. La magia è sapere che le mie parole arrivano così lontano.
Non leggo spesso cose così, ma il tuo post mi ha colpito. C’è qualcosa di crudo e onesto che non riesco a ignorare.
Grazie, IronVox. Sapere che il mio post ha lasciato un segno anche a chi legge di rado è una conferma che vale la pena continuare.
Poche parole, ma tutte al posto giusto. Il tuo stile mi lascia sempre senza fiato.
Grazie, Ema. La tua sintesi colpisce sempre nel segno. Sapere che le mie parole ti lasciano qualcosa è tutto ciò che conta.
È come leggere una poesia, ma con i pugni chiusi. C’è una forza che si sente sotto ogni riga.
Grazie, Luna. La tua capacità di cogliere la poesia nascosta mi fa sentire capita.
Potente, come un pezzo hardcore che ti fa saltare dentro la testa. Mi piace quando non hai paura di dire le cose come stanno. Continua così, cazzo.
Riot, grazie. Sapere che la mia schiettezza arriva a te come una scarica di energia mi spinge a non fermarmi mai.
Non sono d’accordo su tutto, ma devo ammettere che hai stile. È raro trovare qualcuno che scrive con così tanto coraggio.
Grazie, Bastianello. Anche il dissenso è un segno di attenzione, e lo rispetto. Il confronto arricchisce sempre.
Sei un fuoco che brucia! Amo l’energia che metti in tutto quello che scrivi. Hai una forza incredibile.
Grazie, CuoreRoveto. Le tue parole sono benzina per questo fuoco. Non smetterò di alimentarlo.
Questo post mi ricorda un haiku: breve, deciso e intenso, come le foglie che cadono in autunno. Il tuo stile è poesia pura, una spada che taglia il silenzio.
Hikari, grazie. Le tue parole sono come un vento che porta pace e ispirazione. Sapere che riesco a creare questo effetto in te è un privilegio.
C’è tanta grinta in quello che scrivi. Mi piace pensare che il tuo blog sia un posto dove trovare energia positiva.
Grazie, Sunshine. Sapere che trasmetto questa energia mi spinge a non fermarmi mai.
Boom! Sei un’esplosione di parole. Mi piace che non ti tiri indietro davanti a niente.
Grazie, Radicale. Le tue parole sono un promemoria per non smettere mai di essere autentica.
Ogni volta che leggo i tuoi post, mi sembra di essere trasportata in una dimensione parallela, dove tutto è intenso e vero. È come vivere una sinfonia di emozioni. Non smettere mai di scrivere così, mi ricorda perché amo questo spazio da sempre.
Grazie, Alexiel. Il tuo entusiasmo mi accompagna da sempre, come una melodia che non si spegne mai. Scrivere sapendo che c’è chi sente tutto questo dà forza alle mie parole.
C’è una bellezza struggente nel modo in cui descrivi il mondo. È come se le tue parole aprissero una finestra sull’anima.
Grazie, Alessandra. La tua sensibilità è una luce in mezzo a tante ombre. Mi incoraggia a continuare.
Duro e puro, proprio come piace a me. Hai un modo di scrivere che mi ricorda i vecchi punk. Continua così.
Grazie, Marcolino. La tua grinta si sente anche nei tuoi commenti. Non smetterò di andare avanti con questa forza.
Diretto, deciso, impeccabile. Hai il talento di rendere ogni parola una dichiarazione di intenti. Brava.
Grazie, GenovaGirl. La tua precisione nel cogliere il cuore delle cose è un dono raro. Apprezzo profondamente il tuo sostegno.
Leggerti è come camminare in un sogno. C’è una delicatezza nelle tue parole che tocca il cuore.
Grazie, DreamChaser. Sapere che riesco a creare queste emozioni in te è un onore.
Elegante e spietato allo stesso tempo. Hai un dono raro, non smettere mai di usarlo.
Grazie, VelvetRose. Il tuo riconoscimento è un incentivo a continuare su questa strada.
Ci vai giù duro, mi piace. Non tutti hanno le palle per scrivere così, e per questo rispetto il tuo stile.
Grazie, MetalManzoni. La tua schiettezza è uno specchio per la mia. Continuerò a non trattenere nulla.
Leggerti è come camminare in un giardino segreto. Trovo sempre qualcosa di bello e inaspettato, anche nei momenti più duri.
Grazie, Giulia. Le tue parole sono un giardino per me: un posto dove rifugiarmi quando tutto sembra buio.
La tua capacità di vedere il lato profondo delle cose mi ispira. Sei una di quelle persone che rendono il mondo più interessante.
Grazie, VibeZena. Le tue parole sono come un raggio di sole in una giornata grigia. Il mondo ha bisogno di più voci come la tua.