Maschere Digitali, Verità Nascoste
Posted on January 11th, 2005 at 10:30 PM | Tags: Equazioni | 0 CommentsLa notte non è solo buia. È il momento in cui il mondo si rivela nella sua forma più cruda.
Ma cosa accade quando il volto che vediamo non è il nostro? #
Mi trovo qui, nel cuore della notte. Il mondo intorno è fermo, ma lo schermo davanti a me pulsa, una sequenza infinita di numeri e lettere, pixel che danzano senza mai fermarsi. Non mi sembra di essere sveglia. Non è più il giorno, non è più la notte. È solo il tempo che scivola via, ed io sono lì, in bilico, in quel limbo di codici e connessioni. Ma poi, in questa distesa vuota di immagini e parole, c’è qualcosa che mi colpisce come un pugno nello stomaco. Un nome. Il mio nome. No, non è proprio il mio nome, ma è abbastanza simile da farmi rabbrividire.
Quella maschera, quel profilo falso, quell’illusione digitale mi stava fissando. Una ragazza che si spaccia per me, un fantasma che si nasconde dietro la facciata di Bambolina_Fashion. Si è registrata pochi giorni fa, una copia incollata della mia esistenza. Milano e Genova, dice. Dicono. Non so nemmeno se sia reale. Ma non importa. È solo un’altra bugia che si nasconde tra mille altre bugie digitali. Una maschera, senza volto, senza vita.
Leggo i suoi post, le sue parole che cercano di imitare le mie, che cercano di mimare ogni pensiero, ogni frammento di me. Le parole non hanno consistenza, non sono piene. Le sue frasi sono tristi, piatte, vuote. Eppure, sento un’amarezza che non so spiegare, una sensazione di frustrazione che cresce dentro di me. Perché farlo? Cosa spinge una persona a rubare un’identità?
Le risposte sono sfuggenti. Potrei dirti che è la ricerca di un riflesso, il desiderio di vivere un’altra vita. Potrei dirti che è la paura di non essere abbastanza, la paura di non poter essere se stessi. Ma, se ci penso bene, non è neppure questo. È qualcosa di più profondo, qualcosa che non posso afferrare. Non lo so, e forse non lo capirò mai. Eppure, sento che non è importante. Non mi riguarda.
IO so chi sono. Non ho bisogno di una maschera. Non ho bisogno di fingere. Le parole che scrivo sono mie, ogni sillaba, ogni lettera. La mia essenza non è in un profilo o in un nome. È dentro di me. È la mia voce che risuona tra le righe, ed è unica. Questa “Alice”, se così vuole chiamarsi, non può capire questo. Non può capire che l’autenticità non si compra, non si copia, non si nasconde dietro una maschera. La vera essenza, quella che arde nel profondo, non può mai essere imitata.
Perché lo fa? Mi chiedo di nuovo. Ma non trovo risposte. È il mio volto che scivola nel buio, come uno specchio appannato. Ogni riflesso è sfocato. Eppure, mi rendo conto che forse è proprio questa la risposta: la vera originalità non si replica. Non c’è bisogno di guardarsi allo specchio per sapere chi siamo, perché la nostra vera immagine è già dentro di noi.
Posso perdonarla. Posso farlo. La tristezza che vedo, quella voglia di nascondersi dietro una maschera, mi fa sentire una strana compassione. È davvero una vita così quella che vogliamo vivere? Osservo il suo profilo per l’ultima volta. La sua immagine, il suo nome, si dissolvono nel nulla del web. Sono solo pixel inutili. Una parte infinitesimale di qualcosa che non ha consistenza. E io? Io sono ancora qui. Non so se riuscirò mai a capire davvero cosa spinga qualcuno a rubare la mia vita, ma posso dirti una cosa: la mia essenza non ha prezzo. Non può essere imitata, perché non è un qualcosa che si trova. È un viaggio che si vive. È un passo che si fa, passo dopo passo, senza nascondersi. Guardandomi allo specchio, la risposta arriva finalmente: posso essere chi sono, senza paura. E tu, chi sei veramente? Perché alla fine, non è la maschera che ci definisce. È il coraggio di togliersela, e di guardare il mondo per quello che è. E tu, che ruolo giochi in questo mondo? Sei quello che appari? O ti nascondi dietro qualcosa, anche se lo fai inconsciamente?
Forse la risposta non arriverà mai. E forse è proprio questa la bellezza di tutto.