E non smetto di sentire quel calore nella pelle, nonostante tutto #
Non ci posso ancora credere, eppure sono qui, su questa terra che conosce il mio passo, che raccoglie i miei sogni e le mie stanchezze. Mi sono alzata questa mattina, il sole già prepotente attraverso la finestra. Il caldo mi avvolge, è un caldo che sa di mare, che sa di estate e di ricordi che ancora non si sono fatti carne. Apro gli occhi e non c’è fretta. Non c’è mai fretta quando si è lontano da tutto, da chi ti conosce, da chi ti ha messo delle etichette. Qui, tutto è sospeso, come un respiro che non ha paura di rimanere fermo. La colazione? Un rito. Il caffè, forte, come deve essere. La brioche, calda, che sa di mattino e di casa. Poi il succo d’arancia, la freschezza che rinfresca la lingua e mi riporta a quel sorriso che non riuscivo a trovare. Mi siedo sulla terrazza. Il sole mi bacia la pelle, sento il calore che mi attraversa senza chiedere permesso, come se fosse sempre lì, nascosto dentro di me. Mi immergo nel profumo dell’aria, quell’odore che sa di salsedine e di ricordi lontani. La terrazza è silenziosa, ma non mi sento sola. Il mare è lì, vicino, che aspetta il mio respiro, come se lo stesso fiato che esce da me possa unire le due rive.
Esco e il mondo fuori è un quadro che non voglio distorcere. Il mare, così vicino che sembra di poterlo toccare con un passo. La sabbia calda, che ti scotta i piedi ma che ti avvolge come una carezza materna. Vado verso la spiaggia dei Doria, il posto che, ogni anno, mi accoglie senza mai chiedere nulla in cambio. Ogni granello di sabbia racconta una storia, una di quelle che non si dimenticano mai. Mi immergo nel mare. L’acqua è perfetta, scivola sulla pelle come una seconda pelle, ma più fresca, più viva. Nuoto, nuoto come una sirena, sento l’acqua che mi avvolge, il suono del mare che mi riempie le orecchie, e per un attimo, tutto ciò che c’è intorno sparisce. Esisto solo io e il mare. Un respiro che si fonde con il respiro dell’acqua. Esco, con il sale sulla pelle, che non voglio togliere. Mi siedo al sole, i raggi caldi che penetrano e scaldano ogni muscolo, ogni fibra. Mi stendo e prendo la protezione solare, quella che deve farti sentire al sicuro. Mi cospargo, e il profumo della crema si mescola al mare. C’è una dolcezza in questo gesto, una calma che non ha spiegazioni. Il mare c’è sempre, e la pelle è sempre più scura, come se il sole si fosse impresso dentro di me, come se fosse diventato parte di me.
Più tardi, mangiamo la focaccia. Una delle cose che rendono questa terra speciale. C’è qualcosa di semplice ma che racchiude un mondo intero in ogni morso. Sapore che sa di casa, di radici, di tradizione. Non è solo il cibo, è il modo in cui si mangia. In compagnia. Con gli amici che fanno parte di questa routine estiva, che vengono e vanno senza fretta. Con la risata che non si ferma mai, che si mischia al rumore delle onde, che si fa parte del paesaggio. La focaccia è appena uscita dal forno, calda, profumata. La mangiamo con le mani, senza pensare a nulla, come se il mondo fuori non esistesse. Si ride, si parla, si raccontano storie, ma sono quelle storie che non cambiano mai. Quelle che restano e che, ogni anno, ci riportano qui, nello stesso posto, nello stesso momento.
La giornata scivola via, come il mare che si frange sulla riva. La sera si avvicina, ma il sole non vuole andare via. Lo guardo, e so che domani sarà lo stesso. Ogni cosa è un piccolo frammento che forma un tutto, eppure non c’è un centro. Tutto è disperso, ma è anche perfetto così. Non c’è un finale, solo un’altra attesa, un altro giorno che arriva, e un altro ancora che resterà dentro di me. E così, anche oggi, siamo qui. La sensazione è quella di una vita che scorre, senza mai fermarsi davvero, senza mai trovare una fine. Si va avanti, si vive, si respira. Nulla è mai definitivo, ma tutto è sempre lì, pronto a tornare, in ogni momento.
Sospesa.

Cheers.
Remember me,
Eclipse