Libertà Perduta, Speranza Ritrovata

Libertà Perduta, Speranza Ritrovata

Posted on April 25th, 2001 / / 12 Comments
Potere & Società / Feeling at 4:46 pm

25 aprile 2001. Un giorno come tanti, eppure diverso, un respiro che solca l’aria come una promessa che si rinnova ogni anno. La strada è affollata, il cielo è chiaro, il vento porta con sé l’eco di parole lontane, di gesti che ormai non si vedono più, ma che si sentono. Eppure, qualcosa si fa strada, qualcosa di potente e silenzioso: la memoria. La memoria che torna ogni anno come un invito, come una scia che segna il passo di chi sa guardare oltre il tempo. Non è solo un giorno di festa, non è solo una ricorrenza. È il ricordo di un popolo che ha lottato, che ha sofferto, che ha saputo sacrificarsi per qualcosa che oggi sembra così lontano. Ma in quel giorno, nel 1945, mentre i soldati si facevano strada tra le rovine di una città che non esisteva più, nasceva una speranza. La speranza che, alla fine, ogni catena, ogni sofferenza, ogni ombra possa essere spezzata. Eppure, oggi, più che mai, il 25 aprile ci chiede di fermarci a riflettere. Non solo sulla guerra, non solo sui partigiani che hanno dato la loro vita, ma anche su ciò che abbiamo costruito, su ciò che siamo diventati. Cosa siamo oggi? Siamo il frutto di quella lotta? Siamo ancora disposti a lottare per la libertà, o la diamo per scontata, la consideriamo un diritto acquisito, un bene da consumare senza pensarci troppo?

Mi fermo, osservo. La città è viva, ma la sensazione è che stiamo camminando su un filo sottilissimo. La libertà, oggi, non ha più il volto di chi resisteva con il fucile in mano, non ha più il volto di chi si nascondeva nell’ombra per non tradire la sua causa. La libertà, oggi, si manifesta in silenzio, nei gesti quotidiani. Ma è fragile, è come il vento che attraversa i capelli e scompare, e se non la guardiamo, se non la proteggiamo, rischia di volare via. Cosa siamo disposti a fare per mantenerla viva? Come possiamo preservare la libertà senza che diventi solo una parola vuota? Mi sento, in un certo senso, parte di questa storia che non è mai finita. Perché la libertà non è mai un punto d’arrivo. È un cammino che continua, una battaglia che non si arresta mai. Non è solo un ricordo, non è solo il passato che ci parla. È una responsabilità che abbiamo, una responsabilità verso chi ci ha preceduto e verso chi verrà dopo di noi. Perché la libertà non è un diritto che ci viene dato, è qualcosa che bisogna difendere ogni giorno. Ogni parola, ogni gesto, ogni pensiero che non sia libero, ogni ingiustizia, ogni paura che non trovi voce, sono segnali di una libertà che vacilla.

E così, il 25 aprile diventa un giorno di riflessione, un giorno per ricordarci che la libertà è una conquista che non possiamo mai dare per scontata. È la capacità di scegliere, di decidere chi vogliamo essere, ma anche di rispettare l’altro, di ascoltare le sue ragioni. La libertà non è solo quella di esprimersi, ma quella di essere ascoltati, di avere una voce che non venga soffocata. Non c’è libertà senza uguaglianza, non c’è libertà senza rispetto. Per me, la libertà è questo. È il coraggio di essere se stessi, senza paura, senza maschere, senza catene. È la possibilità di crescere, di sbagliare, di imparare, di cambiare. È il respiro profondo che ti riempie i polmoni quando guardi il cielo e sai che nulla ti tiene legato, che nulla ti impedisce di andare avanti. Ma la libertà, in fondo, è anche una domanda. È una ricerca. Una ricerca che non finisce mai. E forse, la vera libertà sta proprio nel non sapere mai dove ti porterà, ma continuare a camminare. Senza fermarsi. E la domanda che mi accompagna, oggi come sempre, è: siamo pronti a difenderla davvero, questa libertà, o la daremo per scontata, come qualcosa che ci appartiene senza meritarla? La strada è lunga, il vento è ancora forte. E il viaggio… Non è finito.

Liberation Day.
Remember Me,
Eclipse

12 Responses


  1. Soul Alessandra

    Mi commuove sempre pensare a chi ha sacrificato la propria vita per noi, per regalarci una libertà che oggi sembra non avere più valore. Penso a come la memoria si sia persa nel tempo, diventando un’ombra, un qualcosa che viviamo solo per un giorno all’anno. La storia va ricordata, non come un rito, ma come una verità che ci appartiene. Non possiamo permettere che venga ridotta a una piccola ricorrenza.

    Reply

  2. Eclipse

    Le tue parole mi arrivano come un sospiro, un pensiero che ci travolge come una onda. La memoria non è una foto da mettere in una cornice, è qualcosa che dobbiamo sentire nel profondo. Ogni anno, quel giorno dovrebbe essere un’occasione per riflettere davvero, per capire che il sacrificio di quelle persone è il fondamento della nostra esistenza. Se non lo capiamo, allora tutto diventa solo un simbolo vuoto.

