Un incontro tra mondi

Un incontro tra mondi

Posted on May 13th, 2003 / / 12 Comments
Affinità & Cuore / Feeling gravitationally distorted at 9:58 pm

Milano, oggi. Non so nemmeno da dove cominciare. Forse dalla luce. Quella luce bianca e fredda che scivola sui palazzi, si riflette sulle vetrine e taglia l’aria come una lama di vetro. Milano ha una luce che non perdona, non concede illusioni. Illumina ogni cosa con una precisione chirurgica, mette a fuoco dettagli che vorresti ignorare: una ruga sulla fronte, la piega sgualcita di un cappotto, la polvere sottile che si accumula sugli scaffali dei negozi. Milano non addolcisce nulla. Ti guarda dritto negli occhi e ti costringe a fare lo stesso. Hikari cammina accanto a me con il suo passo leggero, quasi sospeso. Lei non sembra sfiorata da questa luce. O forse semplicemente non la teme. Ha un modo di muoversi che mi incanta, un equilibrio perfetto tra presenza e assenza. Certe persone esistono senza sforzo, come se la loro stessa esistenza fosse un dettaglio inevitabile dell’universo. Lei è così. Una pennellata d’inchiostro su una tela bianca. Un accento nel posto giusto.

Ci infiliamo dentro un negozio in Galleria, uno di quelli che sanno di soldi e tempo, e tutto sembra studiato per essere perfetto. Il commesso ci squadra, sorride con una professionalità misurata, ma io lo vedo che ci sta classificando. Quanti soldi abbiamo, quanta sicurezza portiamo addosso, quanto tempo meritiamo. Questo posto non è fatto per chi esita. Qui devi sapere chi sei, cosa vuoi, e avere abbastanza faccia tosta per fartelo dare. Hikari non esita. Sfila un cappotto di lana color cammello dalla gruccia e lo prova davanti allo specchio. Si muove lenta, osserva il tessuto che le cade sulle spalle, allunga una mano per sfiorare la trama sottile della stoffa. Io mi limito a guardare. Mi piace il modo in cui si osserva, come se fosse una scultura in divenire, una forma che prende senso nel riflesso. “Cosa ne pensi?” mi chiede senza voltarsi. Che sei bellissima, vorrei dire. Ma mi limito a un cenno.

Le strade fuori sono un fiume di corpi in movimento. Milano non si ferma mai, e oggi sembra ancora più affamata del solito. La gente entra ed esce dai negozi con sacchetti rigonfi, si incastra nei caffè, si muove a scatti come in una danza disarticolata. Io e Hikari scivoliamo dentro un bistrot nascosto, di quelli con i tavolini minuscoli e le pareti rivestite di specchi. Un posto che sembra fuori dal tempo. Ordiniamo un caffè e una fetta di torta al cioccolato. Lei sorride mentre infila il cucchiaino nel dolce, e per un attimo il mondo sembra fermarsi. “Milano mi piace,” dice piano. “Ha qualcosa di crudele, ma anche di onesto. Non cerca di piacerti per forza. Ti sfida. Ti costringe a trovarti un posto dentro di lei.”

Annuisco. La capisco. Milano non fa sconti. Non ti prende per mano. Ti lancia dentro il suo flusso e ti lascia affogare o nuotare. Usciamo che il cielo si è fatto di un blu gelido, limpido come vetro soffiato. Le luci si accendono sulle strade e la città cambia pelle, diventa più morbida, meno tagliente. I neon tremano sui marciapiedi bagnati. Ci fermiamo davanti a una vetrina, il nostro riflesso si mescola con gli abiti esposti dietro il vetro. Due figure sospese tra il dentro e il fuori. Tra quello che siamo e quello che sembriamo. “Andiamo?” chiede Hikari. Annuisco. Ma una parte di me resta qui. Incastonata in questa luce, in questo momento perfetto e incompiuto. In questa città che non sa accoglierti, ma nemmeno lasciarti andare.

Suspense.
Remember me,
Eclipse

12 Responses


  1. Riot Brescia

    La Milano che descrivi è una città che respira e ti soffoca. Ma la luce che taglia tutto non è una condanna, è una sfida. Hikari è l’unica che sa come camminarci sopra senza spezzarsi. Ogni passo che fa è una risposta a chi cerca di ridurci a categorie, a etichette. Che cazzo significa “cosa vuoi?” Se voglio qualcosa, non è questione di soldi, ma di riuscire a viverla senza compromessi. Qui il tempo si compra, ma la vita non è in vendita. Milano, con tutte le sue regole, non mi spaventa. Mi fa incazzare. Ma trovo rifugio nel fatto che esistono persone come Hikari, che camminano sopra tutto senza farsi toccare.

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  2. Eclipse

    Esatto. Milano non perdona, ma sa come premiare chi sa come muoversi. Quella luce che sembra scomoda, in realtà è l’unica che riesce a smascherare ogni finzione. Hikari, come ogni persona che non si piega, si distingue. Quello che tu vedi come sfida, in realtà è una prova di forza. E tu, come lei, rifiuti di essere definito dalle regole del sistema. Ma quante persone, davvero, riescono a non lasciarsi schiacciare dal peso di queste etichette?