    Reply

  3. GiuliaF

    Ogni volta che leggo di queste storie, mi viene il nodo in gola. Come possiamo essere così lontani da ciò che ha avuto valore? La libertà è un bene che, troppo spesso, diamo per scontato. Non vediamo più la bellezza di ciò che abbiamo, e ci dimentichiamo di chi ha lottato affinché noi potessimo viverla. E mi fa paura questa indifferenza, questa mancanza di memoria. Non voglio essere una di quelle che dimentica. Non voglio che la memoria diventi solo una parola senza peso.

    Reply

  4. Eclipse

    Eppure, mi sembra che siamo tutti un po’ nella stessa condizione: abituati alla libertà, ma ciechi di fronte al suo significato profondo. È vero, c’è una bellezza nell’avere la possibilità di scegliere, di parlare, di esprimersi. Ma forse, più che indifferenza, c’è smarrimento. Forse siamo solo troppo presi da noi stessi per rendere giustizia a chi ha fatto sacrifici per regalarci questa possibilità. Ma se ricordiamo davvero, allora possiamo ancora fare qualcosa, no?

    Reply

  5. Riot Brescia

    Lo dico sempre: la rivoluzione non è mai finita. Oggi, invece di lottare, ci si accontenta di foto e parole vuote. Chi ha davvero vissuto il dolore, chi ha veramente visto la lotta, oggi si troverebbe deluso. La nostra libertà è diventata una prigione di conformismo, un’illusione venduta. La storia non si celebra in modo passivo, deve scuoterti, deve farti sentire vivo. Non basta una data, serve un cuore che batta davvero per la causa. Non la vedo più, quella passione, quella furia, quella rabbia.

    Reply

  6. Eclipse

    Quello che dici è vero, lo vedo ogni giorno. La rivoluzione sembra un concetto ormai appannato, come una bandiera sventolata senza che nessuno sappia più cosa rappresenti. Eppure, lo sento che dentro di noi, in qualche angolo nascosto, c’è ancora quel fuoco. Non so se riusciremo a rianimarlo, ma è un’idea che continua a lottare contro il silenzio, una voce che non è ancora del tutto sopita. Forse, è nella lotta quotidiana che dobbiamo ricercare quella verità che non ci è più mostrata.]

    Reply

  7. GenovaGirl

    A volte penso che la memoria sia più fragile di quanto ci piaccia ammettere. Ogni giorno che passa, sembra che le persone si allontanino da ciò che è stato davvero importante, e si immergano in un presente che sembra vuoto e privo di significato. La nostra libertà, che era un dono sacro, ora è un bene da usare e consumare senza pensare. Ma la memoria, quella che dovrebbe essere il nostro pilastro, viene svuotata, ridotta a una forma che non riconosciamo più. È davvero triste.

    Reply

  8. Eclipse

    Lo capisco, e lo sento anche io. La memoria diventa sempre più un concetto sfocato, qualcosa di cui parliamo senza davvero guardarlo negli occhi. Eppure, è la memoria che ci tiene legati a chi siamo stati, a chi siamo. Se la dimentichiamo, smettiamo di sapere da dove veniamo, smettiamo di avere una direzione. La libertà non è un diritto, è una responsabilità. La memoria deve essere la chiave per ritrovare il senso di tutto questo, per non perdere la rotta.

    Reply

  9. MetalManzoni

    Parole forti, quelle che hai scritto, ma che risuonano come un campanello d’allarme. La libertà non è mai un dono che si conserva, va difesa. Ma siamo così impegnati a guardarci allo specchio, a perderci nelle piccole cose, che non vediamo più la grandezza della lotta che c’è stata. Ci siamo accontentati di una libertà di facciata, senza rendersi conto di quanto ci costi mantenerla. La memoria va alimentata, ma oggi è come se fosse un fuoco che stiamo lasciando spegnere. La lotta va oltre le parole, bisogna farla vivere ogni giorno.

    Reply

  10. Eclipse

    Le tue parole sono taglienti come una lama, ma sono esattamente ciò che mi fa pensare. La libertà è uno di quei concetti che ci scivola tra le mani se non ci impegniamo per mantenerla viva. Non è una bandiera da sventolare, è una fiamma che dobbiamo alimentare con i nostri gesti quotidiani. È difficile, ma è il nostro dovere. Se non difendiamo la memoria, alla fine perderemo anche la libertà.

    Reply

  11. Gabberina83

    Non riesco a non pensare a come, oggi, la memoria di quei momenti venga dimenticata troppo facilmente. È come se la storia non fosse mai stata scritta, o se non avessimo imparato nulla da essa. È un errore pensare che tutto questo sia solo un ricordo, un giorno qualsiasi da festeggiare senza riflessione. Mi fa male constatare quanto ci si accontenti di un’apparenza, di un giorno che non significa più nulla per molti.

    Reply

  12. Eclipse

    Ogni volta che si celebra questo giorno, mi sembra che ci sia una sorta di separazione tra il passato e il presente. La memoria, che dovrebbe essere un atto di consapevolezza, diventa invece un riflesso distorto, quasi indecifrabile. Eppure, è nella memoria che possiamo ritrovare la nostra radice, la nostra forza. Siamo così lontani da quella lotta che ormai sembra un’eco lontana, come un sogno che nessuno ha il coraggio di inseguire. Forse, è questo il punto: non si lotta più, non si ricorda più. Ma forse, un giorno, lo faremo di nuovo.

    Reply


Leave a Reply