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  3. Alexiel

    Mi perdo nei dettagli di questo incontro tra mondi. Milano, quella luce cruda, senza pietà, che ti costringe a guardare. È come se in ogni angolo ci fosse una rivelazione, una verità scomoda. Eppure, c’è Hikari, una presenza che sembra fluttuare sopra tutto. La sua eleganza quasi aliena mi fa pensare a quanto ci possiedano davvero le cose che possediamo. Qui, in questa città, tutto si misura, eppure Hikari è l’eccezione. Mi chiedo: come facciamo a mantenere il nostro equilibrio in un mondo che non perdona?

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  4. Eclipse

    Hikari sembra davvero incarnare un concetto che spesso ci sfugge: l’essenza che esiste indipendentemente dalle forze che la circondano. Milano, con la sua luce, ci mette di fronte alla realtà, senza fronzoli. Ma a volte è proprio in questa crudeltà che emergono le figure che non si lasciano ingabbiare. Come lei, come te, che riesci a descrivere il tutto con una precisione inquietante. Dove vanno a finire le nostre illusioni, quando la realtà è così chiara e tangibile?

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  5. GenovaGirl

    Ci sono città che ti scolpiscono, che ti fanno diventare una versione più nitida e crudele di te stessa. Milano è una di queste. Ma Hikari sembra sfuggire a questa necessità di conformarsi. Lei non ha bisogno di forzare la sua esistenza, è naturale, come una pennellata perfetta su una tela che non accetta errori. Mi viene da chiedere: cosa ci spinge a voler essere qualcosa che non siamo? E perché solo alcuni riescono a restare fedeli alla propria essenza?

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  6. Eclipse

    La tua riflessione è potente. Milano ti obbliga a confrontarti con te stessa, ma la domanda che sollevi è quella che ci perseguita tutti: cosa ci spinge a voler essere altro? Forse è la paura di non essere accettati, forse è la ricerca di una forma che ci dia sicurezza. Ma come Hikari, ci sono pochi che riescono a vivere senza indossare una maschera. Quanti di noi, veramente, sono capaci di non tradire la propria essenza?

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  7. SoulAlessandra

    Mi ha colpito l’idea di un mondo che ci guarda senza giustificazioni, senza pietà. Una città come Milano, che non lascia spazio alla distrazione. Ma Hikari, con la sua delicatezza, è l’ombra che scivola senza farsi notare. Il suo passo leggero, l’equilibrio perfetto tra visibilità e invisibilità, è quello che cerchiamo tutti. Forse cerchiamo tutti di trovare il nostro spazio senza essere schiacciati da ciò che ci circonda. Milano ci mostra la realtà senza filtri, ma la bellezza è proprio nel contrasto. Hikari è la dimostrazione che possiamo essere autentici anche in un mondo che ci vuole normali.

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  8. Eclipse

    È proprio in quel contrasto che risiede la forza di ogni essere umano. Milano ti mostra la verità in faccia, ma non sempre è una condanna. La bellezza si trova nel resistere alla pressione della città, nel sapersi mantenere integri in mezzo alla frenesia. Hikari ci dimostra che la delicatezza non è debolezza, ma forza inaspettata. Quanti di noi, però, sono davvero pronti ad affrontare quella luce senza farsi distruggere dalla sua intensità?

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  9. GiuliaF

    Quello che mi colpisce di più è la descrizione della luce di Milano. Non è una semplice luce, è come se fosse una forza che ti entra dentro. Eppure c’è qualcosa di magico, quasi sfuggente, nel modo in cui Hikari si muove in essa. Non è sopra la città, ma dentro di essa, come se fosse una parte essenziale del suo battito. È una bellezza che non si trova nel lusso dei negozi, ma in chi sa come essere in armonia con la realtà che ci circonda. In un mondo che sempre più si misura in termini di apparenza, Hikari sembra l’unica ad avere il coraggio di mostrarsi per quello che è veramente. Questo mi fa riflettere sul coraggio di essere se stessi, senza paura.

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  10. Eclipse

    La tua osservazione mi tocca profondamente. La luce di Milano è tagliente, ma come dici tu, Hikari la usa come uno specchio, si riflette in essa senza perderne la forma. C è un coraggio nell’essere se stessi che non si trova in nessun negozio di lusso o in nessuna facciata costruita per apparire. Essere se stessi in un mondo che non perdona è un atto rivoluzionario, eppure così intimo. Chi di noi ha il coraggio di fare questo passo?

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  11. VibeZena

    La luce di Milano è davvero unica, mi fa pensare alla lucidità che ti prende quando hai il coraggio di guardare dentro te stesso. È una città che non ti lascia scappare, non ti permette di ignorare nulla. Ma come dicevi, Hikari è l’esempio perfetto di chi sa resistere, di chi sa essere presente senza essere invadente. È come se fosse parte di qualcosa di più grande, ma con il suo passo leggero riesce a non farsi schiacciare dal peso di Milano. È una riflessione che mi fa pensare alla nostra lotta interiore per trovare il nostro posto nel mondo.

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  12. Eclipse

    La lotta che descrivi è il cuore di ogni ricerca personale. Milano, con la sua luce, ci obbliga a fare i conti con noi stessi, ma solo chi sa come muoversi può davvero sentirsi parte di qualcosa di più grande senza essere sopraffatto. Hikari rappresenta quella leggerezza che sfida la gravità. Quanto ci sentiamo spesso schiacciati dalle aspettative che il mondo ci impone?

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